#40 Tessa

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Mi ero fermata ad una stazione di benzina più di venti minuti fa, avevo detto che sarei andata in bagno e l'avevo fatto sì, ma in realtà ero rimasta a guardare il mio viso riflesso in quello specchio storto e crepato, mi ero asciugata il viso più volte con le mani, attenta a non lasciare nessuna traccia di trucco sbavato, ma quelle maledette lacrime continuano a scendere senza il minimo controllo.
Mi sentivo male, avevo voglia di vomitare, di scappare il più lontano possibile da Drake in questo momento. Presi un respiro e mi sistemai la giacca uscendo finalmente fuori. Superai gli scaffali e mi intascai qualcosa di dolce prendendo anche una bottiglia di vodka, giusto per alleviare la tensione che c'era in quella macchina. Uscì senza preoccuparmi del cassiere e tornai in macchina sbattendo la portiera.
Mi voltai e notai che all'appello mancasse Drake, alzai un sopracciglio e toccai la gamba di Nathan per controllare fosse ancora nel mondo dei sogni come Ryan, mi assicurai che le manette che li tenevano legati al sedile fossero salde ed uscì facendo scattare le serrature.
Cominciai a camminare li intorno e mi fermai quando lo vidi dentro al negozio, sorrisi guardandolo girare per quei bassi scaffali sfatti, mi portai una mano sul braccio e mi domandai come diavolo avrei potuto dire ad Ella che suo padre non si ricordava della sua esistenza.
Entrai facendo suonare nuovamente la campanella attirando l'attenzione del ragazzo, i suoi occhi si fermarono nei miei per qualche istante e lo raggiunsi davanti agli alcolici.
«Mi dispiace deluderti, ma la più forte l'ho già rubata io»
Lo informai strappandogli un sorriso, distolsi lo sguardo ed entrambi restammo in silenzio per un po'.
«Tessa»
«È tutto okay»
Lo fermai prima che potesse dire altro, sentì i suoi occhi esitare su di me e mi maledì per essere entrata.
«Balle»
Disse alzando un sopracciglio, gli rivolsi uno sguardo e rimasi in silenzio dandogli poi le spalle, lui mi afferrò il polso prima che potessi scappare e io chiusi gli occhi cercando di trattenermi.
«Drake ti prego»
Mi tiro verso di sé e io mi voltai scontrandomi contro di lui, gli appoggiai le mani sul petto e un brivido mi scosse il corpo quando il suo viso si fece più vicino.
I suoi occhi mi osservavano intensi e sentì il suo respiro farsi più veloce.
«Hai pianto»
Disse abbassando leggermente la voce, io guardai altrove e mi resi conto di non aver mai desiderato tanto stargli lontana più che in quel momento.
«Ehi»
Continuò con tono dolce allentando la presa sul polso, mi morsi un labbro e pregai di non cedere adesso.
«È solo stanchezza, e i led mi irritano gli occhi»
Mi giustificai allontandomi, feci qualche passo indietro e poi scossi la testa uscendo definitivamente da quel posto.

Una volta saliti in auto nessuno dei due aveva più detto una parola per ore, la mia mente ora pensava se ci fosse un divano letto in qualche parte della casa, avrei dormito sicuramente con Ella io, anzi ora lei era la mia unica certezza, l'unica persona per cui non potevo permettermi di lasciarmi andare.
«Tessa stai andando un po' troppo veloce»
Disse all'improvviso facendomi tornare alla realtà, abbassai lo sguardo e rallentai spostandomi dei capelli dal viso.
«Sei stata anche tu al campo?»
Corrugai le sopracciglia a quella domanda e gli rivolsi uno sguardo confusa, lui mi fece un cenno e si sfiorò i capelli forse troppo lunghi.
«Il tatuaggio»
Mi guardai il polso e tirai la manica della giacca per coprirlo.
«Si, storia vecchia»
Risposi cercando di chiudere li il discorso, non riuscivo a parlarci nemmeno insieme e questo era più triste ancora del fatto che non sapesse chi fossi.
«Annata?»
Mi passai la lingua sulle labbra ed esitai stringendo il volante.
«Non mi va di parlarne»
Lo vidi annuire e sentì la nausea salire un altra volta. Gli rivolsi uno sguardo e mi persi qualche secondo a guardarlo mentre osservava il paesaggio spoglio dietro al finestrino. Era strano come la mia mente si rifiutasse di credere che davvero sarebbe finita così, con la mano mi sfiorai la tasca in cui tenevo il suo anello e tornai a guardare la strada sentendo di aver perso tutto.
«Drake»
Lo chiamai all'improvviso. Sentì il suo sguardo posarsi su di me e corrugai le sopracciglia.
«Dimmi»
Incontrai i suoi occhi verdi e lui mi fece un leggero sorriso sfregandosi una mano sulla coscia.
«Ti va di guidare? Ti faccio strada»
In quella frase non c'era nulla di quello che realmente avrei voluto dirgli, ma lui annuì senza dire altro e io accostai cedendogli il posto.
In quel mezzo minuto che impiegati per girare intorno alla macchina mi resi conto di sentirmi completamente svuotata, come se per tutto quel tempo, che l'avessi voluto ammettere o meno, Drake era stato davvero il mio tutto. Un tutto un po' confuso, complicato e preso un po' così come doveva essere, ma era stato il tutto più importante della mia vita e rinunciarvi mi stava davvero distruggendo.

DnaWhere stories live. Discover now