#31 Drake

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Una secchiata d'acqua gelida mi prese alla sprovvista svegliandomi di soprassalto.
«Sveglia Drake!»
Mi alzai a sedere appoggiandomi al muro, passandomi poi una mano sul viso, mi accorsi solo adesso di quanto mi fossero cresciuti i capelli, non erano mai stati così pesanti da bagnati.
Aprì forzato gli occhi e mi domandai per quanto tempo avessi dormito.
«Dove sono?»
Domandai a voce bassa guardandomi intorno, focalizzai il viso di Nathan e lasciai cadere la testa indietro rassegnato.
«Adorabili i tuoi ricordi, potrebbero farci uno di quei film smielati che piacciono tanto alle quattordicenni»
Disse facendosi una breve risata, strinsi una mano sulla coscia, a stento riuscivo a sentire qualcosa. Sospirai e scossi la testa corrugando le sopracciglia.
«Di cosa stai parlando adesso?»
Chiesi incontrando i suoi occhi, la luce di quei led bianca era fastidiosa, mi portai una mano sulla fronte e mi accorsi di essere caldo.
«Non importa, come stai Fratellino?»
Alzai un sopracciglio, capivo due parole su tre che diceva.
«Hai fame? Sete forse?»
Domandò ancora lanciandomi una bottiglietta d'acqua e un sacchetto di carta, presi al volo la bottiglia prima che mi arrivasse in faccia e la aprì bevendola tutta in sorso.
«Facciamo una prova»
Continuò ancora senza che io gli dassi la minima risposta. Accartocciai la bottiglia e cominciai a tossire per l'acqua che mi era andata di traverso.
«Aiutami a ricordare Drake, chi è Tessa Jhons?»
Corrugai le sopracciglia e alzai lo sguardo verso di lui, mi portai una mano sul petto per ritrovare il controllo del mio corpo e poi alzai una spalla.
«Io...non lo so...credo di...non ricordo»
Lui sorrise alla mia risposta confusionaria e io abbassai lo sguardo sentendo la testa esplodere. Mi portai ancora la mano sulla fronte, mi sembrava di svenire.
«Sei sicuro? Non ti dice nulla quel nome?»
«Ho la testa che mi scoppia»
Dissi ignorando la sua domanda, vedevo le sue labbra muoversi, eppure la sua voce mi sembrava così lontana.
«Rispondi Drake, ha i capelli rossi, la ricordi adesso?»
Mi concentrai sul labbiale, scossi la testa e alzai una spalla.
«No..., non so chi sia Nathan»
Risposi esausto, mi sembrava di essere ubriaco, la testa mi girava e a stento riuscivo a tenere gli occhi aperti.
Ascoltai il mio cuore aumentare pericolosamente il suo battito, dava l'idea che spingesse ogni secondo di più sulla cassa toracica.
«Avanti Drake, sforzati un po', se ti dico Rylei Evans?»
Sorrisi sentendo quel nome, per la prima volta, non risuonare solo nella mia testa.
«Allora?»
Annuì sentendo il cuore prendere un ritmo diverso, mi tornò in mente il sorriso di quella ragazzina e inclinai la testa appena verso destra.
«Si...vagamente»
Dissi corrugando le sopracciglia e concentrandomi a ricordare il colore dei suoi occhi.
Lui mi mise una mano sulla spalla e io gli rivolsi uno sguardo confuso.
«Perché tutte queste domande?»
Chiesi restando seduto, lui mi fece un sorriso e io cercai di ignorare quel doloroso male alla testa.
«Non pensarci, ora alzati, di certo su un letto sarai più comodo»
Annuì lasciando che mi aiutasse ad alzarmi. Non credevo di essermi mai sentito tanto pesante in vita mia.
«Nathan...»
«Shhhh»
Mi sussurrò zittendomi, si portò un mio braccio intorno al collo e io cercai di fare leva sulle gambe.
«Risparmia le forze Drake, abbiamo tutto il tempo che vuoi per parlare»

Spostai il mio peso sul lato destro del mio corpo, rigirandomi tra quelle lenzuola fredde per l'ennesima volta.
Il mal di testa era quasi scomparso eppure mi sentivo strano, forse erano tutti quei farmaci che mi aveva dato mio fratello.
«Tessa Jhons...»
Sussurrai nel silenzio di quella piccola stanza semivuota e buia. Più ci pensavo più quel nome sembrava non dirmi nulla.
Provai a chiudere gli occhi e strinsi il cuscino sperando di prendere sonno.
«Drake»
Aprì gli occhi, ancora quella voce. Era una settimana che mi torturava la mente, appariva all'improvviso, sempre quando il mio corpo sembrava rilassarsi.
Un fulmine bianco, come una luce intensa, quella voce e l'ombra di una ragazza dai capelli lunghi.
Scossi la testa e provai a chiudere ancora gli occhi portandomi una mano sul petto.
Era così strano che come quella voce si facesse sentire, il mio cuore prendeva a correre in modo irregolare.
«Tessa...»
Ripetei a voce bassa, eppure sembrava così familiare pronunciato dalle mie labbra.

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