#37 Drake

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Mi infilai la catenina in tasca e guardai quella ragazza cambiare espressione.
I suoi occhi avevano perso il contatto con i miei già da qualche minuto, la sua completa attenzione era rivolta a mio fratello.
«Mi ero dimenticata quanto ci si diverte a stare dalla parte dei cattivi Nathan, ti capisco sai, di qua è più divertente»
Disse lei lasciando un lieve graffio sul suo collo, la voce di quella ragazza aveva un qualcosa di strano, ogni volta che parlava mi sembrava che dentro di me qualcosa si spezzasse.
«Tessa»
La chiamai, lei alzò lo sguardo su di me e io continuai a guardarla, non sapevo perché l'avessi chiamata, non avevo niente da dirle, eppure quegli occhi non mi sembravano sconosciuti.
«Hai ragione sai, sono diventata più debole, probabilmente ora prima di sparare ci penso un po' su, ma non hai notato una cosa»
Sussurrò a voce bassa all'orecchio di Nathan, con uno scatto gli fu davanti e ritirando il coltello nella tasca posteriore dei jeans prese Nathan per la camicia avvicinandoselo con forza.
«Non mi hai mai fatta incazzare tanto»
Ringhiò senza separarsi dai suoi occhi.
«Si legge nei tuoi occhi che vorresti vedere la mia testa rotolare a terra, che aspetti Bambola, uccidimi»
Lei sorrise e abbassò lo sguardo qualche secondo per riflettere.
«Ti piacerebbe»
Le sussurrò lei spingendolo a terra.
La porta alle nostre spalle si spalancò e Matt entrò facendomi un cenno.
«Drake!»
«Matt, portalo via»
Ordinò la ragazza lanciandogli un occhiata che pretendeva obbedienza immediata.
Alzai un sopracciglio e mi soffermai a guardarle le labbra per un istante
«Tessa forse...»
«Adesso!»
Con uno scatto mi ritrovai il biondino davanti, mi fece un sorriso e mi spinse verso la porta. Non sembrava essersi osato a finire la frase.
«Drake che fai? Andiamo»
Io annuì e lo seguì senza fare storie.
Come entrai nel corridoio le sirene smisero di suonare e un silenzio improvviso calmò le mura per qualche minuto, sentivo il suono dei nostri passi, qualche sparo lontano e un grido improvviso mi fece tornare alla realtà.
Non mi trovavo più nella mia cella, non ero allo stremo delle forze e nemmeno bloccato in una stanza da letto.
«Drake, tutto bene?»
Mi chiese Matt a voce bassa, i suoi occhi trasparenti mi guardavano preoccupati, non riuscì a rispondere subito, la mia mente sembrava cercare di capire cosa avessi fatto negli ultimi giorni...
«Non credo no...»
Dissi infine confuso, vedevo male, probabilmente ancora intontito da quei farmaci che mi erano stati dati poche ore prima.
Mi sentì tirare una manata sul petto e mi accorsi di essere attaccato ad un muro dietro a Matt, da dietro l'angolo guardava che la situazione fosse tranquilla e si irrigidì quando si rese conto di non trovarsi lontano dall'ingresso.
«Quanto velocemente puoi muoverti?»
Corrugai le sopracciglia a quella domanda, alzai una spalla e quando provai a correre sentì il mio corpo diventare pesante.
«A passo d'uomo a quanto pare»
Gli feci notare non riuscendo a sentirmi più Angelo.
Lui mi fece un cenno e imprecò a voce bassa alzando gli occhi al cielo.
«Ma lei viene con noi?»
Chiesi senza rendermene conto guardandomi le spalle, sapevo di non averla affianco, ma sapevo si trovasse ancora nell'ufficio di Nathan.
«Di cosa stai parlando?»
«Della ragazza dai capelli rossi»
Lui alzò un sopracciglio e prese un respiro.
«Che razza di domande fai? Certo che viene con noi, che c'è, avete di nuovo litigato?»
Sbottò infastidito, corrugai le sopracciglia.
«Che significa "di nuovo"?»
Matt mi ignorò e mi fece cenno di seguirlo, era strano il modo in cui si aggirava per la struttura, non c'era anima viva, eppure sembrava prestare più attenzione di quando c'era stata la battaglia.
Le porte automatiche si aprirono, il ragazzo si mise una mano sulla tasca dei pantaloni, dove teneva la pistola e cominciò a camminare velocemente guardando in alto.
«Possibile che li abbia già fatti fuori tutti?»
Chiese al nulla rilassandosi nel constatare che eravamo soli.
«Chi?»
Un altra domanda, stavo diventando ripetitivo e noioso perfino ai miei occhi.
«A si, ti sei perso giusto una o due cosette mentre stavi rinchiuso qua.
Mi dispiace anche averti dato per morto a dire il vero»
Annuì poco convinto e lui cominciò a correre fino a raggiungere una macchina scura. Lo seguì in silenzio e una volta usciti dai cancelli mi sentì meglio.
«Oltre a perderti la rapida crescita di Ella, ti sei perso anche il suo...cambiamento, se così possiamo definirlo»
Gesticolò aprendo il baule, presi al volo una bottiglietta d'acqua e alzai una mano zittendolo.
«Matt frena! Ti prego...non capisco di cosa parli, chi sarebbe questa Ella? E la ragazza nell'ufficio di Nathan poi?
Insomma, quanto posso essere stato via per essermi perso l'arrivo di queste persone?»
Il suo sguardo si fece assente per qualche istante, aprì la bocca e poi la richiuse mettendosi una mano tra i capelli  sfilandosi la bandana per sbaglio.
«Che diavolo è successo da quando sono scomparso?»
Domandai ancora nervoso, ero agitato, mi sentivo male, nel caos più totale, addirittura spaesato e lo sguardo sconvolto del mio amico di certo non aiutava.
«Che diavolo è successo a te da quando sei scomparso è la domanda giusta Drake»
Rispose infine aprendo la portiera accanto a noi e porgendo una bottiglietta all'uomo al suo interno.

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