#52 Tessa

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«Mi ha provocata!»
Gridai in risposta facendo un passo avanti.
«Come Tessa? Come?! È legato, senza forze, se dai la colpa alle stronzate che ti racconta allora significa che ancora non hai imparato nulla!»
Matt diede uno spintone a Drake e puntò il dito contro di me.
«Sono giorni che non fa altro che parlare per metterci uno contro l'altro, c'è una tensione terribile da quando ha messo piede qua dentro! Dice cose a Jhona, come ne racconta tante altre a me e agli altri, ma sappiamo tutti che non dobbiamo starlo a sentire!»
Gli presi il polso e gli abbassai il braccio guardandolo con rabbia.
«Parli perché non ci sei dentro quanto me!»
Ringhiai lasciandolo andare, per qualche istante i nostri sguardi rimasero fissi l'uno nell'altro, il mio petto si alza e abbassava agitato, provavo talmente tanta rabbia e frustrazione che la mia mente sembrava essere annebbiata.
«Ancora?! La vuoi piantare? Non gira tutto in torno a te Jhons! Solo perché hanno fuso il cervello al tuo ragazzo non significa che dobbiamo sopportare le tue lamentele!»
Aprì leggermente le labbra, sentì il mio viso rattristarsi e gli occhi cominciarono a bruciare leggermente. Alzai la mano per tirargli uno schiaffo ma mi trattenni prendendolo per la maglia e spingendolo con forza contro al muro.
«Lascia Drake fuori da tutto questo!»
Gli suggerì stringendo la presa sul suo petto, i suoi occhi mi squadrarono silenziosi e io allentai la presa ricordandomi della presenza di Drake nella stanza.
Incontrai i suoi occhi verdi, lui corrugò le sopracciglia e mi rivolse uno sguardo confuso. In quel momento il silenzio sembrò caderci addosso come un macigno.
«Tessa?»
Mi chiamò lui senza staccare gli occhi da me, abbassai lo sguardo e mi portai una mano alla bocca.
«Che diavolo sta succedendo qua dentro?»
Alzai lo sguardo su Aston, che velocemente scese le scale guardandosi intorno in cerca di risposte.
Incontrai ancora lo sguardo di Drake e lui alzò un sopracciglio, appena fece un passo avanti io ne feci uno indietro e in un attimo sparì ritrovandomi in cima alle scale, uscì chiudendomi la porta alle spalle.
Mi portai entrambe le mani nei capelli e mi sentì mancare.
La porta si aprì di nuovo e io mi voltai trovandomi davanti ancora lui.
«Che fai? Scappi ancora?»
«Stammi lontano Miller»
«No, assolutamente no»
Annuì una sola volta e cominciai a camminare uscendo nel viale, la suola dei miei anfibi scricchiolava sopra la ghiaia umida. Il vento mi alzò i capelli, portandosi dietro un forte odore terreno.
«Tessa!»
Lo sentì gridare alle mie spalle, aumentai il passo cercando di scattare, ma il mio corpo sembrava non rispondere.
«Rossa fermati!»
All'improvviso mi bloccai, il cuore mancò un battito e mi morsi il labbro inferiore tornando a respirare. Un aria si alzò alle mie spalle e in un battito di ciglia me lo ritrovai davanti, alzai lo sguardo sul suo viso e non potei fare a meno di guardarne ogni particolare.
«Ferma, ti prego stai ferma un attimo»
Disse prendendomi per le braccia. Avrei potuto tirargli una gomitata e scappare e non nego che mi fosse passato per la testa, ma invece non feci nulla.
«Sono giorni che non dormo, che tutti mi evitano appena apro bocca e in un certo momento ho pensato di essere impazzito»
Strinse la presa, come se avesse il terrore che io potessi scappare da un momento all'altro, e quella paura era così viva nelle sue iridi che dava l'idea di essere concreta.
«Dio...ho così tanto da dirti che non saprei da dove cominciare, ho paura di parlare perché potrei confondermi e non spiegarmi al meglio, ma ho bisogno di sapere perché hai fatto il mio nome, perché hai detto a Matt di lasciarmi fuori da tutto questo»
Inclinò appena la testa di lato e continuai a squadrare i suoi occhi sperando di non dover mai parlare.
«Non posso»
Dissi abbassando lo sguardo.
«Te lo chiedo per favore Tessa, ho bisogno di sapere cosa non mi dite, perché so che c'è qualcosa che non mi è stato detto, e sentendo quella discussione sotto, la mia mente ha cominciato a delirare»
Rimasi in silenzio e sentì la presa sulle mie braccia farsi meno ferma, lasciò scivolare le mani lungo la mia pelle e il mio cuore si calmò all'istante.
«Perché non riesci a guardarmi negli occhi per più di dieci secondi?»
«Perché sono innamorata di te Drake dannazione! Tu non hai idea di chi io sia e questo mi sta uccidendo! Non riesco più a guardarti, a parlare senza urlarti addosso e l'idea di non sapere come diavolo farti tornare da me mi sta letteralmente mandando fuori di testa!»
Gridai svuotando i polmoni, lo spinsi e lui fece un passo indietro.
«Ti ho cercato per un anno! Un anno!»
Continuai con rabbia usando tutta la voce che avessi, lo spinsi ancora e poi ancora.
«Dio! Che ho fatto di male per meritarmi tutto questo!?»
Gli tirai un ultimo spintone e sentì il cuore correre fuori controllo, mi portai una mano al petto e abbassai lo sguardo sentendomi una merda. Non avrei voluto dirgli tutte quelle cose, ma Nathan aveva ragione, mi portavo troppa rabbia dentro per poter permettere alla mia mente di riacquistare l'equilibrio.
Sentendomi osservata alzai lo sguardo e incontrai le iridi verdi di quel ragazzo. Mi guardava in silenzio, come alla ricerca di qualcosa.
«Mi dispiace, io»
«Non provare pena per me Miller, non ne vale la pena»
Dissi interrompendo qualsiasi cosa stesse per dire, non volevo ascoltarlo, non volevo sentire altro.

DnaWhere stories live. Discover now