3.

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Quel pomeriggio decisi di andare a studiare in biblioteca, forse il silenzio che aleggiava lì dentro, avrebbe spento i miei rumorosi pensieri. Ero seduta da più di due ore al mio posto, e stavo cercando di capire cosa volessero significare quegli esercizi di matematica. L'allenamento con le cheerleader mi aveva sottratto molto tempo, ed ero rimasta indietro con lo studio, come mio solito. Cominciai a rassegnarmi al fatto che, non avrei concluso nulla ed iniziai a scarabocchiare con la penna sui quadretti del foglio. D'un tratto però sentii una presenza ciondolare accanto a me. Alzai lo sguardo per incontrare i suoi occhi scuri, la sua pelle ambrata e le sue ciglia lunghe e piene. 

Mi sorrise flebilmente, facendomi alzare la temperatura corporea. Averlo così vicino mi mise in imbarazzo, non avrei mai pensato che avrebbe avuto il coraggio di venire direttamente da me. 

"Ti serve una mano?" Chiese indicando i miei fogli.

Scossi la testa e chiusi il quaderno, per concentrarmi meglio su di lui. Mi sentii le guance andare a fuoco e lo stomaco sottosopra. 

"E a te?" Esclamai incrociando le braccia al petto.

Si morse un labbro ed annuì. Quei sorrisetti mi facevano andare fuori di testa. Si posizionò di fronte a me, mise la mani in tasca e mi porse il suo cellulare. Sentii il suo profumo avvolgermi quasi in un abbraccio. Era buono, ma scontato. Presi a fissare il suo iPhone e poi lui. 

"Hai detto che dovevo chiedertelo personalmente" affermò sicuro di se stesso.

Sorrisi di fronte a tutta quella sfacciataggine e gli tirai il cellulare dalle mani. Digitai velocemente il mio numero e glielo restituii, sempre sotto il suo minuzioso sguardo.

"Contento?" Chiesi con un sorriso falso.

Joel si abbassò alla mia altezza, poggiò le mani ai lati della sedia su cui ero seduta e mi lasciò un bacio su di una guancia.

"Non sai quanto" sussurrò allontanandosi. 

La mia spina dorsale prese a vibrare e mi si formò la pelle d'oca sulle braccia. Solo quando ebbe svoltato l'angolo, mi resi conto di cosa fosse appena successo. Misi una mano sul cuore che stava battendo violentemente, e sorrisi come una stupida. 

***

Raggiunsi la mensa a grandi falcate, avevo fatto tardi e mi rimaneva poco tempo per il pranzo. Nonostante ciò ero felice come una Pasqua, stare così vicino a Joel mi aveva messo di buon umore. Scorsi Michelle da lontano che sventolò la mano allegramente per catturare la mia attenzione. La raggiunsi e notai che al nostro tavolo, c'erano seduti anche Christopher e Richard. Mi misi a sedere cercando di riprendere fiato e cacciai dallo zaino la mia mela.

"Cos'è tutta questa allegria?" Esclamò il mio amico dalla pelle scura.

Alzai lo sguardo e e lo piantai nel suo, aveva gli occhi scuri e profondi che entravano in contrasto con i suoi capelli fuxia. 

"Nulla" affermai dando un morso al mio pranzo.

Michelle intanto mi scosse per un braccio, quasi ad incitarmi a parlare. Ma non mi lasciai sfuggire nulla, gliene avrei parlato quando saremmo state da sole. A volte la sua insistenza, mi stava sulle scatole. Joel in quel preciso istante passò accanto al nostro tavolo e mi fece un occhiolino, poi con la mano indicò il suo telefono mordendosi un labbro. Se stavo cercando di nascondere gli affari miei, lui aveva appena fatto saltare tutto. 

"Non ci credo" sentii la voce di mia sorella rimbombarmi su per la schiena.

Fece il giro del tavolo ed andò a salutare Christopher, lasciandogli un sonoro bacio sulle labbra. Cercai di non sembrare infastidita dalla cosa, ma non riuscivo ad essere indifferente alle loro smancerie. Mi facevano voltare lo stomaco. 

My Sister's Boyfriend (CNCO/Christopher Velez) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora