18.

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Il mattino seguente una scia di baci caldi, mi si poggiò su di una spalla, facendomi venire i brividi, sorrisi ma non mi mossi da quella posizione. Sentii il respiro di Christopher giungermi su per il collo e poi spostarsi delicato sotto la mascella. Aprii gli occhi e mi voltai verso di lui, le sue labbra gonfie erano morbide e rosse, i suoi occhi grandi, sembravano ancora mezzi addormentati, non persi tempo e poggiai la bocca sulla sua. Aveva dormito per tutta la notte a petto nudo, attaccando la sua pelle bianca e pulita alla mia schiena coperta. Mi aveva tenuta stretta, come se avesse paura che scappassi. Ma io non sarei andata da nessuna parte.

"Buongiorno" esclamai scompigliandogli i capelli lunghi.

Aveva voluto usare a tutti i costi il mio shampoo, sostenendo che in quel modo avrebbe avuto sempre il mio odore addosso. Mi aveva completamente fatta sciogliere dopo quell'affermazione. 

"Quand'è che li tagliamo?" chiesi facendolo ridere.

Li aveva fatti crescere perché a mia sorella Cleo piacevano così, gli stavano bene, ma in fondo sapevo che per lui fossero solo un fastidio. Gli coprivano il collo pallido, e si poggiavano disordinati sulle spalle. 

"Non li tagliamo" sussurrò baciandomi di nuovo.

Mi sarei voluta svegliare ogni giorno col suo corpo attaccato al mio, con i suoi baci caldi, col suo profumo addosso. Ma noi eravamo troppo distanti da quella normalità, troppo distanti da una realtà che probabilmente non ci sarebbe mai appartenuta.

****

"Ragazzi ma come cazzo si mettono questi così?" urlò Richard fissando in malo modo i suoi scii.

Scoppiai a ridere e lanciai uno sguardo a Christopher che corse in soccorso al suo amico, Richard era più un tipo da mare che da montagna. Mia e Loris le avevo perse tra la folla, ma avevo dedotto dal modo in  cui stavano facendo le oche, che provassero un certo interesse per il nostro istruttore. Dopo aver preso tutte le precauzioni possibili, dopo che avevamo capito su quale pista fosse meglio scendere con gli scii, mi sentii prendere per i fianchi. 

"Se arrivo prima io stanotte fai l'amore con me" sussurrò Christopher al mio orecchio.

Avrei fatto l'amore con lui anche subito, mi sarei levata quegli scii e me lo sarei trascinato nella nostra stanza. Però mi limitai a ridere di gusto e ad allontanarlo da me, se mi stava sfidando, l'avrei sicuramente vinta io quella gara. 

"Se invece ci arrivo prima io, chiedo di uscire a quel ragazzo" dissi ammiccando in direzione di un biondino dagli occhi azzurri, che non aveva fatto altro che tenere gli occhi poggiati sul mio fondoschiena.

Non avrei mai fatto una cosa del genere, mai mi sarei potuta invaghire di un altro ragazzo, ne avrei avuto il coraggio di chiedergli di uscire. Per me esisteva solo Christopher, esistevano solo i suoi baci, i suoi occhi, il mio cuore, apparteneva solo a lui e a nessun altro. Vidi la sua espressione cambiare totalmente, ma non disse nulla. Arrivai di sotto senza nessun tipo di problema, stupendomi del modo in cui fossi riuscita a restare in piedi su quegli aggeggi. Christopher invece, era scivolato ed era rimasto indietro. Lo vidi togliersi gli scii e raggiungermi insieme alla sua furente espressione. 

"Oh andiamo che sarà un'altra notte in bianco" esclamai punzecchiandolo. 

Mi guardò male e si mise a sedere sulla neve fredda. Sapevo a cosa stesse pensando e mi fece sorridere. Avere qualcuno che dimostra di tenerci a te, ai tuoi sentimenti, non mi era mai capitato di avercelo nella vita. Ma adesso era lì seduto di fronte a me e mi stava pregando con lo sguardo di non fargli una cosa del genere. 

"Non vorrai mica chiedergli davvero di uscire?" disse allargando le braccia.

Io sorrisi e gli gettai una palla di neve. 

****

Stavo cercando qualcosa da mettere per l'appuntamento con Mike, nome finto del ragazzino dai capelli biondi, che secondo Christopher avevo invitato ad uscire qualche ora prima. In realtà ero andata alla reception, perché avevo in mente di organizzargli una sorpresa, ma lui era troppo accecato dalla gelosia per accorgersene. Senti la sua presenza ciondolarmi alle spalle e quando mi voltai lo trovai poggiato allo stipite della porta. 

"Sasha sei una fottutissima stronza" esclamò guardandomi da capo a piedi. 

Alzai gli occhi al cielo e tornai a fare quello che stavo facendo qualche minuto prima, avevo scelto un vestito abbastanza scollato. Volevo che fosse lui a togliermelo quella sera, volevo che fosse lui a farmelo scendere delicatamente giù per le caviglie. 

"Che c'è non sai perdere?" dissi passandomi il pennellino da blush sulle guance. 

Lo sentii sbuffare e sfilarsi la maglietta su per la testa, segno che il suo sangue, stava cominciando a ribollirgli ferocemente nelle vene. 

"Tu esci da questa stanza e poi sarai tu a perdere" affermò voltandosi.

Uscii dalla nostra stanza sbattendosi la porta alle spalle.

****

Ordinai la cena in camera, accesi due candele e posizionai il tavolino di fronte al camino. Cercai il telefono e composi il suo numero, non lo avevo visto per tutto il pomeriggio, e gli chiesi di raggiungermi il più in fretta possibile. Non ce la facevo più a resistere. Bussò due volte alla porta, premendo con insistenza le nocche sul legno.Quando me lo trovai davanti avrei voluto ridere, ma mi trattenni e cercai di fare la persona matura. 

"Cosa vuoi?" chiese entrando.

Lo bloccai per un braccio e me lo trascinai dietro, l'altro lato della stanza era immerso nell'odore di pollo arrosto e candele, che facevano sembrare il tutto più romantico. Vidi la sua espressione mutare velocemente e i suoi lineamenti addolcirsi.

"Che significa?"mi guardò riducendo gli occhi a due fessure.

Amavo quando lo faceva, amavo le rughe che gli si formavano accanto agli occhi, quegli stessi che avrei voluto guardare ed ammirare per tutta la vita.

"Volevo solo passare una bella serata con te" affermai mettendogli le mani dietro al collo.

Scosse la testa e mi sorrise avvicinando la sua bocca alla mia, mi stampò un bacio a fior di labbra e quel semplice tocco, mi fece andare fuori di testa. Amavo quel ragazzo più di qualsiasi altra cosa, se mai ci saremmo separati, se mai le nostre strade si fossero divise, io non so che fine avrei fatto. Mangiammo in silenzio tenendo le mani incrociate, Christopher era la mia piccola porzione di felicità.

"Quindi era tutta una messa in scena. Perché?" disse bevendo dal suo calice.

Sorrisi mentre nella mia mente, immaginai quel pomeriggio piovoso di Ottobre, quando per la prima volta mi disse che avrebbe voluto fare l'amore con me. Avevamo litigato, non eravamo ancora nulla, solo due ragazzi spaventati da quella situazione troppo grande. 

"Perché mi hai sempre detto che dopo una litigata bisogna fare l'amore" spiegai "Ed io voglio fare l'amore con te Christopher" esclamai mordendomi un labbro.

Non so da dove mi uscì tutto quel coraggio, ma le parole mi scivolarono sulla lingua automaticamente, senza che potessi controllarle. Gli occhi di Christopher sorrisero al posto della sua bocca. Si alzò e mi porse la mano, mi baciò e mi abbracciò così dolcemente.

"Aspetto questo momento da una vita" sussurrò facendomi distendere sul letto. 

Me lo trascinai sopra di me, gli sfilai la maglietta mentre la sua bocca non si staccò nemmeno un momento dalla mia. Mi accarezzò il seno ed i fianchi, mi sfiorò la mascella col naso mentre con le dita cercò di levarmi il vestito, che con un movimento, finì sul pavimento insieme ai suoi jeans. Attaccai la sua pelle alla mia, inalai il suo profumo, gli passai le dita tra i capelli morbidi, gli toccai le spalle grosse. 

"Non si torna più indietro, piccola Sasha" sussurrò sfilandomi le mutandine.

Io non volevo tornare indietro, volevo diventare sua, appartenergli. Volevo che fossimo solo tutti e due, pelle contro pelle. Volevo che le sue mani non smettessero di toccarmi e la sua bocca non smettesse di baciarmi. 

"Ti voglio adesso Christopher e per tutta la vita" affermai guardandolo negli occhi.

A diciassette anni, per la prima volta feci l'amore con la persona più importante della mia vita.c


My Sister's Boyfriend (CNCO/Christopher Velez) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora