25.

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Quel quattordici di febbraio si portò dietro un temporale che non ci permise di uscire dal nostro hotel. Le gocce battevano pesantemente sulle finestre della nostra stanza, ed il vento soffiava così forte che penetrava dalle fessure di quest'ultime, rendendo il tutto davvero macabro e spaventoso.

Parigi sembrava aver cambiato umore, proprio come me. Che mi ero ritrovata per l'ennesima volta a dover fare i conti con i sentimenti che provavo per Christopher. Già Christopher, colui che stava cercando di mettersi in contatto con me da circa ventiquattr'ore, lo stesso che stavo evitando con tutte le mie forze. Volevo solo starmene da sola, sotto le coperte ad ascoltare le mie canzoni deprimenti.

"Sasha, alzati immediatamente" esclamò Loris scuotendomi per un braccio.

Grugnii e la scacciai via. Perché non capivano che dovevano solo togliersi dalle scatole? Stavo davvero male, e volevo solo essere lasciata in pace.

"Loris per favore, voglio stare sola" dissi mettendo il naso fuori dalle coperte.

La sentii sospirare, poi il materasso si piegò da un lato quando si mise a sedere accanto a me. Non se ne sarebbe andata, questo era certo.

"E va bene, ti lascio sola. Ma se hai bisogno io e Mia siamo di sotto a giocare a cluedo" spiegò dandomi una pacca amichevole.

Non le risposi, ma semplicemente aspettai che uscisse. Quando finalmente si chiuse la porta alle spalle, mi sentii meglio. Avevo gli occhi gonfi e le guance appiccicate a causa delle lacrime, un pacco di fazzoletti mezzo vuoto posto suo comodino accanto al letto, ed un magone allo stomaco. Rimisi la testa sul cuscino e chiusi gli occhi. Quando li riaprii però, mi ritrovai immersa nel buio più totale.

***
Mi alzai di scatto sentendomi frastornata, presi il cellulare e cercai di capire che ore fossero. L'orologio digitale posto sullo schermo, segnava le diciannove in punto, fuori era buio, così come lo era nella mia stanza.

Il temporale stava continuando imperterrito, probabilmente per tutto il tempo in cui avevo dormito, l'acqua non aveva cessato per un solo secondo di scendere. Decisi così di alzarmi e di accendere le luci, ma quando mi avvicinai all'interruttore e lo feci scattare, non successe nulla. Ci riprovai ancora e ancora, ma niente.

Mi affacciai così alla finestra della stanza, notando con mio grande stupore che tutta Parigi era in pieno blackout. Spalancai la bocca e cercai di chiamare le mie amiche. Ma niente, non c'era nemmeno campo.

Decisi di andarle a cercare, così dopo essermi  messa le scarpe, uscii di soppiatto dalla stanza. C'era un silenzio tombale, uno di quelli capace di metterti i brividi, mi feci luce con la torcia dell'iPhone e di tanto in tanto la proiettavo alle mie spalle. Quando andai a sbattere contro qualcuno però, lanciai un urlo così forte che mi bruciò persino la gola.

"Cazzo Sasha" sentii.

Cacciai un sospiro di sollievo sentendo la familiare  voce di Richard, riecheggiarmi nelle orecchie.

"Oh per fortuna sei tu" esclamai mettendomi una mano sul cuore "Ma che ci fai qui?" chiesi corrugando la fronte.

Lui mi guardò e mi indicò la sua stanza. I miei occhi ormai si erano abituati al buio tanto da permettermi di scorgere i suoi movimenti.

"Ho scordato il telefono" spiegò "Aspettami qui vado a prenderlo" affermò sorpassandomi.

Rimasi ferma al mio posto, perché avevo troppa paura per potermi muovere. Quel silenzio mi metteva davvero in agitazione. Però venne spezzato dopo qualche minuto dalle imprecazioni di Loris.

"Porca puttana Mia, non dovevamo lasciarla sola" esclamò.

Risi cercando di non farmi sentire, probabilmente Loris mi aveva dato la caccia dappertutto.

My Sister's Boyfriend (CNCO/Christopher Velez) Where stories live. Discover now