33.

1.1K 83 2
                                    

Il vento freddo di Marzo mi sferzò il viso quasi come fosse una coltellata, facendomi smuovere i capelli che senza accorgermene, si sciolsero ricadendomi morbidi sulle spalle. Avevo il vestito macchiato da qualche gocciolina di sangue che mi era fuoriuscita dal labbro, ero scalza e probabilmente avevo anche i piedi sporchi, visto che mi ero tolta in tutta velocità le scarpe.

"Sasha, chiudi quel finestrino" esclamò Loris sfregandosi le mani sulle braccia scoperte.

Avevamo lasciato la scuola con troppa fretta e non ci eravamo preoccupati di portarci dietro le nostre cose. Avevo scordato il telefono nella borsetta, ed il mio giubbotto di pelle, infatti stavo morendo di freddo. Nonostante ciò stavo cercando di non dare a vedere quanto sentissi il gelo posarmisi sulla pelle scoperta del collo, non potevo pesare ancora su Christopher. Alzai così la trasparenza che mi divideva dall'autostrada che stavamo percorrendo da quasi un'ora, e mi voltai verso di lui. 

Aveva la mascella contratta, lo sguardo rivolto davanti a se, la camicia ripiegata fino ai gomiti e la mano sempre stretta alla mia. Sorrisi impercettibilmente, mi morsi un labbro e poggiai la testa sulla sua spalla, dovunque stessimo andando non mi importava. Lo sentii sospirare e accarezzarmi la testa con l'altra mano.

***

"Sasha svegliati" sentii sussurrarmi all'orecchio.

Mi alzai di scatto e voltai la testa da un lato all'altro per cercare di capire dove fossimo, quel posto però non mi era per niente familiare. I vetri della macchina si erano appannati, e non riuscivo più a sentire le dita dei piedi. Faceva troppo freddo, e la neve aveva cominciato a scendere rendendo il paesaggio intorno a noi completamente austero e privo di vita. Mi vennero dei brividi che mi percorsero tutta la linea della spina dorsale. 

"Ma dove siamo?" chiesi stropicciandomi gli occhi.

Scostai alcune ciocche dalla fronte e lasciai la mano di Christopher, che era sudata ed accaldata rispetto al resto del mio corpo. Le gambe mi si erano intorpidite e stavano cominciando a formicolare. 

"Siamo nella baita dei miei" esclamò Mia indicandomi una casetta di legno, che si trovava praticamente dal lato opposto della strada.

Era piccola, con un portico da cui si poteva intravedere una porticina verniciata di verde. Le luci all'interno accese, segno che c'era già qualcuno ad aspettarci, quasi sapesse del nostro arrivo. Ridussi gli occhi a due fessure per poter guardare meglio, prima di scuotere Christopher per un braccio. 

"Che c'è?"chiese dolcemente dandomi un bacio sulla fronte.

Aveva le labbra calde e morbide, che avevano assunto quel colore scuro che le faceva sembrare troppo invitanti ai miei occhi. Vidi il suo sguardo diventare spento e cupo, lo stesso che mi formò nello stomaco una voragine. Stava male tanto quanto ci stavo io. Strinsi i pugni e cercai di reprimere il mio malessere, avrei voluto prendere il suo dolore e farlo solo mio, avrei voluto proteggerlo da tutto quello che c'era lì fuori, dalla mamma, da Cleo, e anche da me stessa.

"Perché siamo qui?" sussurrai poggiando una mano sui suoi pantaloni.

Chris mi accarezzó una guancia e mi prese il viso tra le mani. Il suo sguardo cambiò traiettoria e si poggiò sui fiori del mio vestito. Sembrava troppo preoccupato, troppo spaventato nonostante fossimo insieme. Sarei voluta essere la sua spalla forte, il suo punto fermo, eppure nei suoi occhi non ci vidi la sicurezza che io, al contrario riponevo sempre su di lui. 

"Voglio solo stare un po' con te" disse facendo sfiorare i nostri nasi.

Tutto quello che avevamo costruito in quei mesi, adesso non apparteneva solo a noi due, era diventato di tutti. Michelle era riuscita a metterci con le spalle al muro, era riuscita a rovinarmi l'unica cosa buona che avessi mai avuto nella vita.

"Dai andiamo, si congela" disse aiutando a mettermi le scarpe. 

Le indossai muovendomi in maniera sconnessa e dopo esserci riuscita, raggiungemmo insieme l'entrata della baita. La luce gialla de portico, illuminò il viso di Christopher, rendendolo ancora più bello. Bussò con una certa insistenza, sfregandosi poi le mani a causa del freddo. Quando questa si spalancò ci trovai dietro Loris, con una coperta stretta tra le mani. Me la poggiò in fretta sulle spalle, facendoci entrare velocemente. Un tepore dolce mi si posò sulle spalle, facendomi chiudere gli occhi, ma li riaprii subito quando sentii delle voci provenire dall'altra stanza.  

"Chi c'è?" chiesi curiosa alla mia amica.

Loris mi sorrise e mi scortò in cucina. Dietro al bancone ci trovai comodamente seduti Erick e Zabdiel. Avevano tra le mani due tazze fumanti di cioccolato, mentre Mia aveva messo a cuocerne dell'altro.

Quando i nostri sguardi si incrociarono, vennero ad abbracciarmi. Mi tennero stretta come se volessero proteggermi da qualcosa. In realtà l'unico che doveva essere protetto era lì davanti a me poggiato al muro, con lo sguardo perso nel vuoto. Sapevo quanto fosse preoccupato e allarmato, ma non gli dissi niente, forse aveva solo bisogno di starsene un po' per conto suo lontano dai miei drammi.

"Cosa ci fate qui?" chiesi andandomi a sedere accanto a Richard. 

Vidi uno scambio di sguardi tra Mia ed Erick. Probabilmente nel timore del momento, Mia aveva messo da parte il suo astio verso Erick e ci aveva voluti aiutare, mandando sia lui che Zabdiel a riscaldare la sua baita.  

"Quando si tratta di aiutare gli amici, noi ci siamo sempre" esclamò Erick alzando le spalle.

Sorrisi impercettibilmente. Ero fiera delle persone che avevo accanto, fiera delle mie amiche e di come mi fossero rimaste vicine nonostante tutto. Quando mi ricordai di Christopher, alzai lo sguardo verso il punto in cui era qualche minuto prima, ma non lo trovai. Mi feci scivolare la coperta dalle spalle e con una scusa mi allontanai per cercarlo. Lo trovai seduto sul divano, con la testa tra le mani ed i capelli sciolti che gli ricadevano sulle dita. Mi avvicinai lentamente e mi abbassai alla sua altezza, poggiandomi sulle sue gambe.

"Chris" dissi scuotendolo.

Non mi rispose e rimase immobile in quella posizione, quasi come se non mi avesse sentita. 

"Chris, ti prego" provai di nuovo.

A quel punto alzò la testa e puntò gli occhi nei miei. Erano rossi e lucidi, stracolmi di lacrime. Lo stomaco a quel punto mi si strinse, ma non potevo cedere insieme a lui, dovevo essere forte per tutti e due anche se dentro stavo letteralmente morendo. Lo abbracciai e gli accarezzai la testa con i palmi delle mani. Sembrava piccolo e debole.

"Che succede?" chiesi in un sussurro.

Lui cercò di asciugarsi una lacrima, e poi si allontanò poggiando la sua fronte sulla mia.

"Ho paura" spiegò "Ho paura di svegliarmi domani e non trovarti più, ho paura che se torniamo a casa non ti vedrò più. Ho paura Sasha. Ho paura di perderti" esclamò diventando rosso "Io ti amo non ce la potrei fare senza di te" disse baciandomi.

I miei occhi si riempirono di lacrime, nonostante stesi facendo di tutto per tenerle ferme al loro posto. 

"Io non torno a casa, io rimango qui con te Christopher, qualsiasi cosa accada" esclamai "Non mi perderai te lo prometto" dissi poggiando le labbra sulle sue "Ti amo" sussurrai.

Lo vidi sorridere per un momento, solo per un momento e mi bastò a capire che avrei lottato per lui e per noi a qualsiasi costo. 

My Sister's Boyfriend (CNCO/Christopher Velez) Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang