5.

2.1K 97 7
                                    

Quella mattina oltre a fare freddo, pioveva a dirotto. Il maglioncino che stavo indossando, mi arrivava a malapena sull'elastico dei jeans, permettendo all'aria gelida di farmi venire la pelle d'oca. Ero in cucina a fare colazione quando Cleo fece capolino dalla porta, nella sua espressione minacciosa. Di solito metteva su quella faccia, quando litigava col suo ragazzo. Mi raggiunse gettandosi praticamente sullo sgabello che avevo accanto, sbattè i libri sul bancone facendomi sobbalzare, e poi si versò il suo succo ipocalorico. La fissai di sbieco ed alzai gli occhi al cielo, continuando a mangiare il mio pane tostato. Qualsiasi fossero i suoi drammi, io non ne volevo sapere niente, non di lunedì mattina.

"Christopher è venuto da te venerdì?" Chiese d'un tratto guardandomi dalla testa ai piedi.

Il boccone che stavo ingoiando mi si fermò in gola, tanto che dovetti bere un sorso d'acqua per mandarlo giù. Il cuore prese a battere velocemente, mentre una sorta di timore cominciò a farsi largo nel mio stomaco. Erano giorni che mi sentivo in colpa per il modo in cui avevo ballato col suo ragazzo e soprattutto per i pensieri, che si erano fatti largo nella mia testa. Si, avrei baciato Christopher se solo avessi avuto più coraggio. Inoltre le sue parole, continuavo a ripeterle nella testa, come quando entri in fissa con una canzone.

"Perché?"

Cercai di fare la vaga e di scacciare il modo in cui i suoi movimenti sensuali avevano accompagnato i miei. Il modo in cui le sue mani si erano poggiate sui miei fianchi, ed il modo in cui il mio stomaco si era rivoltato quel venerdì sera. Cleo continuò a studiarmi, facendomi capire, che non si sarebbe arresa facilmente.

"Perché quando si comporta da stronzo centri sempre tu" affermò puntandomi il dito contro.

Tossii e scoppiai a ridere scuotendo la testa. Se Christopher faceva lo stronzo con lei, di certo il problema non ero io. Mia sorella sembrava più stressata del solito, forse stava studiando troppo.

"Cleo, non so tu dove voglia arrivare. Ma i problemi che hai col tuo ragazzo non mi interessano. Ed ora se vuoi scusarmi Joel mi sta aspettando" Dissi recuperando la borsa e lasciandola lì impalata.

Percorsi a grandi falcate la cucina, facendo ondeggiare le anche a destra e sinistra. Le mani mi tremavano, e la testa cominciò a pulsare freneticamente. Dopo essermi chiusa la porta alle spalle, cacciai l'aria che avevo trattenuto fino a quel momento e rimossi per un istante Christopher dalla mia mente.

***
Joel si era offerto di accompagnarmi a scuola, ed io avevo accettato senza fare troppe storie, glielo dovevo dopo il nostro primo e ultimo appuntamento disastroso. Inoltre non mi andava proprio di fare il tragitto a piedi, visto che stava piovendo a dirotto.

"Che ne dici di fare colazione?" Chiese gentilmente mettendo in moto.

Aveva una bella macchina, nera, dai sedili in pelle lucida che probabilmente non era di sua proprietà. A quella richiesta lo guardai sorridendo ed annuii, nonostante mi fossi ingozzata di pane tostato, il mio stomaco quella mattina non ne voleva sapere di chiudersi.

"Dico che va benissimo" affermai con entusiasmo mettendomi la cintura di sicurezza.

In realtà dopo la mia conversazione con Cleo, di entusiasmo ne avevo proprio poco. Inoltre sentivo una brutta sensazione poggiarmisi sulle spalle, avrei voluto parlare con qualcuno, ma quel qualcuno, era la matrice di tutto quello che di sbagliato mi sentivo addosso.

Arrivammo da Bops qualche minuto dopo, ordinammo dei pancake e restammo in silenzio. Mi sentivo davvero fuori luogo con Joel. Lo avevo evitato per giorni, lo avevo evitato perché Christopher mi aveva messo in imbarazzo. Ma non potevo cedere, non potevo darla vinta ai sentimenti che provavo per il ragazzo di mia sorella. Mi decisi a parlare, perché Joel meritava delle scuse e non la mia infantilità.

My Sister's Boyfriend (CNCO/Christopher Velez) Where stories live. Discover now