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"Sasha, so che sei lì dentro" il pomello della porta prese a muoversi insistentemente, sotto le dita sicure ed arrabbiate di mia madre  "Apri questa cazzo di porta" la sua voce funesta invece mi perforò i timpani, facendomi venire la pelle d'oca.

Non ero affatto pronta ad uscire, perché se lo avessi fatto, avrei dovuto lasciare Christopher,  mi sarei dovuta arrendere ai miei sentimenti e piegarmi alla volontà di qualcun altro. Ed io non ero pronta a lasciarlo andare. Si, perché se avessi varcato quella porta molto probabilmente non lo avrei più rivisito. Ci eravamo praticamente barricati in casa, come dei soldati in trincea. Avevo le mani incrociate a quelle del ragazzo che mi era accanto, le sue labbra socchiuse e la sua fronte aggrottata, mi fecero capire che stava pensando a qualcosa. Non gli chiesi nulla però, mi limitai solo ad ascoltare le grida assatanate di mia madre.

"Chris.." Richard irruppe nei miei pensieri, facendomi voltare verso di lui.

Christopher non rispose, si girò solo verso di me e mi sorrise in maniera rassicurante. Sapevo nel profondo, che di sicuro in quel preciso istante non c'era un bel niente.

"Vieni con me" disse calmo, portandomi in un'altra stanza.

Lo seguii senza fiatare, con le gambe che tremavano ed il cuore a pezzi. Entrammo in camera da letto e si poggiò ad una delle sue pareti. Non si sentivano più le grida della mamma da quel punto, ma solo i nostri respiri pesanti.

"Devi tornare a casa" affermò evitando il mio sguardo.

Capivo benissimo il perché lo stesse facendo. Se solo fosse riuscito a guardarmi negli occhi, non sarebbe stato in grado di prendere in mano la situazione. Nonostante ciò i miei si spalancarono, non poteva lasciarmi andare, non poteva mettere un punto a tutto. Io al suo posto forse, avrei fatto lo stesso, ma dalla mia prospettiva sembrava tutto sbagliato.

"NO, tu non puoi dire una cosa del genere" urlai avvicinandomi a lui "Non puoi Christopher, perché io senza di te non posso andare avanti" spiegai con voce rotta.

Gli presi il viso tra le mani e lo baciai con urgenza.

"Io resto con te" sussurrai mentre una lacrima mi bagnò una gota.

Lui l'asciugò col pollice e mi abbracciò. Mi chiesi come fossimo riusciti ad arrivare al capolinea così in fretta, come fossimo riusciti a farci rovinare da una come Michelle. Chiusi gli occhi ed inalai il suo profumo, quando d'un tratto la porta che avevo alle spalle venne spalancata in tutta fretta. Sussultai e mi voltai, sciogliendo così l'abbracci con Christopher. Davanti a me, si presentarono due occhi di fuoco che mi perforarono da parte a parte.

La mamma insieme a Cleo e ai genitori di Christopher, fecero irruzione, somigliando a dei poliziotti. Mi morsi un labbro e poggiai lo sguardo sulla figura pallida di mia sorella. Aveva un'espressione delusa e rassegnata, proprio come la mia.

"Brutta mocciosetta, ora te ne torni immediatamente a casa" la mamma mi si avvicinò e mi strinse violentemente il braccio.

Sentii il sangue bloccarsi in quel punto, segno che presto mi si sarebbe formato un grosso livido. La verità però era che avrei preferito qualsiasi violenza fisica, piuttosto che separarmi da Christopher.

"No, non ci torno a casa con te" urlai cercando di divincolarmi dalla sua presa.

Le lacrime avevano ricominciato a sgorgare e la febbre a salire, rendendo il tutto più pesante e sfocato.Niente però mi avrebbe fermata, nemmeno il nodo che mi si era formato in gola e che mi stava letteralmente strangolando.

"Christopher dai andiamo" stavolta fu suo padre a parlare.

Entrò con un'espressione severa dipinta in volto, avvicinandosi al figlio con molta calma.

"No" esclamò lui guardandolo dritto negli occhi.

Quell'uomo spostò lo sguardo su di me facendomi tremare le gambe. Non lo avevo mai visto così furioso, non ero mai riuscita a decifrarlo per bene.

"Se decidi di restare con lei, torno a casa e do fuoco a tutti i soldi che ti servono per il college" la sua voce grossa, mi colpì il petto.

Come poteva minacciare in quel modo suo figlio? Come riusciva ad essere così meschino solo perché stava con me? Abbassai lo sguardo e cercai di asciugarmi qualche lacrima. Sembrava tutto troppo surreale, tutto troppo esagerato per due ragazzi che volevano solamente stare insieme.

"Non me ne importa un cazzo del college, puoi bruciarli tutti i tuoi soldi di merda" urlò "Sasha è tutto ciò che voglio" esclamò avvicinandosi a suo padre.

Quelle parole mi diedero la forza per liberarmi dalla stretta di mia madre. Con uno scatto corsi verso Christopher e mi misi dietro di lui.

"Sasha, ti ho detto che dobbiamo tornarcene a casa" esclamò lei di nuovo, aveva stretto i pugni e si era impuntata sui piedi.

Strinsi saldamente la maglietta di Christopher, come se fosse la mia ancora di salvezza.

"Tesoro cerca di ragionare" stavolta la madre di Christopher sorpassò suo padre, mettendosi di fronte a lui.

Ma Chris non si mosse. Nessuno sarebbe riuscito a smuoverlo da quella posizione. Avevamo lo sguardo di tutti addosso, mi sentivo piccola come una formica pronta ad essere schiacciata. Quando voltai lo sguardo però, gli occhi cupi di mio madre mi misero i brividi, forse anche peggio di quelli della mamma. Era stato in silenzio per tutto il tempo fissandosi le scarpe, ma in quel preciso istante mi stava guardando come se avesse voluto farmi a pezzi. Distolsi lo sguardo e cercai di puntarlo da un'altra parte, ma le cose presero una piega diversa nel giro di qualche secondo. Lo vidi avvicinarsi con prepotenza e spingere Christopher lontano da me, mi afferrò per la vita e mi coricò in spalla come se fossi un sacco di patate.

Cominciai a dimenarmi dandogli dei pugni sulle spalle e sulla schiena, mentre gli occhi mi si riempirono ancora di lacrime. Vidi Christopher farsi sempre più lontano, sempre più sfocato. Era finito tutto, non potevo più nasconderlo. Cleo e la mamma ci seguirono fino alla macchina, dove papà cercò in tutti i modi di farmi salire, ma gli diedi un calcio e corsi di nuovo verso Christopher, che riuscii a liberarsi dalla presa opprimente di suo padre.

"Sasha, io... ti vengo a prendere" esclamò accarezzandomi le guance bagnate.

Lo guardai negli occhi, che si erano riempiti di lacrime e lo strinsi ancora sul mio petto. I suoi capelli lunghi mi solleticarono il collo. Ci passai le mani sopra, facendo scivolare le dita sulla morbidezza della sua cute.

"Io ti aspetto" dissi in un sussurro.

Una lacrima gli ricadde dagli occhi e con essa i pezzi del mio cuore si frantumarono al pavimento.

"Te lo prometto piccola Sasha" affermò baciandomi ancora una volta.

Poggiò le mani fredde sulle mie guance facendomi rabbrividire. Quel contatto mi sembró durare troppo poco, infatti dopo qualche secondo sentii trascinarmi per i fianchi lontana da lui. Fui caricata in macchina con la forza ed allontanata dall'amore della mia vita. Lo guardai per tutto il tempo, cercando di imprimere nella mente tutti i dettagli del suo volto. Poggiai la testa al finestrino e chiusi gli occhi bagnati, facendomi trasportare dalla melodia dello stereo. Il suo profumo mi avrebbe tenuta compagnia almeno per il viaggio di ritorno a casa.

Restai chiusa in camera mia per giorni interi, sentendo la primavera sostituire l'inverno. Al dito non portavo più l'anello, non parlavo più con Cleo, anche se in diciassette anni non lo avevo mai fatto, non mangiavo più insieme a mamma e papà. Vivevo da sola, nella piccola bolla che mi ero costruita. Quando sentii l'altoparlante annunciare il mio volo, mi alzai di scatto dalla sedia di alluminio posta nella sala d'attesa, porsi il biglietto all'hostess e prima di salire su quell aggeggio mi voltai indietro e ritornai esattamente a quella mattina di Marzo, a l'ultima volta in cui avevo visto Christopher.

My Sister's Boyfriend (CNCO/Christopher Velez) Where stories live. Discover now