29.

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Quel lunedì mattina mi svegliai con addosso una consapevolezza nuova, una di quelle che ti si appoggia sulle spalle con dolcezza e ti fa capire quanto da un giorno all'altro le cose si siano ribaltate. Mi alzai velocemente dal letto, mi vestii e scesi di corsa al piano di sotto, inciampando più volte nel tappeto. Quando entrai in cucina, trovai Cleo seduta al bancone con una pessima cera. La sorpassai e mi andai a sedere al mio posto, presi del pane e del burro e cominciai il mio solito mantra mattutino. 

"Sasha, buongiorno" esclamò la mamma mettendosi di fronte a me.

Il suo cattivo umore mi aleggiò intorno, come se fosse una nuvola carica di pioggia pronta ad esplodermi sulla testa. Mi ci volle un pò ad alzare lo sguardo verso di lei, mi sentivo colpevole verso mia sorella, e la mamma lo sapeva. Aveva stirato i capelli e si era messa la sua camicetta bianca di pizzo.

"Ciao" dissi semplicemente tornando a mangiare.

La tensione tra me e lei,  si poteva tagliare con un coltello, però cercai in tutti i modi di non rovinarmi la giornata. Sapevo che se solo avesse potuto, mi avrebbe volentieri preso a schiaffi davanti a Cleo. 

"Come stai?" chiesi poi a mia sorella scuotendola per un braccio.

Nonostante le avessi soffiato il ragazzo da sotto il naso, mi faceva male vederla in quel modo. 

"Lasciami in pace" esclamò spostandosi.

Non mi aspettavo quella durezza da parte sua, ne che mi evitasse. Rimasi lì inerme come una stupida. Volevo solo rincuorarla e comportarmi da sorella. Ma la verità era che io e Cleo non avevamo nessun rapporto di sorellanza. Anzi sembravamo due estranee, come se nelle nostre vene non scorresse lo stesso sangue. Questa cosa mi faceva arrabbiare, mi faceva sentire una cretina.

"Bene. Io vado a scuola" dissi alzandomi e prendendo la mia borsa.

Cercai di uscire frettolosamente dalla cucina, portandomi dietro il malessere di mia sorella. Se mai avessi avuto un problema, io sarei corsa da lei, ed avrei voluto che lei avesse fatto lo stesso. Ma Cleo non mi aveva mai considerata alla sua altezza. Raggiunsi la porta di casa e prima di uscire, la mamma mi bloccò per un braccio. 

"Aspetta" urlò.

Alzai gli occhi al cielo e sbuffai, mi stava solo facendo perdere tempo. 

"Cosa vuoi?" dissi poggiandomi allo stipite.

Volevo solo uscire da quella benedetta casa e raggiungere Christopher che mi stava spettando qualche isolato più avanti.

"Ho trovato queste nel tuo cassetto" esclamò lei mostrandomi la busta gialla che qualche giorno prima mi aveva dato Cock.

Strabuzzai gli occhi e cominciai ad andare in iperventilazione. Le avevo nascoste bene, dove nessuno avrebbe potuto trovarle. Se la mamma avesse fatto vedere quelle foto a Cleo, avrei sul serio dovuto cambiare continente.

"Hai frugato nelle mie cose?" chiesi cercando di toglierle la busta dalle mani.

Ma lei fu più veloce e allontanò le foto dalla mie dita. Mi sentii in trappola, come se mi stessero tenendo per il collo per evitare che respirassi.

"Un passo falso Sasha, e queste finiscono in mano a tua sorella" esclamò in un sussurro, mettendomi i brividi.

La guardai di sbieco e senza dire una parola, mi ritrovai finalmente fuori di casa. Avevo le gambe tremanti ed il respiro accelerato. Alla fine ci era riuscita a rovinare il mio piccolo attimo di felicità.

***
Percorsi a grandi passi qualche isolato, permettendo all'aria di penetrarmi prepotente nei polmoni. Quando intravidi la macchina di Christopher, mi ci fiondai dentro sbattendo la portiera. Non dissi nulla, mi limitai solo a respirare a fatica. Mi sentivo male, come se non riuscissi più a pensare lucidamente.

My Sister's Boyfriend (CNCO/Christopher Velez) Waar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu