Capitolo 23

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Come un tornado faccio ritorno nella mia stanza, adirata per il mio aspetto. Lo trovo seduto sul mio letto, intento a mettersi i jeans quando sente la porta sbattere. Punta il suo sguardo su di me, focalizzandolo sulla mia intera figura senza timore... come c'era d'aspettarsi dall'uomo tutto d'un pezzo.

Arcigna mi avvicino a lui, fregandomene della mia nudità malamente coperta dalla maglietta che mi sfiora metà coscia. A un passo da Chad, butto il seno in fuori e lo aggredisco. «Ti rendi conto di cosa mi hai fatto?» gli dico scoprendomi il ventre, rivelandogli la parte lesa cerchiata di rosso scarlatto. «Lo vedo.» dichiara soddisfatto. Mi accarezza lievemente per poi farmi sobbalzare premendo con forza un fianco, artigliandomi con la sua stretta ferrea.

Contempla i suoi segni su di me scoprendoli poco per volta, ammirandone le forme come fossi un mappamondo astratto. Ogni luogo è stato toccato, leccato, marchiato, posseduto e conquistato. Ha tracciato linee immaginarie su ogni parte desiderata di me. Mi ha soggiogata con la sua ingordigia ed io non ho fatto altro che dargli tutto ciò che voleva senza oppormi. Sono la sua tela umana. Una rappresentazione materiale dei luoghi più agognati e avuti.

  Ogni frammento è andato perduto, poiché territori di me si sono dispersi tra le fauci della sua bocca saccente. Ha lo sguardo lascivo e quell'eccitazione disarmante negli occhi che m'incendia dentro. Mi venera come se fossi una sua opera d'arte e volesse imprimermi nella memoria. Sono il suo enorme capolavoro, quello che ha dato vita lui stesso, stanotte. Fremo al suo tocco senza frenarmi.Sussulto e mi eccito. Quando mi riprendo, lo schiaffeggio sulla mano, tirando giù l'orlo della maglietta.

«Non toccarmi! Sai che per colpa tua non potrò più lavorare?» Dibatto furiosa. Lo percepisco ancora prima di vederlo. L'aria attorno a noi cambia e diventa elettrica. «Meglio così. Qualsiasi cosa tu faccia per lavorare, voglio che nessuno ti veda.» Cosa diavolo significa?

«Cosa vai dicendo? Io ho bisogno di lavorare! Mi mantengo da sola grazie a quel lavoro di Mannequin! Né tu né nessun'altro potrà darmi ordini su cosa devo o non devo fare! Non te lo permetto!» gli dico di getto senza controllarmi. Stringo gli occhi a fessura con le braccia incrociate al petto, battendo furiosamente un piede nudo sul pavimento. L'ho colto alla sprovvista poiché è evidentemente scioccato.

Sobbalza alla notizia facendomi fare un passo indietro, ma tutto è inutile perché me lo ritrovo davanti. Scatta nella mia direzione e con irruenza mi afferra per le braccia. «Tu cosa?» «Io cosa?» rispondo.

Nonostante mi stia minacciando con la sua postura dominante non retrocedo di un passo. Se pensa che io rinunci alla mia vita, si sbaglia di grosso! La vita è la mia, la gestisco come meglio credo e di certo non l'affido nelle mani di nessuno, soprattutto a una possibile minaccia come lui che potrebbe distruggermi stritolandomi nel palmo della sua mano e disintegrandomi in mille pezzi.

Non getterò via la mia indipendenza guadagnata, nemmeno per il miglior sesso avuto nella mia intera esistenza! Lo vedo agitarsi e strattonarsi i capelli. «Cazzo. Cazzo. Cazzo!» ringhia furioso prima di arrestarsi completamente. «Non sapevo che facessi la modella! Merda!»

✰02. The Return ☆•A STARS TRILOGY•☆Where stories live. Discover now