Capitolo 24

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I giorni passano e noi non ci siamo più visti. Non ho avuto nemmeno l'opportunità di riprendere la discussione avvenuta quella mattina. Prima che Sasha se ne andasse. Tutto tra di noi è rimasto in sospeso.

Ho ripreso a frequentare l'università dedicandomi ai miei studi, o almeno... sono così testarda da pensare che la mia mente sia così sgombra dai pensieri da illudermi a crederci davvero. Mento ogni singola volta in cui mi dico che non m'importa nulla.                                                            

Questo succede al mattino. Ogni notte però mi concedo alla tristezza. Mi guardo allo specchio, in cerca dei segni che mi ha lasciato. Noto con rammarico che stanno svanendo. Poco per volta i suoi graffi, i suoi morsi e quei cerchietti rossi schiariscono ogni minuto che passa. 

Mi tocco per ricordarlo, ma non è mai la stessa cosa. Le mie mani non sono le sue e a quel punto, mi arrabbio non potendone fare a meno. Mi tocco più forte facendomi persino male. 

Maledetto! Che cosa mi hai fatto? Odiavo quei segni e adesso che pian piano stanno sbiadendo via, li desidero addosso per ricordarti in modo indelebile. Vado avanti così... fin quando un pomeriggio, il responsabile del servizio mi chiama per dirmi che devo presentarmi a lavoro.

Esco via dal fast-food in cui mi sono rifugiata durante il pranzo, abbandonando metà del mio cheeseburger malamente digerito. 

Da quando Sasha è partita, evito con tutte le mie forze di stare nel nostro solitario appartamento. Sto fuori fino a tardi... quando poi arriva l'inevitabile momento di tornare, rientro; chiudendomi tra quelle quattro mura silenziose. 

Cammino serpeggiando tra il traffico ingombrante sempre sovrappensiero... poi improvvisamente alzo gli occhi e mi accorgo di essere arrivata a destinazione. Mi precipito dentro spingendo la grande porta di vetro.

Il rumore dei miei tacchi richiama l'attenzione dello staff, che al mio incedere si soffermano a salutarmi e oltremodo, non potendone proprio fare a meno si focalizzano sul mio pessimo aspetto. A quanto pare non serve proprio a niente nascondersi sotto strati di trucco.

Mi domando come adesso appaia agli occhi della gente che mi guarda, se poi si tratta del personale e dei colleghi con cui dovrei lavorare, mi viene l'ansia.                                                            Cerco di mostrarmi sicura di me, anche se mi sento implodere da un momento all'altro. Le mie gambe che solitamente mi sostengono, sprofondano, succubi della sua assenza.

Vado nel mio camerino e inizio a prepararmi. Oggi lavoro con qualcuno. Almeno così dicono gli altri che mi gravitano attorno. Sono talmente distratta che non presto alcuna attenzione sul cumulo di parole che blatera  la mia truccatrice. La guardo assente, mentre la mia mente va in loop.

Devo riprendermi. Ora. Mi decido di rimuovere tutto e concedermi lo spazio che mi serve. Con sguardo deciso mi ricompongo. Sono totalmente preparata per affrontare questa sessione di foto. Dopotutto, questo è il mio lavoro ed io sono una professionista.


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L'Angolo dell'Autrice:

Sempre più breve, ma sto cercando di fare del mio meglio. Ho tanto e troppo da dire ed elaborare. Su questo determinato pezzo avevo tanto altro da scrivere... ma purtroppo, non riesco più a trovare la bozza di questo capitolo. Certo, non apparteneva proprio a questo punto ma diciamo che ci siamo vicini a quel capitolo. 

Auguratemi buona fortuna nel ritrovarlo! 🤞

Vi abbraccio forte.

-Clelia.


✰02. The Return ☆•A STARS TRILOGY•☆Où les histoires vivent. Découvrez maintenant