Capitolo 31

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Apro gli occhi e scopro che è giorno. Maledizione! Come una sciocca mi sono addormentata sul divano. Siamo stati avvolti in un silenzio piacevole, anche se avrei preferito sapere di più su di lui. Ho soltanto scoperto che odia le bevande dolci e preferisce il caffè amaro... mi domando se in qualche modo i suoi gusti influiscano sul suo passato. 

Mi raddrizzo sulla schiena e noto con sorpresa di non trovarmi più sul divano ma sul mio letto. Mi scosto le coperte di dosso scoprendomi in slip e maglietta. Strano che non abbia voluto andare oltre. Ieri è stato così... così tante cose inaspettate e tutte insieme che, mi sono meravigliata così tanto della sua dolcezza. Quando poi, mi ha circondata e baciata da dietro, il mio corpo ha avuto quel solito e indistinto fremito esuberante. Con un'arcobaleno di emozioni ed entusiasta fin dentro l'anima vado a cercarlo per l'appartamento.

Giro in tondo ma non riesco a trovarlo... magari è sotto la doccia! Con passo leggero m'incammino verso il bagno. Apro la porta ma è del tutto inutile! Lui non è più qui. Forse quello che è successo ieri sera è stato un'opera architettata dalla mia innata fantasia. L'ho sognato di bere tutta quella cioccolata in sua compagnia, eppure era del tutto meraviglioso nella sua semplicità per poter essere vero. È stato come se fossimo in sintonia da sempre noi due. Capaci di starcene per conto nostro, insieme. 

Vado ad esplorare la cucina, quasi in ordine se non avessi notato le tazze sporche sul lavello, ma allora... Diavolo! Non l'ho sognato, è successo davvero! Il cuore mi batte forte dall'eccitazione, anche se mi chiedo dove sia andato a finire adesso. 

In un primo momento mi agito, non trovandolo qui con me. Successivamente la mia agitazione si trasforma in una rabbia cieca! Come diavolo fa ad essere così scostante con le persone e soprattutto con me? 

Pensavo che stessimo bene insieme e adesso scopro che non è stato così, almeno da parte sua. Controllo l'orologio appeso alla parete e mi accorgo di essere quasi in ritardo per andare all'università. Mi preparo in fretta e furia. Mi faccio la doccia per poi rivestirmi di abiti puliti. Afferro il mio portfolio e la mia tracolla, lasciando il mio appartamento frustrata e piena di dubbi. Su di lui. Su di noi. 

M'incammino verso la mia università. I corridoi sono affollati di studenti, mi scontro con parecchia gente mentre mi dirigo diligentemente verso la mia aula, dove si tiene il corso del professore Halted. Occupo un posto nella fila di mezzo. Esco i miei libri intenta a seguire la lezione ma è del tutto inutile. Inizio a distrarmi non appena mi ritrovo con la matita tra le mani. Inizio a scarabocchiare il suo nome su ogni superficie possibile proprio come una dannata adolescente alle prese con la sua prima cotta.  "Chad" è scritto dappertutto, specialmente è scolpito a chiare lettere nei miei pensieri, rivolti interamente a lui e al motivo per cui se ne è andato lasciandomi da sola. Mentre scrivo concentrata il nome del mio dannatissimo tormento, lo maledico mentalmente in tutti i modi possibili; il professor Halted spiega e improvvisamente si schiarisce la voce, richiamando l'attenzione di tutti gli studenti. Ed è così che in quell'attimo riconquista il mio totale interesse andato perduto da un bel po'.

«Bene ragazzi, volevo parlarvi di quel progetto che dovrete fare per la mostra. Vi ricordate che ve ne avevo già accennato da tempo? Bé vi rammento che il tema principale è: Amore/Odio. Ma, sappiate bene che prima di cimentarvi in un'impresa così ardua, bisogna esprimere a nudo la propria anima. Ecco perché prima di quella famosa mostra, dovrete esporvi a livello emozionale. La prova di Venerdì consiste di disegnare un modello. Nudo, chiaramente. Solo così, potrete denudare i vostri sentimenti, oltrepassando l'imbarazzo che potete provare di fronte ad una situazione imbarazzante per potervi accorgere della differenza. Cosa è più imbarazzante per voi? Spogliarvi della propria anima o il proprio corpo? Ecco il punto fondamentale.» La matita che tengo stretta tra le mani, mi scivola di colpo.

Sbaglio o il professore ha parlato di un modello e per l'esattezza nudo? Nudo? Come diavolo posso concentrarmi su qualcosa del genere senza sentirmi in imbarazzo? E poi cosa c'entra con ciò che dobbiamo fare alla mostra? Il tema è del tutto differente... Accidenti! Capisco benissimo il suo discorso ma io, davvero, trovo difficile concentrarmi sul modello quando trovo la faccenda ossessivamente snervante. 

Mi chiedo come farò a venir notata alla mostra se mi sento in difetto. Alle volte quando mi sento particolarmente ispirata dipingo nuda tra le pareti di casa mia... ma sono completamente sola con me stessa e nessun altro!

«Ah, dimenticavo! Attaccato al quadro della mostra dovete comporre una poesia, un qualcosa che spieghi la vostra visione di quel quadro e di come voi lo abbiate rappresentato. Questo è tutto. Allora riprendiamo la lezione... dove eravamo rimasti?» dice, inforcando gli occhiali da vista.

«Allo Spagnolo Francisco Calvo Serraller! A quella cosa del nudismo...» esclama qualcuno. «Signor Finnigan la sua dialettica nello esprimersi lascia alquanto a desiderare.» E tutti i ragazzi sbuffano divertiti, sogghignando silenziosamente. «Allora come stavo dicendo Serraller...» continua il professore nuovamente assorto nel suo discorso.

«La nudità non è solo una forma d'arte, ma è la stessa spiegazione - o logica - dell'arte occidentale: il punto drammatico od incrocio tra il naturale e il cielo, tra l'ideale e il vero, tra il carnale e lo spirituale, in definitiva tra il corpo e l'anima.» Nonostante io ci provi in tutti i modi possibili a mantenere alto il mio livello di concentrazione, non ci riesco. 

Sono perdutamente, completamente, irrimediabilmente, totalmente andata, svanita, persa nelle emozioni che mi travolgono quando penso a lui. Il mio tormento e incubo peggiore che sovrasta ogni cosa mettendo a soqquadro la mia vita ma che allo stesso tempo la rende colorata di un colore che non è di questo mondo. Lui è l'unico uomo a farmi sentire viva come non mai. 



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L'Angolo dell'Autrice:

Evvai!!! Mi sto sforzando a scrivere come non mai per arrivare alla fine, speriamo di farcela! Voglio chiudere quest'altra seconda storia e passare all'ultima: Quella decisiva.

Non sto nella pelle e sto scrivendo, cercando nelle bozze e ovunque... Spero che quest'altro capitolo vi sia piaciuto. È difficile mettere insieme continuamente pezzi di vita dei personaggi e incastrarli tra loro, mi auguro che nel mio piccolo ci stia riuscendo. 

Io ci metto sempre il cuore anche perché Chad ed Helena e tutto il loro mondo mi coinvolgono del tutto. È come se lo stessi vivendo io in prima persona, anche se ovviamente non è così. 

Questi due fanno parte di me e di voi che v'immedesimate nelle loro vicende quotidiane.

Manca veramente poco per scrivere la parola FINE (almeno parlando per il secondo volume).

Alla prossima!

Un abbraccio e un saluto!

-Clelia.

✰02. The Return ☆•A STARS TRILOGY•☆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora