Five Rings

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"Kookie? Sei tu?" La voce di mia madre, con il suo solito tono stridulo, mi spacca i timpani, giungendo dalla cucina, dove la raggiungo.
La donna, incredibilmente giovane per avere un figlio di diciannove anni, mi da le spalle, china sui fornelli, mentre si porta un mestolo alla bocca e lo posa appena alle labbra, solo per sentire la sapidità della zuppa. Lunghi capelli neri, identici ai miei, le ricadono sulla schiena in ciocche morbide e mosse.
"Ciao mamma." La saluto avvicinandomi, per chinarmi e stamparle un rapido bacio sulla guancia.

Sono sempre stato un bravo bambino ma, dopo la morte di mio padre, sei anni fa, sono diventato più dolce e molto più protettivo nei suoi confronti.
L'avevo sempre vista come una roccia al quale aggrapparmi, non cedeva mai e, anche nel mondo del lavoro, era una combattente, eppure dopo quell'orribile incidente, è sempre spettato a me sostenerla.

Nella mia mente si ripresentano vivide le immagini dei primi mesi; non mangiava nulla, dovevo costringerla con le maniere forti, non faceva che piangere e si svegliava in piena notte strillando, rivivendo gli attimi dell'incidente. Mi raccontava con quanta nitidezza riprovasse le stesse sofferenze: lo stomaco sospeso, le braccia di mio padre stringerla così forte da strapparle i vestiti ed il rumore stridente del treno contro le rotaie.

Sollevo velocemente gli occhi, sbattendo ripetutamente le palpebre per far retrocedere le lacrime; non posso farmi vedere debole da lei, crollerebbe.

"Com'è andata la prima giornata?" Ghigna, impiattando due ciotole di zuppa di kimchi, per posarle subito sul tavolo.
Solo a vedere la pietanza, la salivazione nella mia bocca aumenta e mi lecco le labbra d'istinto.
"È andata benissimo." Taglio corto per potermi tuffare nel cibo al più presto, in più, tra poco meno di un'ora devo collegarmi alla piattaforma del gioco e non posso certo fare tardi.

La donna ride del mio comportamento buffo ed affannato, ma non dice nulla, semplicemente posa il mento sul palmo della mano e resta ad osservarmi.
"Oggi è il gran giorno, non è così?" Rompe il silenzio ed io annuisco, anche se la sua è solamente una domanda retorica; sa perfettamente che le selezioni sono oggi ed è anche a conoscenza di quanto sia importante che le superi, non solo per me e per orgoglio personale, ma questo torneo è importantissimo anche per lei.

"Bhe tesoro, io ora devo andare a lavoro. Fai il bravo, non dare fuoco alla casa e se ce la fate, invita pure Jimin a cena che dovremo festeggiare." Si alza, avviandosi verso le porta e rivolgendomi un ultimo sorriso prima di uscire.
Solo dopo che si è chiusa la porta alle spalle, ha messo in moto l'auto ed io mi sono alzato per lavare i piatti, mi accorgo che il suo è ancora pieno...non l'ha nemmeno toccato.

Prima che possa rendermi conto delle mie azioni, la ciotola finisce sul pavimento, frantumandosi in mille pezzi. Un urlo gutturale lascia la mia gola, mentre stringo con forza il bordo del lavandino.
"Non può andare avanti così!" Sbotto, anche se lei è già lontana e di certo non può sentirmi.
Gli occhi mi si riempiono nuovamente di lacrime e sento i polmoni bruciare a causa dei miei respiri rapidi, ma così corti da non soddisfare il mio bisogno d'ossigeno.
Getto un ultimo ringhio e tiro un calcio al coccio più grande rimasto a terra, dopo di che cerco di ricompormi; mi allontano e salgo le scale, lasciando la cucina in quello stato penoso.
Quando tornerà a casa, a fine turno, e vedrà la rabbia che mi provoca, forse si sentirà un minimo male e capirà le enormi puttanate che sta facendo.

È lei la madre, dovrebbe essere compito suo badare a me e farmi stare bene, invece sono io a dovermi preoccupare, scongiurarla per mangiare ed occuparmi della sua sanità mentale.
Potrei scommettere che ha smesso di nuovo di prendere le pillole!

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"Allora verginello, è tutto pronto?" Mi urla nelle orecchie Jimin, tramite le cuffie per la seconda volta nel giorno.
Mi viene quasi da piangere, se penso che questo non è niente in confronto al modo in cui urlerà durante le partite.
Credo sempre di averci fatto l'abitudine, ma lui riesce a trovare ogni volta un modo nuovo per farmi trasalire e strizzare gli occhi.

Gameplay [Vkook]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora