Mother

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Capitolo di passaggio--

Sono dieci minuti buoni che resto immobile a guardare il grande quadro appeso al centro della sala d'aspetto dello psicologo.
Mi ha sempre inquietato anche se, a prima vista, appare basilare ed insensato; più lo guardo, più mi convinco sia così.
Si tratta di una tela pittura completamente di nero, con un minuscolo puntini bianco posto centralmente ma, il fatto che non sia perfettamente centrale e tanto meno esattamente concentrico, mi turba.

Lascio tremare la gamba destra, aiutandomi a disperdere la tensione, mentre controllo l'ora sul mio cellulare.
Sono le 15:30; è già da un'ora che aspetto.
Uscito da scuola sono venuto subito qui, senza mangiare, ma ora il mio stomaco sta iniziando ad auto digerirsi per la fame.

Mi ritrovo a pensare a Taehyung; questa mattina non è venuto a scuola ed ammetto di essere un po' preoccupato, temo che la sua assenza abbia a che vedere con la telefonata ricevuta ieri.
Anche se lo conosco da poco, vederlo improvvisamente tanto serio mi ha spaventato.
Non ci sarebbe nulla di male a chiedere come sta, vero?

Jungkook Ciao. Oggi non ti ho visto a scuola, sei ammalato?

Resto qualche secondo a riflettere se inviare il messaggio o no, ma opto per la prima opzione quando vedo la porta dello studio del mio dottore aprirsi.

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"Buongiorno Jungkook, non vieni da un po', come stai?" L'uomo si siede dietro la sua scrivania ed io lo imito sedendomi su quel famigliare lettino nero.
Ho perso il conto delle volte in cui mi ci ha fatto sdraiare da piccolo e così anche il conto delle mie sedute terapeutiche.

"Sinceramente dottore, lo sa, non mi posso più permettere le sue visite, vorrei solo un consiglio. Mia madre non assume più le sue pillole; non vuole." Vado dritto al punto, dal momento che non posso spendere 130'000 won* all'ora, ma sono disperato e non posso mica ficcarle le pasticche in gola a forza.

Il dottore mi rivolge uno sguardo cupo e torbido, prima di sospirare.
"Ragazzo, conosco bene la storia della tua famiglia. Tu porta qui tua madre Giovedì prossimo alle 16:00, i soldi non sono importanti." Sputa con un tono tanto ovvio, quanto grave.
Io mi limito a sorridergli grato e ad annuire.

"Grazie, a giovedì." Lo saluto alzandomi e dirigendomi verso l'uscita, ma il suo vocione gutturale mi fa tornare sui miei passi.
"Voglio visitare anche te." Aggiunge, prima di congedarmi con un saluto della mano.

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Anche se ho passato l'infanzia nei corridoi di questo ospedale, sono comunque sei anni che non ci metto piede e sto avendo serie difficoltà a trovare l'uscita.
Mi sento un'idiota.
Dovrebbe bastare ripercorrere il tragitto dell'andata ma non lo ricordo e non incontro nemmeno un infermiere che mi possa aiutare.

Finalmente scorgo, infondo al corridoio del quarto piano, la cartina che indica le varie direzioni e pochi passi mi separano dalla mia fonte di salvezza.

Procedo spedito e sicuro di me, come se non avessi girovagato impaurito per mezz'ora, ma mi paralizzo davanti alla porta della stanza numero 157.
Dalla porta, socchiusa, trapela un pianto sommesso, strozzato, come se la persona che lo sta producendo avesse il terrore di essere sentito.

Mi convinco che non sono affari miei e ricomincio la mia camminata vittoriosa, fino a quando...
"Non doveva andare così Minhae."
Conosco quella voce, anche se: il timbro basso e roco, la potenza e l'allegria che la contraddistingue, non sono pervenute in quella manciata di parole; non sembra nemmeno la stessa.
Ma non può essere Taehyung. Certamente anche lui ha i suoi momenti no, come quello di ieri, ma non può mutare così tanto da storpiare la propria voce in questo modo.
Come potrebbe quel ragazzo, tanto attivo, arzillo ed entusiasmante, star piangendo?

Anche se completamente conscio del fatto che non dovrei origliare, mi avvicino alla stanza 157 e sbircio dallo spiraglio lascito aperto.
Non voglio ascoltare discorsi privati, voglio solo capire se si tratta di Taehyung e di conseguenza, intuire il motivo per cui ha saltato scuola.

Tutto ciò che vedo è una figura scura ed incappucciata, raggomitolata su una sedia ridicolmente piccola per supportare tutto quel peso in un solo punto. Il volto dell'uomo è coperto dalla sua mano, bagnata dalle sue stesse lacrime, le spalle sono flosce attorno al collo e tremano, mentre la mano libera stringe quella dell'ospite del lettino da ospedale, il cui viso è coperto dalla porta bianca.

Nulla di quella persona, oltre ad una voce storpiata, mi ricorda Taehyung; non vedo ne capelli biondi, modi bruschi o sorrisi quadrati ma, infondo, chi potrebbe produrli in un momento simile?

L'intensità del momento è così forte da travolgermi.
Non ho mai visto e probabilmente mai vedrò la persona stesa esanime sul letto, della quale nemmeno scorgo il volto eppure, la disperazione emanata dall'uomo è così tanta da sembrare tangibile nell'aria; riesco quasi ad immedesimarmi nel dolore che sta provando.
Il confine tra pena ed empatia è così sottile da essere velocemente frantumato e me ne accorgo quando una lacrima, salata, scivola lungo tutta la mia guancia.

Dopo averla asciugata con un dito, fisso la sostanza liquida, che mi bagna la pelle, con stupore ed incredulità.
Le due persone in quella stanza potrebbero essere chiunque, anche della peggior razza*, ma non posso fare a meno che piangere con loro. Per quanto mi riguarda, però, tutto ciò mi sta facendo male, scavando nell'anima, così mi autoconvinco nel pensare che quell'uomo non sia Taehyung, che non conoscendoli non ho ne il diritto, ne una ragione per restare lì acquattato e ricomincio a camminare.

Ironico vero?
Non mi è concesso il piacere nemmeno di sfiorare un'altra persona, ma riesco fin troppo bene ed immedesimarmi e a compatire persone nemmeno mai incontrate.
Sinceramente, è un dono che scambierei più che volentieri.

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Controllo se ha visualizzato il messaggio, ma le due spunte sono ancora grige.
Lascio cadere il dispositivo sul divano, al mio fianco.

Sono seduto nella tranquillità del mio soggiorno da tre ore ed è da tutto il tempo che provo a togliermi dalla mente l'immagine dell'uomo piangente, con scarsi risultati.
Per quanto ci provi, non riesco a smettere di pensare che fosse il biondo.

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*= Attorno ai 130€
*= Razza nel senso di educazione "es: criminali"

Gameplay [Vkook]Where stories live. Discover now