Rad Story.

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Flashback pov. Taehyung

12/09/2014
Primo giorno di scuola. Non la vedo da tre mesi, forse è per questo, ma appena scorgo la sua figura; proprio accanto alla fontanella grigia dove è solita a sostare, non posso fare a meno di trovarla straordinariamente bella.
Quei capelli lunghissimi, lisci e neri come il carbone, come sempre, appaiono la cosa più morbida del mondo. Le sue labbra, due gonfi e rosei boccioli di rosa, leggermente schiusi in un sorriso, rivolto alla sua migliore amica. Gli occhi grandi e dorati, vispi che...
Cazzo
Che sta puntando verso di me, mentre mi rivolge un cenno col capo e mi saluta con la mano.
E adesso che faccio. È così bella e luminosa; io in confronto non sono niente.
Un gesto tanto normale, fatto da lei nei miei confronti diventa aggraziato ed il dono migliore che qualcuno possa mai farmi.
"È un piacere rivederti Minhae"

27/03/2017
"Basta, ti prego smettila di urlare, troveremo una soluzione." Poggio una mano sulla spalla della mia ragazza, sperando di calmarla un minimo, ma ottengo il risultato opposto.
"Hai la minima idea del guaio in cui ci siamo cacciati? I miei genitori non mi vogliono più vedere finché non avrò abortito. Questa è l'unica soluzione." I suoi strilli sono così acuti che fatico a non contorcere le mie espressioni.
D'un tratto, sembra calmarsi e si lascia cadere a peso morto sul divano, di casa mia.
Ormai non ha più lacrime da poter piangere e quelle versate in precedenza iniziano a seccarsi, incrostandosi sulle sue guance.
"È facile per te...tu hai già 19 anni, io ne ho solo 17. Senza nemmeno il supporto dei miei, come posso crescere un figlio." Si copre il viso con le mani, nella disperazione più totale.
"Ascoltami Minhae." Inizio, inginocchiandomi davanti a lei e prendendole una mano.
"Dovevamo stare più attenti e su questo non ci piove, ma ce la possiamo fare."

31/05/2017
Non potrei essere più felice di così.
Oggi io e Minhae festeggiamo due anni di relazione e pensare che il nostro bambino stia crescendo dentro di lei mi rende ulteriormente contento.
Amo i bambini ed ho sempre desiderato averne molti.
Minhae sembra essersi abituata all'idea, non che io voglia obbligarla ad avere un figlio, ma già che ci siamo, perché "buttarlo".
Penso a tutto ciò mentre arrivo davanti a casa mia...nostra.
Infilo la chiave nella toppa e appena dopo aver aperto la porta, una figura incappucciata mi colpisce la spalla, nel tentativo di scappare dall'abitazione.
Certo, potrei seguirla e bloccare la sua fuga, ma tutti i miei pensieri corrono subito a Minhae ed al nostro bambino.
Mi precipito su per le scale, che portano alle camere da letto, non preoccupandomi nemmeno di chiudere il portoncino d'ingresso.
Non posso certo immaginare quanto sia raccapricciante l'immagine che mi si presenta davanti, appena faccio il mio ingresso nella nostra camera.
La mia ragazza è stesa sul letto, inerme, sotto le lenzuola sopra le quali si propaga a vista d'occhio un'enorme macchia di sangue.

07/06/2017
Passo così tanto tempo in questo ospedale, che ormai è come una seconda casa.
Minhae, la mia Minhae è in coma da una settimana.
Il nostro bambino?
Lui non c'è più.
Il solo ripensarci mi fa scoppiare a piangere, sotto gli sguardi, pieni di pietà, che mi rivolgono gli infermieri.
E mentre penso agli ultimi, tragici, avvenimenti, qualcosa di duro mi colpisce lo zigomo, facendomi cadere dalla sedia.
In piedi, ad ergere sul mio corpo, c'è il padre di Minhae.
"È tutta colpa tua. Se non gli avessi impedito di abortire e l'avessi aiutata con i soldi, non avrebbe dovuto chiedere aiuto a quell'incapace per pochi denari." Mi ringhia contro, mentre mi afferra per il colletto avvicinandomi al suo viso.
"Sarebbe ancora tra noi." Sibila contro il mio orecchio.
Ma sentendo queste ingiurie, non riesco a stare fermo; così mi libero dalla sua presa e mi gonfio nelle spalle.
"Come potevo sapere che volesse abortire se per due mesi si è comportata come se tutto fosse a rose e fiori? Mi avesse detto realmente anche una sola volta che voleva davvero abortire, l'avrei certamente aiutata. Non mi ha nemmeno detto che voleva rivolgersi a quell'incompetente." Ribatto con rabbia, mossa da accuse false.
"Lei signore, non ha idea di quanto abbia desiderato che me ne parlasse, in modo da evitare tutto ciò."
"Sciocco ragazzo, come poteva parlartene con tranquillità sapendo quanto tu desiderassi quel bambino."
Inutile dire che le sue parole facciamo molto più male del pugno sferratomi poco fa.
Lacrime incontrollate iniziano a bagnare le mie guance, mentre le gambe cedono e mi inginocchio al suolo.
È tutta colpa mia.

13/09/2019
Da quando ho ricevuto la chiamata, a casa di Kook, da parte dell'ospedale, non mi sono più mosso dalla stanza 157.
Sapevo che se ne sarebbe potuta andare per sempre da un momento all'altro; ma non ero comunque pronto.
Sto piangendo senza sosta da più di due ore.
"Non doveva andare così Minhae." Bisbiglio ad un corpo che non può sentirmi e che tra poco verrà portato via.
Negli ultimi due anni molti hanno provato a convincermi che non è stata colpa mia, che lei avrebbe dovuto parlarmi, ma non riesco a liberarmi delle parole di suo padre.
È vero. Lei sapeva quanto volessi quel bambino.
All'inizio ero furioso con lei, per non avermi detto nulla, non essersi fatta aiutare ed aver fatto di testa sua, ma con il passare del tempo, i sensi di colpa non hanno fatto altro che divorarmi.
Anche se cerco di essere allegro e solare con tutti, quando sono solo non faccio che piangermi addosso, perché per trafelate vie e con le mani di altri, io ho ucciso la mia amata Minhae.

Fine flashback. Fine pov. Taehyung.

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