Unclean

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Allaccio la cintura, una volta salito sulla bella auto del mio ragazzo ma faccio tutto mantenendo gli occhi fissi su di lui; incapace di staccargli lo sguardo di dosso. Indossa un semplice paio di pantaloni neri e non aderenti, una camicia sui toni del rosso e del grigio con disegni geometrici e completa il tutto con un cappotto nero, lungo fino alle caviglie. I capelli biondi, solitamente lasciati morbidi sulla fronte, sono tirati all'indietro e divisi con una riga in parte, mentre sul naso poggiano un paio di occhiali da riposo, con la montatura nera. 

"Che c'è?" Sobbalzo, perso com'ero nei miei pensieri; talmente stregato dal suo essere da non accorgermi che mi stava fissando a sua volta. Mi limito a scuotere la testa, sorridendogli, quasi imbarazzato per l'effetto che mi fa. 

"Non sapevo di essere talmente bello da ipnotizzarti. Pensare che ho indossato i primi straccetti che mi sono passati per le mani." Si finge altezzoso, costringendomi a ruotare gli occhi e scuotere il capo.   

"Anche tu sei uno spettacolo." Aggiunge, staccando una mano dal volante per posarla sulla mia coscia ed accarezzarmi con il pollice. Sorrido impercettibilmente, sempre più felice di poter sopportare ed apprezzare il suo tocco. Così sollevo una delle mie, a mia volta, ed imito il suo gesto. 

"Dove stiamo andando?" Gli chiedo non riconoscendo la strada, una volta raggiunta la periferia di Seoul ma il ragazzo impiega un po' di tempo a rispondere. 

"Potrebbe sembrarti strano come locale per un primo appuntamento ma ci andavo spesso da piccolo. Non è male e, sinceramente, sono secoli che non ci torno. Mi piacerebbe farlo con te." Spiega, mantenendo lo sguardo fisso sulla strada e la mano sulla mia coscia. 

"E a proposito, siamo arrivati." Dichiara, parcheggiando davanti a l'ultimo posto che mi sarei aspettato. Non so nemmeno bene come definirlo. La prima parola che mi viene in mente è: locanda. Si erge su una piattaforma in legno rosso, decorata da colonne dorate e lanterne rosse.

 "Cinese?" Chiedo, continuando ad osservare ogni suo minimo dettaglio, volendo capire cos'ha di tanto importante questo posto per Taehyung. 

"Non ti piace?" Si volta di scatto, preoccupato ma io mi affretto a negare con il capo; lasciando che mi preceda all'ingresso. 

Rimango quasi folgorato dai colori forti e accesi dell'interno. Ora non si tratta più di qualche decorazione sparsa ma di un vero e proprio tripudio di rosso ed ora. Letteralmente ovunque. Dai tavoli al pavimento che sembra un'unica grande colata d'oro. Dai bicchieri alla divisa dei camerieri. Devo ammettere che il locale ha un suo fascino ma appare come un immenso caleidoscopio che rischia di provocarmi un'emicrania lancinante.

"Buona sera. Siete in due?" Si avvicina una cameriera sulla ventina e devo ammettere che sarebbe di certo molto carina, con i lunghi capelli tinti di biondo, legati in una coda alta,e le labbra gonfie, rosso ciliegia ma è stretta in un'uniforme che non le rende affatto giustizia; brutta quasi quanto la mia viola e verde ma non al quel livello di oscenità.

Taehyung si limita ad annuire, seguendo la ragazza all'interno di un unico grande salone, letteralmente rivestito di tavolini alti una trentina di centimetri e cuscini. Cuscini ovunque. Tanto che tutti e tre dobbiamo faticare nello schivare altri clienti, seduti sulla gommapiuma ma riusciamo a raggiungere la nostra postazione; in un'estremità della stanza e parzialmente coperti da un paravento, decorato con dragoni e fuochi d'artificio.

"Vi lascio un momento per sfogliare il menù." Prova a congedarsi la cameriera ma il biondo non le ne lascia il tempo.

"Sappiamo già cosa prendere." Le sorride, prima di voltarsi verso di me per cercare il consenso. "S-Sempre che ti vada bene...che ti fidi." Mi pone un interrogativo al quale mi affretto ad annuire; sperando in cuor mio che non abbia scelto uno di quei pochi elementi che detesto.

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