The worst best day

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Pov. Taehyung.

Non sono nemmeno le otto quando mi sveglio la mattina, con le braccia avvolte attorno al corpo nudo del mio ragazzo. Lui dorme ancora pacifico; le labbra leggermente separate ed una mano fissa sul mio petto, caldo.
Sorrido osservando il suo volto rilassato, finalmente aggiungerei, e ricordo nitidamente ogni singolo istante della notte trascorsa.

Se dicessi di non averlo desiderato sarei un bugiardo ma è anche vero che non mi pesava dover aspettare e che, pur avendo infranto un grosso muro, non sono tanto stupido da non pensare ai detriti che sono rimasti e che non mi permetteranno di rifarlo con tanta facilità.

Quando sono uscito di casa ieri sera o, meglio dire, quando gli ho chiesto un appuntamento, non l'ho fatto con l'idea di portarlo a letto, non mi era nemmeno passato per l'anticamera del cervello e l'ho pensato solamente quando me lo sono ritrovato davanti, in quell'unica meraviglia che solo lui può essere.

E nessuno può concepire quanto mi abbia fatto piacere ricevere una sua risposta affermativa ma non perché avevo bisogno di svuotarmi o soddisfare i miei bisogni; quello posso farlo tranquillamente da solo.
Sentivo il bisogno di dimostrare a fatti ciò che ci siamo detti a parole.
Come dice lui, siamo complementari anche se al negativo e ieri sera ne ho avuto conferma.

Non era la mia prima volta, assolutamente, eppure non ho provato nulla di simile con nessuno.
Con Minhae avevo il costante timore di farle male o di fare, semplicemente, qualcosa che non le andasse, mentre con altri si trattava semplicemente di lussuria.
Con Jungkook è stato vero, vivido e le emozioni sono state ben porzionate.
La giusta delicatezza nell'invadere un luogo intimo e privato ma soprattutto la delicatezza nel modo di farlo; volendo cancellare, almeno per qualche ora, l'orribile visione del contatto che è stato costretto ad assumere.
Il giusto livello di passione e lussuria, capace di darmi vigore non dimenticando però la persona che mi ritrovavo sotto.
Con Jungkook è stato amore.
Un amore che spero di poter ricevere e donare di nuovo.

Perché anche io ho dimenticato dei pesi per un po'.
Come quello di essere un mostro; uno iettatore.
Quello dei miei genitori.
E tutto il male che posso aver fatto ad amici.

"B-Buongiorno."
Mi affretto ad asciugare una piccola lacrima che rischiava di abbattere le dighe dei miei occhi, colto di sorpresa, mentre il mio ragazzo si strofina un'occhio con il pugno stretto.

Mi ricompongo, immediatamente, sorridendogli sornione e portando una mano sulla sua guancia per accarezzarlo.

"Hai dormito bene, piccolo?" Gli lascio un rapido bacio a fior di labbra, non riuscendo a trattenermi, tanta è la gioia e l'amore che provo per lui.

Quest'ultimo sorride, scuotendo il capo con veemenza.
"Hyung...ho solo due anni meno di te." Si lamenta, non riuscendo però a smettere di sorridere.
"Non ho mai dormito così bene." Aggiunge e questa volta è lui ad avvicinarsi per baciarmi.

"Ora però.." Cambia completamente sguardo, passando da uno perso ed innamorato ad uno allegro e arzillo.
"Dovrei proprio andare a casa." Balza in piedi, lasciando cadere a terra il misero lenzuolo che lo copriva e facendomi spalancare la bocca.
"Non ho nemmeno avvisato mia madre; sarà preoccupata."

Ferma l'azione di infilarsi i boxer per voltarsi verso di me, non avendo ottenuto risposta.
Ed è solo quando mi rivolge un ghigno, divertito, che trovo le parole.

"Te l'hanno mai detto che sei un sadico."

Il corvino scoppia a ridere, finendo di indossare la biancheria, prima che abbia il tempo di saltargli addosso e renderlo nuovamente mio.
Così mi costringo a smettere di pensare al suo corpo sotto il mio ed a replicare le sue azioni.

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Pov. Jungkook.

Se potessi scomparire, per sempre, in questo esatto momento, non esiterei a farlo.

Mia madre ci fissa, seduta su una poltrona del salotto, ridendo sotto ai baffi; con gli occhi fissi sul mio collo.

"Bene." Taehyung rompe il silenzio, battendo le mani, con un sorriso tirato.
"È stato un piacere rivederla, signora, ma ora devo proprio scappare." Si inchina leggermente con il busto, voltandosi immediatamente per fuggire. Peccato che non sia veloce almeno quanto la lingua di mia madre.

"Com'è stato?"

Sbianco dalla testa ai piedi, prima di diventare verdognolo, mentre la punta delle orecchie del biondo si tinge di porpora.

"Mamma!" La richiamo, allucinato, allargando le mani ma lei si limita ad alzare le spalle.

"La mia frase poteva riferirsi a tante cose: la cena, il viaggio in auto, l'uscita in generale. Siete stati voi stessi a tradirvi."

Non ho la minima idea del verso da cui prendere le sue parole.
Non è arrabbiata ma nemmeno scherzosa. Mantiene solo questo sorrisetto, leggermente, soddisfatto.
Così decido che tentare di cambiare discorso, dandole una risposta corta e sommaria, sarà la soluzione migliore.

"È andato tutto bene sì. Ma ora, mamma, Taehyung dovrebbe veramente andare ed io vorrei vedere come sta Ying." Riesco ad unire un tono morbido ad uno che non ammette repliche e la donna sorride.

"Va bene...capisco ma, per favore, Taehyung rimani un momento con me. Tu, Kookie, vai pure da Ying; è in camera sua." Mi congeda, indicandomi pure le scale con un dito. Scale che inizio a salire, fissando la figura di Tae che si accomoda sul divano, con la coda dell'occhio.

Inutile dire che non riesco a salirle completamente. La forza che mi attira con il sedere agli scalini, chiamata curiosità, è troppo forte per resistergli.
Così mi rannicchio sull'ultimo scalino con le orecchie tese.

"Ho aspettato un pochino a rinfacciartelo." Inizia mia madre, prestando attenzione ad abbassare il tono di voce, anche se non abbastanza.
"Sai, avevo paura che potesse cambiare idea o tornare sui suoi passi, per paura. E invece eccovi qua; assieme." Posso immaginarla sorridere, dal tono morbido assunto dalla sua voce.

"Te l'avevo detto che gli piacevi, forse anche  di più ed ora ne hai avuto la prova, no?" Arriva al punto, mentre io inizio a sentire l'ansia crescere, attendendo la risposta di Taehyung.

"Sapevate già ciò che provo per vostro figlio e ciò che lui provava per me; l'unico che doveva rendersene conto era esso stesso. E devo ammettere che questo è in assoluto il periodo più tranquillo e felice della mia vita." Riesco ad immaginare sorridere anche lui.
"Ma ora, signora." Il divano scricchiola sotto di lui, segno che si è alzato.
"Devo davvero andare. Mi farete il favore di salutarlo al posto mio?"

Resto in ascolto, con un sorriso ebete dipinto in faccia, fino a quando non sento il portoncino d'ingresso scattare.
Mentirei se dicessi di non esserci rimasto un po' male a sentirlo andare via senza salutarmi di persona, ma le sue parole mi hanno scaldato abbastanza il cuore da fare sbiadire tutto il resto.
Mi sento un'idiota.

E mi decido così a rimettermi in piedi per raggiungere finalmente Ying.

Lentamente mi avvio lungo il corridoio, raggiungendo l'ultima stanza; arredata di tutta fretta con poco e vecchio mobilio.
Ma ciò che mi ritrovo di fronte, aprendo la porta, non basta solamente a cancellare l'allegria dal mio viso ma anche a farmi gelare il sangue nelle vene.

Ed è proprio questo che ricopre una porzione considerevole di stanza.
Sangue.
È ovunque: sul letto, sul pavimento, sulle tende e persino sulle pantofole, parzialmente nascoste dal letto.
Mentre, su quest'ultimo, è sdraiato il corpo di Ying; in modo scomposto e con due enormi ferite lungo le braccia.

"M-Mamma?"
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Annyeong-haseyo
È vero che questo capitolo è cortino e mi dispiace ma sono stata costretta a dividerlo dal precedente perché ne sarebbe uscito uno troppo lungo e con troppi argomenti. In più credo che per voi sia stancante leggere capitoli di oltre 3000 parole.
Ad ogni modo, questo è tutto per questa settimana e preparatevi psicologicamente alla prossima.

Gameplay [Vkook]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora