Parents

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Ormai ho capito che i genitori di Taehyung sono ricchi ma, cavolo! Questa è un esagerazione!
Spalanco la bocca non appena il biondo posteggia l'auto nell'immenso giardino di una villa altrettanto grande.

"Mio Dio!" Mi lascio scappare un'esclamazione, attirando lo sguardo compiaciuto del ragazzo.

"Non hai ancora visto l'interno." Si vanta, facendomi rabbuire per un secondo.

Siamo veramente due poli opposti in tutto e per tutto.
Le nostre case ne sono un esempio:
La mia è una catapecchia che rispecchia il mio stato economico.
La sua...bhe, è semplicemente una reggia.
Non posso negare di sentirmi inferiore a lui sotto molti punti di vista.

Inutile dire che resto ancora più sorpreso quando, messo piede dentro la casa, mi trovo davanti ad un grande salotto che ha, come punto focale, una gigantesca doppia scalinata, sui lati opposti, totalmente delimitata da un corrimano in mogano.
Tra le due rampe: tre divani in pelle nera ci danno la schiena, aprendosi in semicerchio verso uno schermo piatto grande quanto metà della parete.
Ovviamente, non mancano un paio di poltrone e dei puf, nello stile dei sofà.
In più, tutto il pavimento è coperto da un tappeto immenso, ricamato nei toni del blu e dell'argento.

Questa stanza però, non mi trasmette il calore che dovrebbe avere un luogo famigliare. Appare fredda ed impersonale; non si riesce a scorgere la personalità dei proprietari, piuttosto sembra che abbiano raccolto un sacco di mobili belli e costosi, senza apprezzarli veramente, con l'unico scopo di sfoggiare il proprio benestare.

"È triste vero?" Di scatto, mi volto verso Taehyung, notando subito la sua espressione.
Me lo sarei aspettato felice e sorridente nel mostrarmi i suoi beni, invece i suoi occhi sono coperti da un velo lucido, mentre stringe i denti con rabbia.

Solamente ora, tornando ad osservare la sala, capisco a cosa si riferisca.
Quelli stessi divani, che a primo impatto mi sono sembrati tanto comodi e soffici, sembrano essere appena stati tolti dall'imballaggio. Lo stesso vale per il tappeto, al quale sembra dare fastidio essere calpestato.
Tutto ad un tratto, è come se mi fossi ritrovato in un salone da esposizione; dove tutto il mobilio è perfettamente arredato per essere esibito, ma nessuno ci vive mai.
L'impressione che mi trasmette è quella di una casa per le bambole; di quelle antiche e costose che le vecchie zitelle custodiscono, con avidità, lontano dalle mani dei nipotini.

"Non c'è uno strato di polvere alto quanto me solamente perché abbiamo almeno tre donne delle pulizie." Aggiunge acidamente e stringendo i pugni.

Immediatamente, non posso fare a meno di sentirmi in colpa per aver invidiato tutto ciò che ha, quando è chiaro che gli manca la cosa più importante; la famiglia.
Il loro potrebbe anche essere il soggiorno più bello della città; ma a che scopo se non serve alla sua funzione di luogo comune?

Intuisco che, probabilmente, i suoi genitori sono spesso lontani a causa del lavoro ed anche quando tornano in città non sembrano molto presenti.
Certamente, Tae ha ormai ventun anni ma non dev'essere stato facili crescere in queste condizioni, malgrado i soldi.

In fondo, ai bambini interessa poco o niente della ricchezza, dei bei vestiti o divani in pelle; quello che cercano è una famiglia presente, due figure che gli vogliono bene e le lo dimostrano.

Faccio per avvicinarmi e consolarlo ma lui si volta con un sorriso.
"Ti porto in camera mia. Quello è un luogo sicuramente più umano." Taglia corto, impedendomi di proseguire perché ha già afferrato la mia mano per trascinarmi dietro di se.

Nel salire quella scalinata lussuosa, quasi mi sento in colpa a calpestare il legno costoso; come se non fosse quella la sua utilità.
Ma appena poso gli occhi sulle mani intrecciate mie e del biondo, mi ritrovo a sorridere come un ebete. È sempre bello vedere quanto mi senta a mio agio con lui.
A molti potrà sembrare un gesto così piccolo ed insignificante, non curanti delle difficoltà che comporta per me.

Gameplay [Vkook]Where stories live. Discover now