Hard Stone

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"A Taehyung è stata, chiaramente, addolcita la pillola. La sua versione della leggenda era completamente diversa." Yoongi sembra parlare più con se stesso che a noi ma la nonnina sembra capire i suoi pensieri e non riesce ad evitare di donargli un sorriso triste, fissando l'orizzonte all'imbrunire.

Io, invece, sono ancora concentrato ed immerso nella storia per poter pensare alle sue parole. Pur impegnandomi, non capisco perché lei abbia voluto raccontarcela.

"Divertente." Le labbra del bianco si curvano in un ghigno che sembra nascondere pensieri ben altro che felici.
"Non sono mai stato superstizioso o stronzate simili ma ora ho qualcosa a cui attribuire la colpa di tutti questi anni di merda...e posso smettere di darla a te...tu lo sapevi nonna, vero? È per questo che ci hai raccontato la storia nuda e cruda." Posa lo sguardo sul mio, perplesso, lasciandomi leggermente allucinato dalla rivelazione. Ma prima che possa anche solo provare a ribattere, inizia a raccontare la leggenda che gli era stata detta dal mio ragazzo; volendo dare forma alle proprie parole.

Flashback Pov. Yoongi
01/07/2016

"Dai Tae, dacci un taglio, non frega un cazzo a nessuno delle vecchie leggende." Borbotta Bird Pepper, stizzita; spalmandosi maggiormente su un divanetto della baita di Taehyung. Ma lui prosegue imperterrito: un po' per infastidirla ed in po' perché, data la quantità d'alcol che abbiamo tutti nel sangue, non è in grado di recepire bene le informazioni che gli vengono date; per quanto chiare e lampanti siano.
"Così, quando i due uomini fecero ritorno con il suo bambino, la straniera mantenne la sua parola e, sotto gli occhi scintillanti del primo cittadino, trasformò tutti i sassi neri, che ricoprivano la riva, in mille e più pietre magiche; che se arrotolate in un foglio con scritto il desiderio e sepolte erano in grado di fare avverare i propri desideri. Così la donna ripartì con il figlio e il popolo poté godere di tutte quelle pietre per migliorare il villaggio e le proprie vite." Conclude con un inchino teatrale, rischiando però di rotolare giù dall'altro divanetto, sul quale era salito in piedi; mentre io e Minhae ci limitiamo a rimanere composti su un paio di sedie: io inalterato dai vapori dell'alcol e lei intenta a roteare gli occhi, felice che fosse finito il momento 'favoletta'.
"Okay amore ma c'era davvero bisogno di raccontarcela?" Gli chiede, di fatti, alzandosi per raggiungere il proprio ragazzo e facendolo sorridere, prima di accoccolarsi a lui.
"Bhe...h-ho solo pensato che la leggenda era ambientata il primo luglio e dal momento che oggi è...insomma avete capito." Borbotta confuso, grattandosi il collo come se i suoi pensieri lo stessero imbarazzando.
"Hai pensato che potevamo prendere una pietra, arrotolarla in foglio e seppellirla perché, oggi è il primo luglio?" Sollevo un sopracciglio, vedendo la scintilla morire nei suoi occhi e le guance tingersi di un leggero rossore.
"Pazzesco!...Ridicolo!" Inveisce Ying, dandogli il colpo di grazia e rischiando di spezzare una corda già troppo tesa. Non le basta che si sopportano a mala pena e sono poche le volte in cui si parlano senza urlare, deve sempre portarlo al limite.
"Quanti anni credi che abbiamo, Kim? Cinque?"
Thac! La corda si spezza.
Il ragazzo balza in piedi, puntando un dito verso il pavimento e il gemello, dell'altra mano, contro la ragazza.
"Questa è casa mia e se devi comportarti in questo modo per tutta la vacanza, puoi anche tornare da dove sei venuta." Ringhia, rabbioso, ma riacquista quasi subito il controllo, tramutando la smorfia che gli deturpa le labbra in un ghigno.
"E con queste parola intendo ad Ilsan."
Sia io che la sua ragazza sbuffiamo, sonoramente, puntando gli occhi contro il soffitto ma, mentre lei si volta e mi sorride, divertita dalla combinazione di gesti, io rimango impassibile a fissare la lotta tra Tae e Ying; motivato più che mai a non incrociare il suo sguardo o, semplicemente, ricordarmi che è qui con noi.
"Sono più grande di te, dovresti portarmi rispetto e chiamarmi nuna!"
Gli altri due continuano a urlarsi contro cattiverie, miste bile, e sputare veleno sull'altro ma, ormai, non li sto già più ascoltando. Tanto è sempre la stessa storia.
Da quando il biondo e la Minhae si sono messi assieme, lui non fa che vivere una guerra fredda con Bird Pepper. Saluti timidi, sorrisetti falsi ma appena uno dei due esagera, l'altro scoppia; mentre dietro quei sorrisi dettati dalle buone maniere, non fanno che progettare un modo migliore e più crudele per ferire l'altro.
America e Russia avrebbero dovuto aruolarne uno ciascuno; sono certo che per colpirsi e distruggersi, a vicenda, sarebbero riusciti ad escogitare e creare armi che gli uomini normali, muniti di autocontrollo, possono solo immaginare.
"Va bene allora!" Uno strillo della ragazza vince sulla voce di Taehyung; risvegliandomi dalle mie metafore.
"Vado fuori a raccogliere quattro fottutissime pietre ma tu intanto procura quattro fottutissimi pezzi di carta ed una pala, così posso desiderare che tu scompaia." Continua ad urlare, già indirizzata verso la porta e sbattendosela alle spalle, mentre il biondo, che come idiota non è da meno, va al piano di sopra per cercare quello che gli è stato chiesto.
Così io e Minhae rimaniamo soli nella stessa stanza e finché io spero solamente che il tempo passi in fretta, lei sembra addirittura voler tentare di conversare.
"Allora...sai io e Taehyung abbiamo pensato che, magari, questa vacanza poteva avvicinare te e Ying."
Spalanco gli occhi, rischiando di strozzarmi con la mia stessa saliva; incerto se urlarle contro o scoppiarle a ridere in faccia.
Ma, purtroppo, il misto delle emozioni mi ha solamente fatto paralizzare i polmoni ed assumere un'espressione stranita.
"Insomma, crediamo che stareste bene assieme, vi mitighereste a vicenda. Infondo lei è così...tanta, mentre tu parli praticamente solo se interpellato."
Quanto vorrei dirle che finirei per strozzare Ying nel giro massimo di due giorni e che non parlo perché se lo facessi rischierei solamente di colpire e abbattere Minhae stessa.
Ma, fortunatamente, la furia minuta fa il suo rientro in casa, prima che possa passare troppo tempo dalla mia risposta mancata, con un cumulo di pietre nere tra le braccia. Pietre che lascia, miseramente, cadere sul tavolo, in malo modo e provocando un gran frastuono.
"La più grossa è mia! Non la toccate!" Ci fissa, ardente di rabbia, ma capace solo di farci scoppiare in una fragorosa risata.
In fin fine, quella che un attimo fa ha definito la leggenda una cavolata, ora vuole il sasso più grosso convinta che ci sia maggiore probabilità di successo al suo desiderio.
"Ah, state zitti!" Borbotta esasperata, mentre il proprietario di casa ci raggiunge, ripetendo le azioni di Ying ma con carta e penna.
"Forza, ragazzi! Scegliete un sasso e scrivete il vostro più grande desiderio. Una volta fatto metteremo tutte le pietre in questa scatola e la seppelliremo qui fuori." Ci esorta, mostrando una bella cassa in legno intagliato; talmente bella che è quasi un peccato utilizzarla per questo ingrato compito.
Io e Minhae sbuffiamo, puntando un'ultima volta gli occhi al cielo, prima di fare come ci è stato chiesto, prendendo posto nelle sedie rimaste attorno al tavolo; mentre gli altri due, dopo essersi rivolti l'ennesimo sguardo ostile, imitano le nostre gesta.
Sinceramente, sono determinato a togliere questo dente il prima possibile per limitare il dolore ma, ritrovandomi con una penna, vecchia e mordicchiata, tra le mani e di fronte a un foglio bianco, mi rendo conto di non avere la minima idea di cosa scrivere.
Come se fossi stato colto dal peggior nemico di uno scrittore.
Ciò non significa che non conosca il mio più grande desiderio, solamente che non so come dargli forma, donargli un corpo ed imprimerlo sulla carta con abbastanza importanza da non sembrare una sciocchezza adolescenziale.
Sarà perché sono anni che non provo più a esprimere i miei sentimenti e per questo, probabilmente, la mia emotività si è atrofizzata ma non può essere così difficile buttare giù quattro parole in croce.
In più, a peggiorare la situazione, sono gli altri tre che sembrano non avere bisogno nemmeno di un secondo per riflettere: la loro penna non fa che spargere inchiostro su inchiostro, rapida e quasi inarrestabile e, certo, Taehyung e Ying sono giustificati dalla rabbia ma Minhae cosa può mai avere di tanto lungo e immediato da scrivere?
Scuoto la testa, deciso a dare forma ai miei pensieri e a distoglierli dagli altri. Chissà, magari mi appaiono così convinti solo perché io non lo sono affatto.
Ma con più tranquillità e avendo allentato la tensione, finalmente riesco a posare la penna sul bigliettino e d'un tratto è come se si muovesse da sola.

Gameplay [Vkook]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora