Capitolo 5 - Noah's Pov

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L'ho evitato, non voglio sentire quelle sensazioni strane di ieri, non capisco e non voglio capire. Però se n'è accorto, appena sono andato a sedermi Dani mi ha chiesto subito se l'avevo evitato e non posso mentirgli.
-Perche lo eviti?? Mi sembra preoccupato da ciò.
-Non mi sta così simpatico, okay?
-Non capisco cos'abbia di così terribile...
Alza le spalle e lo guarda, ripeto il suo gesto, Ethan stava guardando me... Un brivido mi percorre la schiena, fanculo, anche solo se lo guardo??
-Non so, mi sa di sbruffone.
-Ma scherzi?? A me sembra proprio una bella persona.
-Se ne sei convinto tu.
Accavallo le gambe e incrocio le braccia, abbasso la testa.
In verità sembrerebbe anche a me una bella persona, se solo non fossi in un certo modo "attratto", se si può dire così, da lui.

Suona la campanella e mentre tutti escono, io resto in classe, vorrei pensare o perlomeno staremene un po' da solo.
Accendo il telefono e apro Fifa, comincio a giocare.
Dopo qualche minuto sento una persona dietro di me, sento il suo fiato sul collo, stoppo il gioco e mi giro.
È Ethan, il suo viso è estremamente vicino al mio, veramente troppo vicino al mio.
-Sei un po' scarso eh.
Mi sposto in fretta alzandomi. Cerco di mantenere la calma, parlare senza balbettare in questo momento mi sembra impossibile. A parte che non saprei nemmeno cosa dire.
Faccio un respiro e le parole escono da sole dalla bocca.
-Vorrei vedere te.
No cazzo, ora rimane qua.
-Va bene, dammi il telefono.
Mi fa un sorrisetto e mi porge la mano, gli passo il telefono controvoglia sperando di finire in fretta questa tortura.
Riprende la partita e segna subito. Ok, forse è davvero più bravo di me.
Finisce e tutto contento mi mostra quanti goal ha fatto, come un bambino.
-Di che non sono bravo.
Annuisco e riprendo il telefono, torno a sedere sul mio banco e lui si mette al mio fianco.
-Ti serve qualcosa?
Alza le spalle.
-No.
-Allora perché sei qui?
-Non mi andava di uscire.
-Ah okay.
Mi allontano un po' da lui, evitando il contatto fisico che mi manda la testa a puttane. Mi fisso sul telefono per non parlare con Ethan.
Non capisco il reale motivo per il quale lui sia qui, non spiccica una parola, so solo che mi sta guardando.
Gli lancio uno sguardo e vedo che passa gli occhi da me al telefono.
Mentre sta guardando il telefono lo guardo un po' anche io, ha i capelli mossi, sembrano morbidi, gli stanno sugli occhi, mi chiedo come faccia a vedere.
Sposto il mio sguardo sulle sue mani, sono magre, grandi e affusolate, penso alle mie, in confronto sono piccolissime.
Riporto la mia attenzione sul suo viso, noto che mi sta guardano. Oh merda che figura.
Si avvicina un po' al mio viso.

Driiiiiiiiiiin
Oh la campanella, menomale.
Mi alzo di scatto mentre entrano anche i miei compagni.
Grazie campanella, non sono mai stato così tanto felice di sentirti.
Ethan si alza e se ne torna al suo posto con la sua amica di cui non ricordo il nome e io mi alzo dal banco e vado a sedermi sulla sedia.
Non so cosa stesse facendo così vicino al mio viso, da una parte non vorrei pensarci, ma dall'altra penso al fatto che stava per baciarmi, anche se mi sembra strano, molto strano. Anzi no, è una vera è propria cazzata, lui non bacerebbe mai uno come me, lui mi sembra etero, basta vedere l'amica figa che si ritrova, e io pure sono etero. Io sono assolutamente etero, o almeno ora è così e non penso che cambierà.

Wish you were gayWhere stories live. Discover now