Capitolo 34 - Ethan's pov

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Noah ieri non mi scritto, ho provato a scrivergli io per chiedergli cos'era successo con i suoi, ma non mi ha risposto. Sono un po' preoccupato, spero non sia successo nulla di grave. So che non ne saranno rimasti felici, spero abbiano semplicemente capito e che ora si sia risolto tutto, così Noah potrà essere sè stesso e non starà più male per la sua famiglia.
Sono partito prima da casa perché spero di incontrarlo quindi non ho preso l'autobus. Arrivo davanti al cancello della scuola, ma di lui ancora nessuna traccia. Decido, quindi, di raggiungere i miei amici, sempre vicino al solito albero, sperando di vederlo lì.
-Ei Ethan.
Mi saluta Sam sorridente, gli altri due pure. Non vedendo Noah il mio volto si incupisce, i ragazzi lo notano subito.
-Tutto ok?
Chiede Dani incuriosito.
-Sapete dove è Noah? Sono un po’ preoccupato.
-Perché?
Non so se è il caso di dir loro dei suoi genitori, forse vuole dirglielo lui, è meglio se mi invento qualcosa.
-Ieri gli scritto alcuni messaggi e non ha mai visualizzato.
Alzo le spalle e alzo il volto incontrando gli sguardi dei miei amici incurositi. Emma prende parola.
-Da parte sua è un po’ strano effettivamente, magari è rimasto tutto il tempo in camera a giocare al computer per evitare i suoi, si sa quanto poco gli stiano simpatici.
Annuisco distrattamente, deve essere successo qualcosa, trova sempre qualche minuto per scrivermi, anche tra una partita e l'altra.

Dopo una decina di minuti dall'inizio della lezione bussano alla porta e subito entra Noah, maglia e pantaloni stropicciati e il giubbotto leggermente sporco. Si scusa in fretta con la professoressa per il ritardo e va a sedersi lentamente al posto libero in seconda fila. Mi giro in fretta a guardare Dani ed Emma con il posto libero in mezzo, si guardano preoccupati, poi mi guardano chiedendo spiegazioni, io alzo le spalle non sapendo cosa stia succedendo al ragazzo. Punto di nuovo lo sguardo verso Noah, è stravaccato sul banco, con una mano che gli tiene su la testa in procinto di cadere, ha un viso pallido e gli occhi rossi, ma non di uno che si è fatto, ma di uno che ha pianto fino allo stremo. Ha due occhiaie scure e profonde sotto agli occhi e le labbra chiare e screpolate, ogni tanto lo vedo che si massaggia un braccio o il collo, come se avesse male in quei punti del corpo.

Appena è il cambio d'ora mi alzo e lo raggiungo, vengo seguito a ruota dai miei amici, Noah non ci degna di uno sguardo, prende il telefono e comincia a scorrere i post su Instagram.
-Ciao.
Lo saluto in modo dolce accennando un sorriso.
Alza lo sguardo, punta gli occhi nei miei e ricambia il saluto con un gesto della testa per poi riabbassare il viso.
Guardo gli altri straniti e Dani gli appoggia una mano sulla spalla.
-Noah tutto bene??
Chiede il ragazzo scosso, il bassino scuote le spalle liberandosi dalla mano di Daniele e mugula in assenso. Fa per parlare di nuovo, ma entra la professoressa. Torniamo in fretta ai nostri posti, senza nessuna intenzione di mollare. Non sta bene e dobbiamo capire cos'ha.

Suona l'intervallo e Noah esce di corsa dalla classe come se volesse evitarci e forse è proprio così.
Mi alzo e faccio cadere la sedia, urto un paio di persone ed arrivo fuori dalla porta, mi guardo intorno e non vedo più Noah, corro velocemente verso sinistra, dove c'è un corridoio a destra, non lo vedo, non so assolutamente dove sia, sembra si sia volatilizzato.
Torno in classe a testa bassa trovando i miei amici attorno ad un unico banco, prendo le schiacciatine e li raggiungo.
-Non l'hai trovato??
Mi chiede Emma speranzosa.
-È sparito.
Le rispondo alzando le spalle e abbassando il volto sulla confezione.
Avvolgo le dita attorno all'involucro e faccio fatica ad aprirlo, un sorriso si stampa sul mio volto, come quella volta che Noah non riusciva ad aprire il preservativo e ci mettemmo come minimo 10 minuti, quel pacchetto era difettoso.
Scuoto la testa e cancello i miei pensieri, continuando a far rumore con il pacchetto che non si apriva.
-Oh ma vaffanculo.
Appoggio bruscamente la mia merenda al banco.
Dani la prende il fretta e in pochi secondi me la rimette in mano aperta.
-Oh, grazie...
Dico quasi in un sussurro rendendomi conto di non saper aprire un involucro così morbido.
-Sapete cosa gli succede??
Chiede Emma lasciandosi andare sulla sedia dietro di lei.
-Io non lo so.
Anche Dani alza le spalle. Penso mi tocchi dirgli dei suoi, almeno sapranno cosa è successo, forse arriviamo ad una conclusione.
-Io... forse qualcosa so...
Dico agli altri, alzo il volto e mi metto in bocca una schiacciatina, la deglutisco a forza.
-Dai parla.
Prendo un enorme respiro mentre guardo i loro occhi fissi nei miei, le bocche aperte curiosamente, aspettando che io cominci a parlare.
-Allora, sabato sono andato da lui a dormire perché i suoi erano via, lo sapete no?? Beh ecco, la mattina i suoi sono arrivati molto prima, eravamo svegli da poco, eravamo nudi a letto.
-Ok sisi, tralasciamo questi dettagli.
Mi dice Sam accompagnata dalla risata di Emma. Io rimango serio e ricomincio.
-Sua madre è entrata in camera di Noah incazzata perché non trovava Iris, perché aveva detto loro chiaramente di non uscire e non invitare nessuno le sere in cui non c'erano, solo che Noah era sopra di me, non ci stavamo baciando o niente, ci stavamo solo guardando negli occhi, ma sapete, due ragazzi nudi a letto dicono abbastanza. Allora me ne sono andato, lei non sembrava molto felice.
Emma e Dani si guardano leggermente spaventati, Sam sospira e basta, non conoscendo i suoi come gli altri due non può dire molto. Si limita a chiedere qualcosa.
-È davvero così grave?
Emma sospira rumorosamente, Dani deglutisce, io sono solo molto spaventato.
-Si.
Si limita a rispondere la ragazza.
-Conosco bene i suoi, anzi molto bene, siamo amici da una vita, non l'avranno presa bene per niente.
-È per questo che sta male sicuramente.
Dice Dani appoggiando una mano sulla spalla della ragazza al suo fianco.
-In un qualche modo risolveranno, con l'aiuto di Iris, non dobbiamo intrometterci però, peggioreremmo solo le cose.
Sento che lacrime sono vicine, non voglio farmi vedere così, non voglio piangere, è andato tutto bene una volta, sono sicuro possa andare bene ancora un'altra volta.
Ho paura sì, tanta, non è stato facile e ancora per lui non lo è, perché finire così, per colpa dei suoi genitori, spero che abbia una scelta, spero che possa decidere tra me e la sua famiglia, anche se non voglio chiedergli di farlo, non sono nessuno per rimpiazzare la sua famiglia, per quanto stupida possa essere. Spero che me ne parli in fretta, troveremo una soluzione per tutto, insieme, lo giuro.

-Tieni.
Mi scuoto un attimo e vedo un fazzoletto davanti a me, Sam me lo sta porgendo con mano tremante, non mi sono reso conto di star piangendo mentre pensavo a noi, lacrime bagnate scorrono sul mio viso ormai rosso.
-Grazie.
Mormoro asciugandomi in fretta gli occhi.
Mi mette una mano sulla spalle e mi gira verso di sé abbracciandomi, dopo un attimo ricambio e appoggio il mento sulla sua testa, lei mi accarezza la schiena.
-In un qualche modo risolveremo tutto.
Mi dice con il viso sepolto nella mia felpa. Mi giro verso gli altri due che ci guardano con sguardo sconcertato, non la pensano come Sam, si capisce, pensano che non ci sia nulla da fare, forse è davvero così, ma non ci voglio pensare, dovrà pur esserci un modo per essere felici.

Ho scritto questo capitolo almeno 10 volte, continuava a non soddisfarmi, quindi scusatemi per il ritardo, ancora una volta :(

Wish you were gayWhere stories live. Discover now