Capitolo 18 - Ethan's Pov

7K 426 104
                                    

Torno a casa, non molto felice. Come tutti i lunedì mia mamma non è a casa. Menomale, si accorgerebbe sicuro che sto male. Mi faccio una piadina e mi siedo sul divano, accendo Netflix e vedo Kill Bill ancora da finire. Un dolore al petto viene fuori, comincio a vederci un po' sfocato, penso a Noah, al fatto che nell'arco di pochi giorni sono riuscito a conquistarlo e in pochi giorni l'ho perso. È durato tutto così poco. Una lacrima mi bagna la guancia, velocemente con la felpa mi asciugo. Forse è anche colpa mia, non dovevo bere così tanto sapendo che non reggo, facendomi anche una tipa a cazzo. Però lui non doveva lasciarmi, non sono io che deve chiedere scusa, io ero solo ubriaco.
Scaccio i pensieri e faccio partire un film a cazzo, anche se non riesco a concentrarmi tantissimo.

****

Anche oggi a scuola non ci siamo parlati e nemmeno guardati. Non ci scriviamo e mi manca, non so se per lui è lo stesso, ma ho così bisogno della sua risata, di un suo bacio, di qualsiasi cosa da parte sua, e starci insieme senza avere nulla è difficile.

-Ethan, tutto ok??
Mi risveglio dai miei pensieri e mi giro verso Sam.
-Eh... Ah si, tutto ok.
-Ti vedo distratto
-No, no. Sono solo un po' stanco.
-Prendi l'autobus oggi??
Faccio per rispondere, poi penso al fatto che se non prendo l'autobus vedrò Noah. Forse è il momento di chiedere scusa, lui è troppo orgoglioso e sicuramente la colpa è maggiormente mia. Spero solo che sia disposto a parlare con me.
-No, vado a piedi.
-Oh, perché questa novità?
Alzo le spalle.
-Mi va di camminare.
-Non picchiare Noah eh...
La guardo stranito, facendo finta di non sapere.
-Abita vicino a te, in quella via..
-Ah, non lo sapevo...
-Massì dai. Quando siamo andati fuori a pranzo avete fatto la strada insieme.
Già, lo so. Nascondo un sorrisetto e abbasso la testa.
-Ah, già. Vero.
Alza gli occhi al cielo e sorride. Se solo sapesse che non prendo il tram per Noah, chissà quanti film si farebbe.
-Non ti è passata la cotta?
Alzo la testa in fretta e la guardo interrogativo.
-So che vai per lui, non sono scema.
-Cazzo. Fammelo guardare solo da lontano.
Si sbatte una mano sulla fronte.
-Smettila, ti fa solo soffrire.
-Ho capito, non succederà più.
Nega con la testa e mi fa un leggero sorriso.

All'intervallo vado con Sam che mi presenta metà delle sue amiche, sperando che me ne possa interessare qualcuna, peccato che per la testa ho solo Noah.
Mi stacco per andare verso il bagno, incontro Noah. Gli sorrido e faccio per salutarlo con la mano. Non mi degna nemmeno di uno sguardo e va avanti per la sua strada. Massì Ethan, ti aspetti pure che ti saluti, sono un idiota proprio.
Rimango a guardarlo mentre si allontana, cammina distratto nella sua mancata altezza, ha tagliato i capelli, vorrei potergli dire che sta bene. Ha una felpa che lo fa sembrare proprio un bimbo, un bimbo parecchio stronzo. Vorrei poterlo stringere un'altra volta perché mi manca.

Esco finalmente da scuola, dopo sei ore, come sempre il mercoledì, aspetto Noah all'inizio della via.
Arriva, penso mi abbia visto, ma continua per la sua strada facendo finta di nulla, mi affianco a lui velocemente.
-Ei.
Non mi risponde e abbassa la testa.
-Senti mi dispiace. Non volevo fare quello che ho fatto. Ero ubriaco e non reggo l'alcol, mi sono lasciato trasportare.
Faccio un grosso sospiro e continuo.
-Quella ragazza, non so nemmeno come si chiama e se la vedessi probabilmente non saprei nemmeno riconoscerla.
Si ferma ed io con lui, lo guardo sperando che dica qualcosa. Alza la testa e mi guarda. Noto che ha gli occhi lucidi, ma non piange. Ha un'espressione triste, ma al contempo arrabbiata.
-I-io....ci sono rimasto male.
Dice cercando di parlare con voce ferma, si sta sforzando parecchio.
Gli metto una mano sulla spalla e mi avvicinò un po', lui scrolla le spalle e fa un paio di passi indietro. Cazzo. Lo guardo tristemente.
-Lo so, posso immaginare. Ci sto male anche io. Non volevo ti giuro, io non me ne rendevo conto.
-E perché hai bevuto se sai che non lo reggi?
-Perché non sapevo che fare, cercavo di non andare a ballare con nessuna ragazza, ma alla fine l'alcol ha deciso per me.
-Ciò vuol dire che è solo colpa dell'alcol?
-Si, ti giuro io non sono così.
-Non lo so Ethan.
Ricomincia a camminare come se niente fosse.
-Noah ti prego....
Sto fermo un attimo a guardarlo andare via, poi corro da lui. Mi metto davanti intralciandogli la strada. Abbasso lo sguardo verso di lui, vedo sfocato.
-T-ti prego...
Dico con voce spezzata, non mi importa se mi scoppierà a ridere in faccia.
-Io... Tu... Mi piaci Noah, e non credo che tu non provi niente come hai detto. Non avremmo ancora da finire quel fottuto film e non saresti così incazzato con me perché ho baciato un'altra.
Tiro su con il naso e mi asciugo velocemente con la mano una lacrima appena scesa.
-N-non puoi n-negare l'evidenza.
Finalmente smette di guardare il vuoto dietro di me e fissa i suoi occhi nei miei.
Si avvicina e mi circonda il busto con le braccia, poggia la sua testa nell'incavo del mio collo.
-M-mi eri mancato Ethan.
Faccio un sospiro di sollievo.
-Anche tu.
Lo stringo a mia volta, non sicuro di volerlo lasciare più.
-Non voglio stare male però..
-Scusa, non lo farò più.
Si allontana leggermente e mi guarda dal basso.
-Io però non so cosa sono, cosa provo, non aspettarti certezze da me. Spero solo di non farti soffrire.
Alzo un braccio e lo metto dietro la sua nuca.
-Non ti preoccupare...
Mi giro velocemente per guardare intorno se c'è qualcuno di sospetto. Nessuno.
Mi avvicinò al suo viso e lo bacio, lui non si stacca anzi, sposta le sue braccia dietro al mio collo e una mano comincia ad accarezzarmi la mascella.
Lo stringo sempre di più a me, sento il suo cuore attraverso la maglietta e batte forte, forse quanto il mio.
Il bacio si approfondisce e mi beo del suo sapore che tanto mi mancava.
Si stacca leggermente ansimando, mi sorride sulle labbra e io ancora lì gli sussurro qualcosa.
-Mi mancavi.

Eh niente, penso sia uno dei più bei capitoli che abbia scritto...

Wish you were gayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora