Capitolo 33 - Noah's Pov

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Mi sveglio al rumore di una porta che sbatte, sarà uno scuretto chiuso con il vento penso. Sento qualche brivido e mi stringo al corpo caldo sotto di me. Alzo il viso e guardo il volto rilassato del mio ragazzo, un raggio di luce si posa sulle sue labbra e sulla sua fossetta appena visibile, mi viene da sorridere spontaneamente. Mi allungo appoggio le labbra sulla sua mandibola.
Ethan si muove lentamente sotto di me e apre leggermente gli occhi.
-Buongiorno.
Mi dice sorridendo, accompagnato da uno sbadiglio.
-Giorno.
Mi appoggia una mano sulla schiena nuda e comincia ad accarezzarmi.
-Ho freddo.
Dico immerso nel suo petto.
-Beh siamo nudi in pieno novembre, capisco il riscaldamento, ma non sono proprio una stufa umana.
Mi risponde ridendo, portandomi poi esattamente sopra di lui. I nostri nasi si scontrano e anche qualcos’altro.
Con le mani che stringono la mia schiena mi avvicina, baciandomi.
Ci stacchiamo subito dopo, rimaniamo però così, guardandoci negli occhi, senza dire assolutamente nulla.
Non so perché mi sono innamorato proprio di questo ragazzo, di un ragazzo poi, ci penso così spesso a quanto possa essere strano, ma allo stesso momento mi sembra così normale. Al contempo però, non so
bene se ne sono realmente innamorato, è tutto così difficile, cerco una risposta costantemente eppure non la trovo, non so cosa provo per questo ragazzo dopo quasi 2 mesi, forse dovrei smettere di pensarci, forse dovrei lasciare andare avanti le cose e si vedrà come andranno. Intanto voglio stare con lui e godermi
tutto questo.

-NOAH, DOVE CAZZO È IRIS??
Mia madre entra in camera urlando, io ancora sopra Ethan, entrambi ci giriamo di scatto, cado sopra Ethan
e mi rotolo al suo fianco, mi metto seduto coprendomi con il lenzuolo.
-C-ciao mamma. I-Iris è d-da-
-NON MI INTERESSA DOVE CAZZO È IRIS, CHI È LUI?
Dice esterrefatta, puntando un dito contro il ragazzo dietro di me, che si è intanto messo seduto coprendosi, anche lui, con il panno.
-E-Ethan…
Continua a balbettare.
-Ahh, quel tuo amico?
Abbasso la testa girandomi i pollici.
Annuisco poi, arrossendo.
-Guardami in faccia.
Mi ordina alzando un po’ la voce.
Alzo il volto grattandomi la nuca, incontro due occhi rosso fuoco.
Sento un peso spostarsi dietro di me, noto Ethan che si mette i boxer per poi alzarsi.
-È meglio che vada.
Dice prendendo i suoi pantaloni da terra.
Io annuisco, mia madre scuote la testa.
-Vai pure, e non tornare.
Finisce di vestirsi in fretta, si piega per prendere il suo zaino ed io gli lascio un bacio veloce sulle labbra.
Ormai mia madre ha capito, vedere due ragazzi nudi, uno sopra l’altro, non può significare molto.

Dopo qualche minuto di sguardi acidi tra me e mia madre arriva mio padre.
-Fottutamente meraviglioso.
Sussuro, mamma mi guarda malissimo, mio padre interrogativo.
-Chi era quel ragazzo che ho visto uscire?
-Ah, chiedilo a tuo figlio.
Dice mamma alzando le braccia incrociandosele al petto.
-Noah?
Mi guarda mio padre cercando spiegazioni. Non so cosa dire, cosa fare, è tutto così difficile.
-U-un amico...
Dico in un sussurro.
-Eravate nudi a letto, uno sopra l'altro.
Fa notare mia madre inorridita, vedo lo sguardo di mio padre cambiare da curioso ad esterrefatto in meno di 1 secondo.
-COSA??
-I-io...
Abbasso ancora una volta la testa.
-Vestiti e vieni giù.
Dice mio padre uscendo dalla stanza, mia madre lo segue sbattendosi la porta alle spalle.
Mi alzo in fretta, le lacrime cominciano a bagnarmi il volto, non riesco a fermarle. Prendo in mano il telefono e scrivo ad Iris.

Noah
Iris torna a casa ti prego, sono tornati mamma e papà, mi hanno visto con Ethan eravamo ancora a letto, poi ti spiego meglio, devi aiutarmi.

Invio il messaggio sperando che risponda in fretta.
Finisco di vestirmi e sento Iris entrare in casa, menomale che non era troppo lontana, le sono voluti solo un paio di minuti.
Mi asciugo il viso con un fazzoletto e scendo giù in sala, i miei seduti al tavolo in silenzio che si scambiano sguardi, Iris che si sta togliendo la giacca e si avvia verso di me. Mi appoggia dolcemente una mano sulla spalla e sussurra qualcosa sorridendo.
-È tutto ok.
Non è tutto ok, lo sa pure lei, sono nella merda fino al collo, nessuna scusa che mi posso inventare starà in piedi e non posso aggrapparmi sugli specchi, ormai sanno, devo solo parare il colpo.

Ci sediamo al tavolo lontano dai miei.
-Quindi cos'è questa storia?
Mi chiede mio padre cercando di mantenere la calma.
-Nulla...
-Come nulla??
Alza un po' il tono di voce.
Iris mi tira un colpetto e mi sorride, invitandomi a dire la verità.
-I-io.... cioè n-noi... stiamo insieme.
-COSA??
Papà si alza in piedi sbattendo le mani sul tavolo talmente forte che noi altri sobbalziamo. Mia madre si mette le mani in faccia e nega con la testa.
Io annuisco a testa bassa.
-Dimmi che è uno scherzo.
Non dico niente, non trovo la forza per parlare.
-Dimmi che è uno scherzo.
Ripete a tono più alto.
-Non è uno scherzo, non è un cazzo di scherzo.
Dico per poi poi respirare affannosamente, come se avessi appena trattenuto il respiro.
-Cazzo... sei una merda Noah.
Mia madre si alza e affianca mio padre, gli appoggia una mano sulla spalla e prende parola.
-Lo lascerai, per sempre, non lo voglio più vedere qua vicino e tu non uscirai se non sarò sicura che è con i tuoi soliti amici.
-Ma mamma...
Dico con il respiro mozzato.
-Niente Noah, ti abbiamo cresciuto in un modo e tu continuerai così, smettila di essere curioso, di provare cose nuove, hai 17 anni, non dico che tu ti debba sposare, ma non puoi fare il bambino, ti cerchi una ragazza, non ci interessa delle tue avventure strane, devono finire.
Sospiro, i miei se ne vanno verso la cucina, io ed Iris ci guardiamo, senza dire nulla mi abbraccia, scoppio a piangere mentre mi accarezza la schiena.

Torno su in camera dopo un po', prendo una felpa e la giacca pesante, lo zaino per la scuola di domani, il caricatore portatile e scendo in cucina in fretta, prendo dei toast dal frigo e saluto Iris, che è seduta su una sedia con il telefono.
-Vado via, non so quando torno, non aspettatemi per pranzo e neanche per cena, ti voglio bene.
Torno in sala, i miei stanno guardando il telegiornale, forse non si accorgono nemmeno che me ne sto andando.
Mi infilo le scarpe ed esco dalla porta, nessun segno di vita da parte loro.

Mi metto le cuffie e mi incammino verso chissà dove, non andrò da Ethan, neppure da Dani o Emma, devo pensare, non so che cazzo fare, se mollo il mio ragazzo starò malissimo e anche lui, se non lo mollo non tornerò mai più a casa. Sono nella merda più totale. Se solo i miei mi lasciassero spiegare, se solo si mettessero nei miei panni, vorrei poter raccontare loro quanto mi faccia stare bene Ethan, ma non gli importerebbe probabilmente. Loro vogliono solo che sia il figlio perfetto, con una bella ragazza e bei voti. Beh non sono io, non sono perfetto, non ho una ragazza e non ho bei voti, però sono felice, davvero tanto felice. Frega un cazzo dei loro principi da anni 1600, siamo nel cazzo di 2019, voglio essere felice con chi mi pare e se loro non lo vogliono sti cazzi.

È sera ormai, mi avvio verso una panchina in un parco, è tutto il giorno che giro a cazzo. Mi tolgo lo zaino e mi siedo, non c'è nemmeno tanto freddo stasera. Non voglio tornare a casa, ma so anche io che lo farò, sono comunque i miei genitori, mi sento così estremamente in colpa, non so cosa fare. Ho sbollito la rabbia, ma sentire mio padre che mi dà della merda fa male, davvero tanto male. Non capisco perché non possano semplicemente accettarlo.
Prendo in mano il telefono, ho parecchi messaggi e delle chiamate perse dai miei, non rispondo a nessuno di essi e piego la testa all'indietro, appoggiandola allo schienale della panchina. Mi stringo nella giacca e chiudo leggermente gli occhi, sono davvero così stanco.
Penso ad Ethan, al fatto che potrebbe soffrire per colpa mia, mi sento così male, un vuoto si fa spazio nel mio stomaco. Vorrei solo averlo qua, sentirmi dire che va tutto bene anche se non è così, da oggi tutto questo è cambiato, potrebbe finire tutto quello che abbiamo costruito con calma e pazienza, oppure potrebbe finire la mia famiglia, è una scelta che devo prendere io, è estremamente difficile, ma ormai ho capito che Ethan e i miei insieme non possono starci, uno solo e devo scegliere bene e soprattutto in fretta, prima di mettere fine ad entrambe le cose.

:(((

Wish you were gayWhere stories live. Discover now