𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 𝟏𝟏

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Quel giovedì mattina Jungkook si svegliò verso le sei e rimase nel letto a guardare il soffitto, nei giorni precedenti continuava a prendere il telefono e andare sulla chat di Ji-eun

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Quel giovedì mattina Jungkook si svegliò verso le sei e rimase nel letto a guardare il soffitto, nei giorni precedenti continuava a prendere il telefono e andare sulla chat di Ji-eun. Rimaneva per minuti sulla chat e poi bloccava lo schermo. Non voleva pensare a Ji-eun ma lo faceva, pensava al fatto che volesse diventare sua amica, pensava al suo viso, pensava a lei e basta.

In quella settimana, era rimasto sconvolto quando aveva scoperto che sua madre uscisse di casa, lui non stava mai a casa approfittando che Jong-ho rimanesse a scuola fino alle sedici. Si era arrabbiato, lei stava cominciando a rivivere e non era giusto, non era giusto per Jong-ho.  In più in quei giorni aveva scoperto che sua mamma uscisse di casa.

«Jungkook possiamo parlare?» disse la donna, sedendosi sul divano vicino a Jungkook, che stava guardando il telefono. Era ancora arrabbiato, per quello che aveva scoperto la mattina «In questi giorni ho parlato con la nonna...» gli disse nervosa, giocherellando con le dita e Jungkook alzò lo sguardo, lasciando perdere il telefono «E quindi?» non capendo dove volesse arrivare.

«Voglio ritornare a Busan. Non voglio più restare in questa città»

«Va bene» disse Jungkook, non gli cambiava niente anzi un peso in meno ma non riuscì a pensare a suo fratello «E con Jong-ho?» chiese e Ria scoppiò a piangere, i singhiozzi erano forti e per quanto la odiasse, non riuscì a guardarla.

«I-io non ci riesco» disse cercando di asciugarsi le lacrime, avrebbe così tanto voluto abbracciarla, dopotutto era la sua mamma e prima di conoscere Wooyoung, aveva passato dei momenti bellissimi con i suoi genitori. Quell'uomo l'aveva rovinata.

«Ogni volta che parlo con Jong-ho, rivedo i tratti di quell'uomo, le sue mani su di me e poi penso che ha il suo stesso sangue» singhiozzò Ria «Ho parlato con tua nonna e forse, sarebbe dare Jong-ho in adozione»

Jungkook indurì la mascella e strinse le mani in pugno, le sue nocche diventarono automaticamente bianche e il respiro più pesante «No» una parola, un concetto, non voleva neanche discutere.

La donna lo guardò con sguardo triste «Jungkook pensaci. E' meglio per tutti. Tu sarai un normale ragazzo di venticinque anni e Jong-ho sarà in una famiglia dove viene amato ed educato bene» e quella frase lo fece imbestialire «Hai finito?» le chiese alzandosi e andando verso l'isola della cucina «Ne ho abbastanza delle tue stronzate» l'avvisò duro appoggiando i palmi sul ripiano e guardando la madre «Mi sembra di averti già detto che se vuoi andare, fai pure. Ma Jong-ho resta qui»

Ria sospirò, tirandosi i capelli disperata «Lo faccio per te! Mi hai sempre detto che è un peso per te quel bam-»

«Come puoi essere così stronza? Può anche essere suo figlio ma è anche tuo»

𝑰𝒕'𝒔 𝒀𝒐𝒖 | 𝒋𝒋𝒌Where stories live. Discover now