II.

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Mentre salivano le scale per raggiungere l'aula per la lezione successiva Oliver vide un gruppo di quelli del primo anno additarlo e così il ricordo della sua brutta figura riaffiorò. Preso com'era dalla squadra distrutta si era completamente dimenticato di aver offeso pubblicamente una ragazzina.

Non l'aveva nemmeno più vista, o forse si nascondeva, dubitava che fosse più alta di un metro e mezzo e le doveva essere piuttosto facile nascondersi in una folla. Si sentiva in colpa per essere stato così crudele, anche se involontariamente,ma soprattutto temeva che i più piccoli non avrebbero mai fatto i provini per la squadra del mostro che offendeva bambine.

Pensò all'enorme danno che si era auto provocato per tutta la lezione e quando la Vector consegnò i compiti della volta precedente si accorse a malapena del commento dell'insegnate che lo ammoniva affinché consegnasse tutti i rotoli.

-Hai preso comunque un voto più alto del mio- borbottò un Tassofrasso con gli occhi chiarissimi,risvegliandolo dal torpore -avrei dovuto scegliere Babbanologia- Percy inarcò le sopracciglia -sei un Nato Babbano- lui annuì convinto -appunto- Oliver sghignazzò per la faccia di Percy.

A pranzo Clovis aveva tenuto loro il posto e li aspettava insieme agli altri due Grifondoro del quarto anno, si erano appena seduti quando Hugh Winderflower, Cacciatore del settimo comparve alle spalle di Clovis e Tom facendoli sussultare-cuccioli di mago, come state?- disse con il suo solito tono di voce troppo alto, rifilando due violente pacche sulle spalle delle due sfortunate vittime che risposero con un "bene" piuttosto strozzato.

-So che volevate tutti parlare con me,ma ho necessità di parlare con il vostro amico maniaco- rise per la battuta che stava per fare -non tu, Weasley, volevo Wood- due ghigni comparvero sulle facce degli altri tre, le orecchie di Percy presero fuoco, mentre Oliver con la testa gli fece cenno di continuare -la Trelawney dice che martedì pioverà- il ragazzo rovesciò gli occhi-ci risiamo- Percy scosse la testa divertito, la Trelawney, l'insegnante di Divinazione aveva forse visto Oliver una volta di sfuggita, ma continuava a prevedere per lui sciagure ed eventi negativi che puntualmente si verificavano tanto che pure Percy, che riteneva la Divinazione un ramo della magia estremamente opinabile,riconosceva alla professoressa la capacità di indovinare le presunte tragedie di Oliver. L'unica cosa che Oliver sapeva era di essere sfortunato.

Durante la sua prima partita, due anni prima, aveva preso un bolide in testa, il colpo era stato così violento che si era risvegliato in infermeria con gli occhi di Charlie Weasley e Orla Watters addosso -credi davvero che sia stato un buon acquisto per la squadra?- -l'entusiasmo non gli manca- -forse ne ha anche un po' troppo- aveva osservato la ragazza -oh...ciao Wood, fortuna che ti sei ripreso- aveva detto Charlie sorridendo -ehi piccolo Wood, non pensare mai più di farci uno scherzo del genere,non abbiamo portieri di riserva, sai? Perdiamo se tu voli giù dalla scopa- il sorriso di Orla era stato decisamente meno rassicurante.

Con il tempo Oliver era diventato davvero bravo e anche i più restii, come Orla, l'avevano accettato esi erano affezionati a lui, e al suo esagerato entusiasmo. Quando tre membri della squadra erano usciti da Hogwarts quel giugno, nessuno di coloro che erano rimasti, sebbene avessero tre anni più di Oliver,si era opposto alla sua nomina: nessuno sarebbe stato in grado di anche solo avvicinarsi all'impegno che Wood stava mettendo in quell'incarico. In quel momento la proverbiale determinazione di Oliver Wood sembrava più che altro rassegnazione all'inevitabile -non troveremmo un Cercatore nemmeno con un sole da metà luglio- disse sospirando e tornando al suo purè, dal quale emise un gemito -e se anche ci fosse tra quelli dei primi anni, ho detto che è meglio non prendere persone che inciampano anche nell'aria per"evitare morti"- si fece il verso da solo e riaffondò nel cibo,gli altri si guardarono cercando di non ridere e tornarono alle loro occupazioni.

Binns era più soporifero del solito, o forse era colpa dell'orario che prevedeva le sue ore dopo pranzo, mail risultato era una classe dormiente che, di tanto in tanto,sussultava per la tosse di una Serpeverde.

Marcus Flint lanciava ad Oliver occhiate divertite che non passarono inosservate -quanto mi piacerebbe poterlo trasfigurare in un rospo- mormorò Percy distraendosi per un attimo dalla lezione e lanciando uno sguardo carico di disprezzo al ragazzo con i denti storti. Oliver cercò di non farci caso, sapeva di essere un facile bersaglio per il Cacciatore di Serpeverde e era altrettanto cosciente di come le voci,ad Hogwarts, volassero.

Binns li congedò poco prima della fine delle due ore, probabilmente riusciva ad annoiare pure stesso, ma ciò diede a Flint qualche minuto in più per torturare Oliver, riuscendo comunque a non arrivare tardi per cena.

-Wood- gridò avvicinandosi -credevo che tu fossi impegnato a terrorizzare bambine- il suo modo di parlare ricordava così tanto un grugnito che a Percy quasi faceva ridere,nel frattempo Flint non vedendo reazione da parte di Oliver continuò l'attacco -ti hanno deciso capitano perché ti sei inginocchiato difronte alla McGonagall? O perché i tuoi Cacciatori sono delle nullità?- Oliver fece un sorrisetto e lo squadrò -sai Flint, ne riparleremo quando tu sarai nominato capitano, o forse dovrei dire"deciso" per adattarmi al tuo livello di inglese- Flint digrignò i denti, si fermò con il grosso naso bitorzoluto a dieci centimetri da quello affilato di Oliver -sei una nullità, Wood, lo suggerirò alla bambina, nel caso volesse vendicarsi-.

Oliver strinse i pugni, abbandonando tutta la flemma che aveva dimostrato fino a qualche secondo prima -io lo ammazzo, Perce- inspirò -ti giuro che lo ammazzo- sbraitò,mentre Percy cercava di non farlo imprecare, senza successo, sotto gli occhi divertiti dei Grifondoro del quinto.

-E sai qual è la cosa peggiore- disse Oliver a Percy e Clovis con la piuma d'oca tra i denti, facendo su e giù per la sala comune con il compito di Erbologia in una mano mentre con l'altra faceva roteare la cravatta -la cosa peggiore è che Flint ha ragione- prese a passeggiare con una sorta di marcetta osservando di tanto in tanto il soffitto. -Faremo talmente schifo,che Flint riderà di me per il resto dei suoi giorni- ci pensò un attimo -il prossimo anno verrà sicuramente nominato capitano, penso che butterò dalla torre- -mi piaceva di più... l'idea... di uccidere lui- biascicò Clovis, senza staccare gli occhi dal compito,masticando un pezzo di plumcake che stava appoggiato accanto a lui sul tappeto.

-E poi Oliver, tu sei stato nominato capitano prima di lui- aggiunse Percy da dietro lo schienale della poltrona, Clovis lo indicò con la vecchia piuma con cui stava scrivendo -ha ragione, potrai rinfacciarglielo a vita- sputacchiò un bel po' di briciole sulla pergamena per parlare -accidenti-.

Ne seguì una predica di Percy dal titolo "te l'ho detto tante volte di non mangiare mentre fai i compiti" durante la quale Clovis prima minacciò di rovesciargli l'inchiostro sulla pergamena e successivamente si mise a sputacchiare sul compito di Percy.

Oliver dal canto suo udì vagamente quella disputa, figurando se stesso in una squadra senza tre giocatori. Avrebbero fatto pena e lui sarebbe stato responsabile. Che scelta pessima, come potevano aver deciso di affidargli la squadra,aveva quattordici anni e ne combinava persino involontariamente.

La reputazione della squadra di Grifondoro sarebbe stata infangata quell'anno e lui, lui sarebbe stato ricordato come il capitano della sciagura.

I due anni precedenti non erano comunque stati un granché, l'infortunio di Charlie Weasley, che era comunque rimasto come capitano pur senza disputare nemmeno una partita, aveva portato Grifondoro sul lastrico. Avevano vinto una partita in due anni, ma la sola presenza di Charlie aveva reso sopportabile agli occhi dei Grifondoro la sconfitta. Ma lui se ne era andato e le sconfitte avevano iniziato a bruciare ed il rispetto a scemare. E Oliver si trovava al comando in quel pessimo momento.

Al duecentesimo giro la porta si aprì e un capannello di ragazzini del primo anno apparve -non puoi essere cadu...- non appena lo videro sfrecciarono per le scale con aria indignata, solo una di loro non lo guardava, era lei. Non era sparita, dopotutto era un mostro, ma non riusciva ancora a far sparire un'undicenne. La sua reputazione se ne stava andando come quella della squadra.

-Dimmi, il senso di colpa?- chiese Percy sarcastico sorgendosi dalla poltrona, Oliver gli rivolse uno sguardo truce e riprese a camminare.

Vite che non si arrendonoWhere stories live. Discover now