XIII.

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Percy saltellava dietro ad Oliver arrecando all'amico un indicibile fastidio -non ti costa niente- mugolava, il ragazzo era deciso ad ignorare l'amico. Non sarebbe uscito con l'amica di Penelope solo per toglierla di mezzo e permettere a Percy di godersi il pomeriggio ad Hogsmeade con la sua ragazza, sentiva parlare di Penelope Clearwater a sufficienza ogni ora di ogni giorno, parlava di Penelope anche nel sonno quel dannato Weasley. Oliver aveva giurato che non avrebbe mai divulgato questo particolare, romantico, ma fondamentalmente ridicolo. In quel momento però, iniziava a pensare che una minaccia su quell'argomento potesse funzionare.

Le uniche ore di tregua per Oliver erano gli allenamenti di Quidditch, che aveva reso immensamente più impegnativi e ne era molto soddisfatto, e le materie che non frequentavano entrambi. Ed infatti Oliver aveva iniziato ad apprezzare le lezioni di Hagrid, Percy non frequentava Cura delle Creature Magiche a causa di suo fratello, Charlie era sempre stato molto portato per quella disciplina e Percy aveva il timore di non essere all'altezza. Charlie Weasley e le sue doti erano sempre stati un problema per i due ragazzi del settimo anno, pensò Oliver lanciando una radice ad una strana bestiola della quale non aveva ascoltato il nome.

Il giorno prima di Halloween Percy tentò un ultimo affondo con l'aiuto insperato di Clovis e Tom. All'ora di pranzo Percy si era seduto accanto ad Oliver che aveva sbuffato e borbottato qualcosa riguardo al fatto che un Caposcuola non si sarebbe dovuto sedere tra la gente comune, ma aveva continuato a seguire con il dito il libro di Astronomia nella speranza di riuscire a carpire qualcosa di utile per il tema di quel pomeriggio. Il rosso aveva chinato la testa per guardare il compagno in volto e i capelli si erano spostati in avanti in modo piuttosto buffo -non caverai niente in meno di mezz'ora- sentenziò ricevendo uno sguardo truce, contento di aver ottenuto l'attenzione di Oliver, tornò all'attacco, ma l'altro era irremovibile. Fu a quel punto che intervenne Clovis -Wood, ma non ti sono mai interessate granché quelle con cui sei uscito- osservò con voce nasale, poi prese a mescolare con un cucchiaio una grossa tazza che emanava un odore incredibilmente forte, un misto tra menta e qualche strana erba medicamentosa che aveva probabilmente lo scopo di curare la mezza influenza di Clovis. Tom seduto accanto al malato aveva fatto una smorfia e aveva sventolato la mano per allontanare il tanfo -che roba è?- Clovis stizzito rispose che si trattava di un intruglio di Madame Pomfrey e che se non volevano ammalarsi a loro volta avrebbero fatto bene a non lamentarsi. -L'appestato ha ragione, Wood- Clovis l'aveva guardato in tralice -certo che ho ragione- aveva borbottato con il naso infilato nella tazza, Tom l'aveva ignorato e aveva puntato Oliver -dai, non ti cambia niente. Potrai aggiungerla all'elenco delle tue conquiste- il ragazzo era perplesso -io non ho un elenco- tre sorrisi colpevoli si dipinsero sulle facce dei tre Grifondoro -infatti lo abbiamo noi- Oliver rimase perplesso, per quale motivo tenevano il conto delle ragazze con cui era uscito -è antropologicamente curioso vedere come tu riesca ad uscire con ragazze, verso le quali non provi il benché minimo interesse, che prontamente restano folgorate da te- spiegò Percy, che apparve subito soddisfatto della sua spiegazione esaustiva.

Oliver rifletté su quelle affermazioni per tutto il pomeriggio passato con quella Corvonero. Era uscito con diverse ragazze nel corso dei suoi anni di scuola, alcune al contrario di altre gli erano piaciute davvero, ma nessuna di loro era mai riuscita a far scattare in Oliver il desiderio di rivederle più di due volte. Per di più erano sempre state loro, o i loro intermediari, a farsi avanti, Oliver probabilmente sarebbe vissuto in totale serenità anche senza di loro. Non sentiva la necessità di avere qualcuno al suo fianco in quel senso, come diceva Tom, era troppo proiettato sui suoi obiettivi per potersi curare anche di qualcun' altro. Questa osservazione in realtà valeva più per Tom che per Oliver, dato che era stato lui a lasciare una Tassofrasso dopo diversi mesi perché -mi rompe sentirla lamentare per i suoi voti di Pozioni, a me non interessa- il guaio era stato che Tom non aveva avuto alcuna remore a esplicitare questo pensiero alla diretta interessata e, da quel momento, il Grifondoro rischiava di essere linciato con lo sguardo ogni qual volta le due case si trovavano insieme per le lezioni. Effettivamente una ragazza avrebbe potuto potenzialmente disturbare il fine primario dell'esistenza di Oliver, la cosa che lo assorbiva per buona parte delle sue giornate, il maledetto campionato di Quidditch.

Vite che non si arrendonoWhere stories live. Discover now