XII.

198 11 1
                                    


Quando Oliver non vide Harry al tavolo di Grifondoro ebbe un tuffo al cuore, ma poi i gemelli gli spiegarono che era "solo" svenuto sul treno per colpa di un Dissennatore e difatti poco dopo lo Smistamento lo vide spingere la porta della Sala Grande ed entrare.

Quella sera mentre Tom lanciava con violenza una palla di gomma ad Oliver, seduto sul letto di Percy dall'altra parte della stanza, gioco che teoricamente sarebbe dovuto servire ad allenare Oliver, ma principalmente faceva imbestialire Percy. Più di una volta il loro Caposcuola era stato colpito dritto in fronte con conseguente volo degli occhiali -tu hai mira. Non fare finta di non averlo fatto apposta- questa era la tipologia di protesta che di solito Percy attuava, subito dopo però si metteva a spulciare i loro compiti e le serate finivano in tragedia.

Durante quel rituale un pensiero prese piede nella mente di Oliver -se i Dissennatori volano- cominciò stringendo con forza la palla -significa che quando saremo sulle scope li avremo più vicini- osservò continuando il ragionamento e rilanciando verso Tom -in più giochiamo abbastanza lontani dal castello- fece cenno al compagno di tirare -Harry potrebbe trovarsene uno ad un metro di distanza- concluse bloccando. Clovis alzò gli occhi dalla sua rivista di calcio babbano -dimmi, ti prego, che sei preoccupato più per l'osso del collo di Harry che di quel dannato Boccino- Tom fece un verso per trattenere le risa e si piegò in avanti, affondando la testa nel materasso, Percy si alzò appoggiandosi alla colonnina del baldacchino e scrutò Oliver interessato -sì, dicci Ollie- il capitano inspirò e fece un sorriso sghembo, poi lanciò la palla sulla schiena di Tom che era ancora accasciato.

La McGonagall passò tre settimane tentando di mandare nel panico da M.A.G.O. le sue classi dell'ultimo anno, con alcuni soggetti quali Percy Weasley la politica ebbe un effetto istantaneo, su altri, quali Oliver Wood, il terrorismo sembrò non sortire alcun effetto. Percy non faceva altro che ripetere loro che era giunto il momento di studiare sul serio, il loro futuro sarebbe dipeso dall'esito degli esami. Come al solito, all'inizio di ottobre, fu Audrey a farlo tacere una volta per tutte -Weasley, abbiamo tutti voti discreti. Parla con la tua ragazza, mi pare abbia preso un Accettabile con la Trelawney- lui strinse le labbra nel tentativo di non urlarle contro e se ne andò, gli amici si guardarono, aveva davvero battuto i piedi, un mago maggiorenne e Caposcuola aveva battuto i piedi, erano entusiasti di aver assistito alla scena, la aspettavano da quando Percy aveva smesso di farlo verso i tredici anni, ed erano stati quattro anni lunghissimi.

-Ha preso davvero un Accettabile?- chiese Clovis perplesso, Penelope Clearwater aveva sempre avuto ottimi voti -e che ne so, mica parlo con lei- i tre ragazzi si misero a ridere, finché la McGonagall non passò davanti a loro lanciando un'occhiataccia -Wood, con me-.

La McGonagall informò Oliver riguardo ai problemi di Harry con i Dissennatori, lo rassicurò dicendo che non avrebbe impedito al Cercatore di giocare, ma pregò Oliver di fare attenzione e di controllarlo il più possibile -non voglio privarlo anche del Quidditch, ma se per caso uno di quegli esseri si dovesse avvicinare...- rabbrividì per un attimo, ma subito si ricompose.

Oliver stava per uscire quando la professoressa lo bloccò schioccando le dita -la signorina Bell è in infermeria, non so se riuscirà ad esserci all'allenamento di domani- il ragazzo guardò l'insegnante passandosi una mano sul volto e scuotendo la testa -nel caso tu pensassi che le ho proibito di giocare, come ho già fatto- lui sorrise -non si preoccupi, l'infermeria è il primo posto dove la cerchiamo-. Percorse il corridoio chiedendosi che cosa avesse fatto quella volta, ma lo scoprì il giorno successivo sul campo da Quidditch. Si presentò con una benda sull'occhio, sarebbe anche potuta sembrare un pirata, ma le mancava qualsiasi tipo di atteggiamento o caratteristica fisica temibile e quindi era solo una benda troppo grande che copriva metà del suo viso volpino.

Sembrava restia nel raccontare l'accaduto, quando i gemelli le fecero notare che niente era più ridicolo del loro capitano che girava abbracciato ai suoi schemi, Oliver in quel momento abbassò lo sguardo sui fogli e li strinse.

A quel punto Katie raccontò di come una pianta, durante una lezione di Erbologia, le avesse spruzzato nell'occhio un liquido denso e incredibilmente urticante -pensavo che mi stesse friggendo l'occhio- era stata la metafora per descrivere il dolore -e la Sprout pensa che lo abbia fatto per saltare Erbologia- la sentì borbottare ai gemelli mentre si legavano le protezioni.

Prima di entrare in campo per l'allenamento Oliver inspirò profondamente e attaccò con il discorso, elogiò la bravura di ogni suo reparto caricandolo allo stesso tempo di una grossa responsabilità con la frase -questa è la mia ultima possibilità-. Più continuava a parlare più gli si ripresentavano le ridicole scene dei suoi cinque anni nella squadra, voleva davvero farcela quell'anno, era la sua unica vera ambizione, altro che M.A.G.O., i suoi compagni di squadra cercarono di tirarlo su, perfino i gemelli, Oliver immaginò di apparire estremamente abbattuto anche agli occhi degli altri.

Katie, assorta nei suoi pensieri, filava veloce verso il castello dopo gli allenamenti. Era stanca, ma aveva promesso a sua sorella che le avrebbe dato una mano con un presunto difficile compito di Trasfigurazione. Stava cercando una buona scusa per rimandare e l'essere coperta di fango per di più in ritardo per la cena, le sembravano motivazioni sufficienti, non si rese conto della presenza di Flint finché non se lo vide a pochi metri di distanza con quel suo orribile ghigno. Il cielo che era stato torvo per tutto il giorno in quel momento era scuro per il buio della sera che si stava impossessando della valle, Katie riuscì comunque a scorgere quell'inquietante scintilla negli occhi del Serpeverde -Bell, dove vai tutta sola?-. Katie si maledisse per non aver accettato l'invito dei gemelli ad unirsi a loro per tornare alla Torre, se lo avesse fatto non si sarebbe ritrovata da sola, al buio, con Marcus Flint. Era terribilmente a disagio tanto che, per quanto la sua mente cercasse vie di fuga, non riusciva a tirare fuori niente di plausibile, non che fosse una persona particolarmente capace di liberarsi da situazioni imbarazzanti, anzi tendeva a cacciarvisi, ma la cosa si stava facendo pericolosa con Flint. Si faceva sempre pericolosa con lui, e per di più vista la sua mezza ossessione per la ragazza.

-Strano che non ci sia Wood a proteggerti- osservò il ragazzo appoggiando una mano al muro obbligandola a fermarsi, lei deglutì e decise che avrebbe fatto finta di non essere in crisi. Flint la punzecchiò per un po' con domande alle quali lei cercò di rispondere il meno nervosamente possibile, poi si avvicinò pericolosamente, Katie pensò di mettersi a correre -ehi, dove eri finita?- una voce dietro di loro fece sobbalzare entrambi, la Cacciatrice più vistosamente, Flint sembrò più che altro disturbato. La voce proveniva da un ragazzo con la divisa di Tassofrasso, Katie non capiva a chi si stesse rivolgendo finché lui non le strinse l'avambraccio e prese a fissare Flint con un sorriso incredibilmente falso. -Flint buonasera- il Serpeverde era sempre più seccato -Diggory- passò lo sguardo da lui a Katie, il suo piccolo cervello sembrò tentare di macchinare qualcosa, ma prima che potesse, Katie era stata molto più pronta nel rispondere al ragazzo -andiamo?- Diggory annuì e i due si allontanarono voltando le spalle a Flint.

Il Tassofrasso si presentò a Katie non appena girarono l'angolo -Cedric Diggory- lei annuì e sorrise -il Cercatore- lui sembrò sorpreso e ricambiò il sorriso -piacere di conoscerti, Cacciatrice. Tu sei piuttosto famosa-. Katie avrebbe voluto dirgli che pure lui era piuttosto conosciuto, come il ragazzo più carino della scuola, non come Cercatore, anche se a detta di Oliver era molto capace. C'era un leggero imbarazzo tra i due mentre si avviavano verso la Sala Grande, lei si sforzò di non inciampare o perlomeno di darlo a vedere il meno possibile. -Grazie- mormorò poco prima di spingere la porta, Cedric strinse le spalle -Flint è un cretino-.

Vite che non si arrendonoWhere stories live. Discover now