XXIV.

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Il giorno delle dimissioni di Katie fu la McGonagall a presentarsi per riportarla ad Hogwarts, visibilmente commossa raddrizzò la cravatta della ragazza e strinse la mano ai genitori che, preoccupatissimi, non erano ancora del tutto convinti che fosse sicuro rimandarla a scuola per gli ultimi mesi. La McGonagall su esplicita richiesta di Katie in una lettera, aveva largamente sconsigliato l'idea che Katie studiasse a casa per i M.A.G.O. affermando che un simile talento in Trasfigurazione non poteva andare perduto in una cucina scozzese, frase che aveva leggermente offeso la madre di Katie.

Leanne la travolse non appena la vide entrare nella Sala Grande e la McGonagall benché non completamente sicura che Katie avrebbe retto tutto quel peso non si oppose.

La Corvonero abbracciò l'amica e prese ad arrabbiarsi con gli insegnanti che non le avevano permesso di andarla a trovare. Poi vide correrle incontro sorridenti e sollevati tutti i suoi amici e si sforzò di trattenere le lacrime.

Leanne la trascinò via seguita da Cristina, subito dopo che Harry si era avvicinato e aveva iniziato a fare domande -so che Wood ha passato molto tempo al San Mungo- azzardò Leanne lanciando un'occhiata a Katie. La ragazza sospirò e fece una smorfia continuando ad osservare il lago dalle finestre slanciate. Le era mancato il vento freddo che le investiva il viso e faceva svolazzare le vesti. Le era mancato il colore di quello specchio d'acqua così profondo da risultare quasi nero, le era mancato tutto, la sua vita anche se in quel mondo in bilico tra la guerra e il terrore. Non aveva intenzione di commentare l'affermazione dell'amica, Oliver le era stato accanto nei mesi più duri della sua vita, ma non era ancora riuscita a capire se l'avesse fatto solo perché era il suo dovere di druido e se lo aveva fatto perché teneva a lei. Aveva deciso che non avrebbe passato le sue ultime settimane di scuola a rifletterci e esporre il suo dubbio avrebbe significato un passo indietro nei suoi propositi.

Fu felice che Harry non si preoccupasse di altro che non fossero i suoi problemi, infatti al contrario di tutti gli altri terrificati dall'idea di lei su una scopa, se ne fregò e la riaccolse felice nella squadra riconsegnandole il posto da titolare. La McGonagall fu sul punto di vietarle di giocare alludendo neanche troppo velatamente al fatto che le protezioni pesassero più di lei, ma Katie voleva giocare, sapeva di aver perso davvero troppo peso ed era una cosa che preoccupava i Guaritori, il signor Wood le mandava un lettera ogni giovedì per sapere se si sentisse troppo debole con un pacchetto con un liquido verde smeraldo che doveva prendere e che, effettivamente, la faceva sentire meglio.

Avrebbe preferito dormire sotto vari strati di pesanti coperte per una settimana intera pur di giocare a Quidditch.

La prima volta che si librò in volo fu uno dei momenti più belli della sua vita e non riuscì a capire se le bruciassero gli occhi per le lacrime o per il vento di aprile. Le nuvole così vicine la facevano sentire protetta, ma allo stesso tempo libera di arrivare dovunque, per un attimo capì cosa avesse provato Icaro, il personaggio di un antico mito Babbano del quale aveva letto, che preso dall'entusiasmo di essere uscito dalla sua prigione con le ali di cera si era avvicinato troppo al sole. Si rese conto con questa similitudine di non dover sfidare il suo corpo ed infatti Harry le concesse di avere allenamenti più brevi non appena fu accertato che le sue capacità di Cacciatrice non fossero state intaccate. Si voltava sempre verso la porta e vedeva Ron Weasley svolazzare tra gli anelli, Demelza e Ginny le passavano la Pluffa e Dean Thomas la osservava dal basso preoccupato che potesse accaderle qualcosa e che fosse costretto ad entrare al suo posto.

Le mancavano i gemelli con il loro istinto innato di proteggerla ad ogni costo, Angelina e Alicia con le quali non aveva nemmeno bisogno di uno sguardo per intendersi, perfino la voce di Lee che lacerava i timpani, le mancava Oliver che le chiedeva costantemente di fare attenzione perché non avevano cambi.

Vite che non si arrendonoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora