XVIII.

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Ci fu un turbine di abbracci, Katie finì per essere abbracciata dalla McGonagall e da Madame Pomfrey che era scesa per assicurarsi che non si fosse fatta male, cosa che incredibilmente non era successa.

Katie pensò di non essere mai stata così felice, Alicia e Angelina le schioccarono contemporaneamente un bacio sulle guance -la nostra piccolina- Fred e George se la caricarono sulle spalle, senza dare ascolto alle sue proteste -sei davvero leggera, Bell- osservò divertito Fred facendola ondeggiare.

Oliver si parò davanti con le braccia incrociate -Grifondoro avrà ancora bisogno di lei il prossimo anno, non mi sembra il caso- disse sorridendo, mentre i gemelli la rimettevano a terra e tornavano ai loro festeggiamenti.

-Sei stato grande- lui si grattò la testa -sul serio, hai fatto dei salvataggi incredibili- si stava per lanciare in un resoconto dei tiri di Flint quando lui la bloccò -ho un provino con il Puddlemore la prossima settimana, come portiere di riserva- Katie rimase a bocca aperta, poi fece una cosa che non pensava avrebbe mai fatto in tutta la sua vita. Sentì le braccia di Oliver cingerle la vita dopo qualche secondo, si staccò dall'abbracciò dopo essere stata leggermente sollevata da terra -ce l'abbiamo fatta noi- disse indicando la coppa in mano a Lee Jordan, più spiritato del solito -puoi farcela anche tu- lui ancora un po' imbarazzato per lo slancio del tutto inatteso di Katie fece le corna con le mani -Bell...- lei scoppiò a ridere.

Tom e Clovis si affiancarono ad Oliver con un bicchiere di sidro in mano -è carina- osservò Tom -gentile, non è mai eccessiva- aggiunse Clovis ricevendo lo sguardo perplesso di Tom -l'ho pedinata per una settimana- -sembrava una pubblicità di lucido per scope-.

Percy arrivò con un cappello troppo assurdo e probabilmente proprietà dei gemelli, visibilmente sovreccitato e su di giri -che state dicendo?- -che Ollie dovrebbe chiedere di uscire alla Bell- Percy inarcò le sopracciglia -Katie? Sì, ti vedrei bene con lei, Wood- Tom e Clovis non mascherarono neanche un po' la loro soddisfazione per aver ottenuto il consenso di Percy e diedero delle pacche sulle spalle al capitano -dai Wood, è il tuo momento- lui scosse la testa -voi siete scemi-. Non li aveva mai sentiti essere d'accordo su niente ed il fatto che lo fossero su quella particolare cosa lo disturbava. Perché avevano anche solo immaginato lui e la Cacciatrice insieme? I soliti idioti.

-Wood ti sta fissando- osservò Cristina sgranocchiando una patatina -è sempre interessante vedere come tu riesca a catalizzare l'attenzione dei più desiderati della scuola- aggiunse incrociando le braccia e continuando a masticare, Katie dal canto suo non poté fare a meno di arrossire violentemente, ma subito si riprese -parla quella che ha rifiutato Elia Hucking- lei scrollò le spalle muovendo i delicati capelli biondi con una classe che Katie a volte le invidiava, specie quando inciampava o faceva prendere fuoco a pozioni. Cristina rispose all'argomento Hucking solo dopo aver preso una manciata di patatine -è un imbecille- Katie ridacchiò guardandola divertita -con dei fantastici ricci biondi- l'altra le diede una spinta -se vuoi te lo lascio e mi prendo Wood-.  

Percy aveva lo sguardo fisso su quella che era stata la sua famiglia per gli ultimi sette anni. Era successo di tutto in quelle settimane e la situazione lo rendeva incredibilmente nervoso, perché non riusciva a capire come fossero andate realmente le cose alla Stamberga Strillante. Il fastidioso stato di confusione e timore che lo prendeva in quel momento stava lentamente per lasciare il posto ad una vera e propria angoscia. Oliver non riusciva a sistemare la divisa da Quidditch nel suo baule, Percy si rese conto di essere orgoglioso di lui, aveva raggiunto il secondo turno di selezioni per diventare il portiere del Puddlemore ed aveva pure ottenuto un numero di G.U.F.O superiore alle aspettative, per quest'ultimo punto Percy non poteva non prendersi qualche merito.

Tom, abbottonandosi la camicia, stava per tornare ufficialmente alla sua vita da Lord Thomas Peter Ludovicus Wayrshadow, dodicesimo conte di Snowdon e non sembrava esserne entusiasta, era dell'idea di intraprendere un viaggio intorno al mondo lontano dai suoi opprimenti genitori, Percy era convinto che per realizzare il suo sogno sarebbe stato, almeno temporaneamente, diseredato, ma non l'aveva detto perché a Tom brillavano gli occhi quando parlava della Cina e nemmeno il cinico Percy Weasley se l'era sentita di dire niente.

Clovis invece stava già mestamente seduto sul suo baule con le braccia incrociate sulle ginocchia probabilmente prospettandosi il ritorno nella casa con le sue quattro sorelle. Aveva preso ottimi voti ai M.A.G.O proprio perché in fondo, si era reso conto che avrebbe dovuto aiutare sua sorella maggiore, che si era sempre occupata di loro da quando la madre se n'era andata e il padre era morto, adesso avrebbe certamente trovato un buon impiego in un tranquillo ufficio al ministero. Percy invece puntava in alto, agli uffici più centrali dell'apparato del ministero della magia, non l'avrebbe mai ammesso, ma anche i suoi compagni, a modo loro, lo avevano spinto verso l'obiettivo e forse lo avevano fatto sentire a casa.

Seguirono con lo sguardo Hogwarts che diventava sempre più lontana, stavano diventando grandi. Il mondo si stava aprendo davanti a loro, stavano uscendo dalla loro zona sicura, potevano fare ciò che desideravano fare, potevano trovare la loro strada, o seguire quella che avevano sempre sognato mettendoci tutti se stessi. Oppure scoprendo che non valeva la pena impegnarsi tanto per qualcosa. Sognavano una vita straordinaria, ma il mondo magico non era più il mondo migliore in cui realizzarsi, sembrava sempre più vicino il ritorno di tempi oscuri, anche se nessuno voleva ammetterlo. Loro però era diciottenni, ancora eccitati, intimoriti dal futuro e sufficientemente ingenui da vedere solo la positività dell'inizio della vera vita.

Si abbracciarono, un confuso abbraccio di gruppo, sudati e velatamente con le lacrime agli occhi, fu il loro saluto, sorrisi che si auguravano a vicenda la miglior vita possibile strette di mano che sancivano un legame che, come si erano tacitamente promessi, sarebbe dovuto durare per sempre. Un brivido corse lungo la loro schiena quando l'Hogwarts Express scomparve per l'ultima volta dietro di loro, era davvero finito tutto.

Attraversarono la barriera insieme, in silenzio, e solo quando furono giunti dall'altra parte e si furono per un'ultima volta salutati Percy sospirò -ho lasciato Penelope, Ollie- Oliver si voltò di scatto e non riuscì a trattenere un'espressione sconvolta, non pensava che si sarebbero mai lasciati, soprattutto non pensava sarebbe stato Percy a farlo, forse era il primo sintomo del nuovo inizio.

Ivy lo aspettava sorridente su una panchina, gli prese il volto tra le mani e con gli occhi lucidi riuscì solo a dire che adesso gli sarebbero toccati i gemelli a tempo pieno. 

Vite che non si arrendonoWhere stories live. Discover now