VI.

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-Mi viene da piangere- mugolò Oliver con la scopa in mano e Katie accanto mentre osservava due deludenti candidati Cercatori andarsene neanche troppo sconsolati-erano sollevati, hai visto? Nemmeno io vorrei giocare nella squadra di Wood, se fossi in loro- era la prima volta che Katie si trovava in mezzo ad una delle famose crisi depressive di Oliver Wood e non sapeva bene che cosa fare, pensò ad una pacca sulla spalla, ma ci arrivava a malapena e sarebbe stata un po' ridicola. Però così forse si sarebbe resa così ridicola da farlo ridere.

-Percy se lo sentiva-borbottò facendo il verso al nuovo Prefetto mentre si avviavano verso il castello -porta sfortuna, ecco cosa fa- grossi nuvoloni scuri minacciavano tempesta e Katie si affrettò trascinando la scopa che non riusciva a portare diversamente, Oliver vedendo quella vecchia scopa sottoposta ad un logoramento accelerato, gliela prese senza dire niente facendola sobbalzare. Lei borbottò un grazie e prese a camminare accanto a lui, finì per correre perché le sue gambe erano la metà di quelle di Oliver e non riusciva a stare al passo, ma pensò di non doversi lamentare per non peggiorare il momento depressivo.

Oliver vide Flint e la sua banda in lontananza e imprecò, Katie gli lanciò uno sguardo terrorizzato -ci penso io-.

Flint con il suo ghigno spaventoso salutò Oliver con un cenno sprezzante, poi notò la piccola Grifondoro e la sua espressione fece preoccupare Oliver.

-Wood, vedo che ti sei accompagnato- squadrò Katie dall'alto in basso -la tua squadra è fatta da nani che non riescono neanche a spostare la scopa- grugnì indicando le due scope che Oliver aveva in mano, i suoi amici risero e Katie si morse il labbro nervosa. Il ragazzo li osservava sena dire niente mentre continuavano ad insultarlo, Katie non vedeva l'ora che quel supplizio finisse per potersene tornare alla Torre, ma mentre si figurava il camino acceso vide Flint rivolgersi verso di lei.

Katie vide il suo ghigno avvicinarsi pericolosamente -ehi piccola, per caso faresti anche a noi quello che...- Oliver ne aveva abbastanza, si posizionò tra lei e Flint e rimase lì per un po'. Katie non vide la sua espressione,ma qualunque fosse indusse Flint e i suoi ad andarsene -non finisce qui, Wood- il Grifondoro scosse la testa divertito -lo so. Me lo dici ogni volta, Flint-.

La Signora Grassa lo scrutò stizzita -signorino, ogni volta che torni con in mano quella scopa sei più triste della precedente- lui mormorò la parola d'ordine con uno sguardo che chiedeva pietà.

Percy capì che non era il caso di parlare non appena lo vide rientrare nella stanza con la pelle infuocata, aveva fatto un'altra doccia bollente e voleva dire solo una cosa.

Riuscì a trascinarlo a cena, ma fu come portarsi dietro un cadavere.

Qualche metro più indietro Tom, Clovis e il prefetto osservavano Oliver, seduto con la testa tra le braccia, Angelina si affiancò seguita dalla piccola Bell -che cosa è successo, Katie?- lei scosse la testa e lanciò un'occhiata preoccupata a Oliver poi raccontò l'accaduto.

-Si ammazza- constatò Tom senza staccare lo sguardo da Angelina, la quale sembrava molto infastidita da quella particolare attenzione, Percy storse il naso e annuì -fatelo mangiare...- si spinse gli occhiali sul naso -non vorrei che cercasse di lasciarsi morire di fame- i suoi compagni sospirarono. Katie si sentì chiamare con un grugnito e si sedette inginocchio sulla panca di fianco a Oliver -mi stavano sfottendo?- i due Grifondoro del quinto si stavano avvicinando e gesticolava in sua direzione, volevano che dicesse qualcosa, ma non capiva cosa-sai...se- Clovis le fece cenno di andare avanti -se per caso ti passasse per la testa...- Tom annuiva -...di volerti scorticare vivo con l'acqua della doccia, non lo fare- Oliver la guardò con un occhio solo, sollevando leggermente la testa, gli altri due si erano bloccati attendendo l'uscita ad effetto di Katie -altrimenti non avremmo neanche un portiere- Tom agguantò Clovis e gli tappò la bocca per non farlo ridere, poi entrambi si prodigarono in una serie di gesti di approvazione. Oliver notò che Katie lanciava occhiate nervose alle sue spalle e roteò gli occhi -si stanno rendendo ridicoli, là dietro?- la ragazzina arrossì violentemente e rischiò di cadere dalla panca -puoi ricordare loro che se Percy li vede mentre cercano di rovinare la sua reputazione, li annega nel lago-.

Un pomeriggio di uno dei giorni seguenti fece ad Oliver Wood il più bel regalo che potesse immaginare.

Katie stava parlando con le sue amiche quando George Weasley le piombò addosso -Bell, un miracolo- Katie lo fissò senza capire, le altre ragazze invece fissavano adoranti George che ovviamente se ne era accorto e pareva divertito -Bell andiamo, non fraternizzare con il nemico- la incitò ad alzarsi prendendole un braccio, mentre lanciava finte occhiate disgustate alle uniformi di Corvonero e Tassofrasso.

Katie scosse la testa sghignazzando e si mise a fare il verso alle ragazzine fulminate dalla sola presenza di George -sì, Bell, molto divertente- borbottò lui con un sorriso assassino mentre la trascinava -ti muovi?- lei sbuffò -preparati all'Oliver Wood più felice che tu abbia mai visto- lei inarcò le sopracciglia, George, evidentemente deluso dal non capire della ragazza, esclamò spazientito -la McGonagall gli ha trovato un Cercatore- lei scoppiò a ridere, ma quando si rese conto che non si trattava di uno scherzo si portò una mano davanti alla bocca -ha avuto un infarto?-.

In quel momento una voce alle sue spalle la fece sobbalzare e lei si sentì morire.

-Sono ancora tra noi, non temere- disse Oliver mettendole la scopa in mano, con un sorriso che andava da un orecchio all'altro, un sorriso che né Katie né George avevano mai visto. Si scambiarono un'occhiata tra il perplesso e lo sconvolto, poi seguirono il capitano che saltellava a trentacentimetri da terra -è un fenomeno, ve lo giuro- George mimò le rotelle mancanti di Oliver e Katie trattenne una risata.

Percy non aveva mai visto Oliver così felice. Nemmeno quando era entrato nella squadra, e in quel caso quella mente contorta aveva pensato che fosse stato proprio Percy a raccomandarlo al fratello per fargli ottenere il ruolo di portiere. Percy continuava a chiedersi, con una certa indignazione,come qualcuno potesse crederlo capace di un'azione del genere.

Aveva beccato più di una volta la McGonagall lanciare occhiate quasi intenerite a Oliver,mentre entrava allegro e pimpante nella Sala Grande durante i pasti,Percy era profondamente disturbato dall'affetto, perché di questo si trattava, della professoressa nei confronti di Oliver, ma in fondo la capiva, era praticamente impossibile non affezionarsi a quel pazzo maniaco.


Oliver, in un disperato tentativo di spiegare le sue tattiche alla squadra, lanciava occhiate preoccupate a Katie ed Harry, chiedendosi se quei due ramoscelli che insieme dovevano pesare sì e no quanto uno dei gemelli, fossero in grado di aiutare la squadra o se si sarebbero solo fatti ammazzare, rimandogli sulla coscienza per il resto dei suoi giorni.

Vite che non si arrendonoWhere stories live. Discover now