VII.

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Circa quattro giorni prima Angelina aveva avuto una sufficiente prontezza di riflessi da impedire ad Oliver di saltare addosso a Harry, dopo che il prezioso fragile Cercatore aveva cercato di farsi ammazzare da un troll ad Halloween. Quella mattina lei e Alicia lo avevano trascinato via prima che potesse mettersi ad imboccare Harry, che apparentemente aveva lo stomaco chiuso -deve mangiare, Johnson, non può restare a digiuno...qualcuno glielo dica, Spinnet almeno tu, ti prego- ma le due ragazze erano state irremovibili.

E adesso stavano lì pronti ad uscire dagli spogliatoi per giocare la loro prima partita del campionato, contro Serpeverde che, neanche a dirlo, era una delle partite più sentite dell'anno. E Wood la sentiva ancora più degli altri, eccome se la sentiva.

Sparò un discorso motivazionale degno di un ufficiale dell'esercito, o almeno questo fu il metro di paragone di Harry, gli altri probabilmente neanche avevano idea che i Babbani avessero un esercito, a dirla tutta,dubitava che sapessero anche solo cosa fosse un esercito come lo intendeva lui. La reazione cutanea di Wood alla pressione lasciava tutti perplessi, era paonazzo, e non paonazzo per modo di dire, ma proprio di una sfumatura di rosso imbarazzante. Katie ed Harry, gli unici a non aver mai assistito aduna scena simile, si lanciavano occhiate per cercare di capire se il capitano stesse per esplodere. Fred scosse la testa notando il disagio -è normale, cioè, normale perché parliamo di Wood-bisbigliò beccandosi uno sguardo truce da parte del soggetto in questione il quale, per qualche inspiegabile dote naturale, carpiva ogni singola parola, anche solo pensata, durante i suoi sermoni.

-Adesso gli prende un accidente- osservò Alicia accennando con il mento ad Oliver che inebetito fissava con un sorriso idiota il muro, la ragazza continuò a slacciare gli stivali mentre Katie, già nel tepore del suo maglione, scrutava Oliver con espressione accigliata -ma davvero è normale che faccia così ?- l'altra sghignazzò e senza rialzarsi diede una pacca sullo spigoloso ginocchio di Katie -era dal suo secondo anno che non vinceva una partita, immagino che quello sia il suo modo di essere felice-.

Durante le vacanze Katie si vide arrivare un gufo che proveniva dal folle capitano di Grifondoro. Si trattava sostanzialmente di una lettera nella quale Wood li minacciava di non esagerare, cogliendo ognuno nei suoi punti deboli.La ragazzina, seduta ai piedi di un albero di Natale piuttosto spelacchiato, pensò per un attimo di rispondere con una semplice scurrile espressione, ma poi si figurò i gemelli ricevere quel foglio e escogitare un piano perfetto per spedire qualcosa di diabolico a Wood tanto che decise di abbandonare l'idea.

La vendetta doveva essere stata particolarmente efficace poiché durante il primo allenamento Wood costrinse i gemelli a giocare con solo Katie da difendere dai due Bolidi, attività ritenuta pressoché impossibile vista l'attrazione fatale tra la piccola Cacciatrice e i Bolidi. Katie rimediò solo un grosso bozzo sul gomito, le faceva male, ma non come quando le si era spappolato l'intero osso. Pur avendo espresso tale considerazione ad Angelina, negli spogliatoi la ragazza divenne una furia omicida. Sventolò con fare poco amichevole i parastinchi a circa cinque centimetri dal naso di Oliver, Katie pensò che le sarebbe toccato salire sulla panca per potersi avvicinare così alla faccia di Wood, ma Angelina era piuttosto alta. I gemelli si presero una strigliata degna di quelle della McGonagall. La sintesi di tutte quelle urla era molto semplice: non dovevano usare una bambina di quaranta chili per pareggiare i loro giochetti. Non avevano usato il termine bambina, per non offenderla, e per non offendere Harry, il prezioso Cercatore che non sembrava neppure lui troppo cresciuto.

Leanne si scaraventò sulla sedia accanto all'amica, non essendo in ritardo Katie la guardò perplessa non capendo tutta quella foga. Non che Leanne non tendesse al teatrale, era nata per l'arte drammatica. Era una di quelle persone che se si trovavano a correre per tre minuti, raccontavano l'esperienza come una maratona Babbana, attività che peraltro Katie trovava molto stupida.

Una folata gelida fece intuire ai ragazzi che l'arrivo del Professor Piton fosse imminente e difatti quando questi svolazzò con il mantello nero verso la cattedra, il silenzio avvolse la classe. Piton odiava avere ore con Grifondoro e Tassofrasso, lo sapevano tutti, ma quelli del secondo anno ancora speravano che avesse pietà di loro almeno per quel pomeriggio. In fondo erano gli ultimi giorni e tutti fremevano per gli esami. Ma Piton spense ogni loro spiraglio -Bell togliti quel sorrisetto e di' alla tua amica che può riferirti i suoi affari tra un'ora e cinquantasei minuti. Puoi prendere il tempo se vuoi, Bell. Cinque punti in meno- la ragazzina sprofondò con la faccia tra le braccia e sospirò, riusciva a far perdere punti anche solo con la propria presenza ed era Harry a lamentarsi.

Quando fu loro concesso di scappare da quell'aula, Leanne riuscì finalmente a continuare la sua scena. Katie, che si aspettava una delle solite faccende alla Leanne,rimase quasi sconvolta dall'informazione dell'amica, che aveva fatto da commento al passaggio di Oliver Wood con il naso palesemente rotto. La ragazzina abbandonò l'amica e schizzò in direzione degli altri membri della squadra, che avevano osservato la passeggiata di Wood qualche metro più in là. Alicia e lei raggiunsero il gruppo quasi contemporaneamente. George stava constatando che le liti tra Wood e Flint si stavano facendo sempre meno interessanti, visto che il Grifondoro non reagiva più nemmeno con una smorfia. Ma quelgiorno Oliver aveva dato una svolta al confronto storico mandando elegantemente al diavolo Flint e ricevendo, con somma gioia degli spettatori dell'incontro, una testata sul naso. Angelina invece sembrava preoccupata, lanciò un'occhiataccia al gemello per le considerazioni da esperto di lotta libera e incrociò le braccia corrucciata -Flint aveva iniziato a parlare di voi- disse freddamente alludendo a Katie e probabilmente all'assente Potter -e non faranno niente a quell'imbecille di Flint, verrà fuori che è stata colpa di Wood- prevedette scrutando le nuvole scure. -Speriamo che Madame Pomfrey faccia tornare il naso come prima...era una naso carino- osservò Alicia ricevendo come commento un verso di Lee Jordan, comparso qualche secondo prima, tra lo sconvolto e lo schifato.

Clovis discuté un po' prima di riuscire ad entrare in infermeria e infatti quando riuscì a raggiungere il letto dove stava seduto Oliver, si lasciò cadere scocciato. L'altro motivo per cui era così nervoso aveva come soggetto Percy Weasley, al quale qualcuno, il cui volto angelico ben si figurava nella mente di Oliver, aveva fatto ironicamente notare quanto fosse sconveniente per un Prefetto farsi vedere con un'energumeno' coinvolto in una rissa. Oliver aveva protestato durante il rapporto di Clovis affermando che si era trattato solo di un pugno-la chiamano rissa comunque, avresti anche potuto stenderlo- aveva risposto Clovis, ulteriormente infastidito anche perché la parola energumeno, usata da Percy, non aveva suscitato l'ilarità sperata in Oliver.

Clovis in sostanza si trovava lì perché Percy si sentiva in colpa per non poterci essere,dati i suoi incarichi ufficiali. La cosa era piuttosto stupida perché se non ci fossero stati questi presunti impedimenti, nessuno sarebbe stato con lui e sarebbe tranquillamente tornato da solo con il nuovo naso. Ormai però si erano entrambi abituati ai deliri che colpivano con continuità maggiore Percy dopo la sua ascesa alla carica e,finché la cosa non richiedeva troppo sforzo, cercavano di assecondarlo. Cose che si fanno per vivere con un pazzo, come aveva detto Audrey a Percy mentre lui sbraitava contro i due compagni affinché continuassero a pulire la loro parte e rivendicava il suo ruolo di garante della pulizia, oltre che dell'ordine. Ripensare alla faccia di Percy all'udire quella considerazione faceva sempre sogghignare sia Clovis che Oliver, martiri dei doveri dei Prefetti.

Oliver camminava toccandosi di tanto in tanto il naso, Clovis roteò gli occhi -che stai facendo?- l'altro si voltò di scatto con l'aria di chi era appena stato colto a fare qualcosa di imbarazzante, l'amico sembrò soddisfatto e gli diede una pacca sulla spalla -se lo avessi io il tuo naso-.


Katie appoggiata con le braccia incrociate al camino della Sala Comune ascoltava le sue compagne ripetere per gli esami. Teoricamente doveva essere lei a fare attenzione alle cavolate che sicuramente stavano sparando e per un po' l'aveva anche fatto, ma poi la sua mente era finita alla sua divisa da Quidditch con un buco enorme proprio sul cavallo dei pantaloni che doveva essere ricucito, ma la sua scatola con ago e filo era finita chissà dove, e i suoi pensieri si stavano ingarbugliando nel tentativo di farsi un'idea dell'angolo in cui poteva essere finita. L'impressione che potesse essere rimasta a casa durante le vacanze di Natale si stava facendo strada quando Oliver passò in mezzo alla sala, lei lo seguì con lo sguardo finché lui non si accorse di essere osservato e sollevò un pollice con un mezzo sorriso.

Vite che non si arrendonoWhere stories live. Discover now