IV.

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Si fermò solo all'ingresso del castello sentendosela inciampare dietro e la prese al volo, lei divenne di nuovo rossa e evitò il suo sguardo. -Senti...tu sei brava e io vorrei averti in squadra, almeno come riserva- sbuffò -anzi preferirei farti giocare al posto di... lasciamo perdere- guardò verso il lago e sembrò distrarsi -comunque, tu sei al primo anno e ci vorrebbe un permesso speciale- si stava torcendo le mani nodose in modo inverosimile -proverò a chiedere alla McGonagall- sentenziò sospirando.

Davanti alla porta dell'ufficio dell'insegnante Oliver vi si appoggiò senza bussare e fissò la ragazzina intensamente -l'hai fatto per dimostrare che mi sbagliavo,vero?- lei accennò un mezzo sorriso e lui annuì -sei sveglia- compiaciuto, bussò alla porta.

-Wood? Che cosa...Bell? Che hai combinato Oliver- strillò sgranando gli occhi e saltando quasi su dalla sedia. La ragazzina rimase stupita, non aveva mai visto la McGonagall così preoccupata e non l'aveva nemmeno mai sentita chiamare uno studente per nome, osservò la discussione che ne seguì e Wood che diventava sempre più rosso di rabbia. -Wood, cerca di essere ragionevole- disse la professoressa in tono supplichevole, ma lui non ne voleva sapere e continuava a dire che dovevano far giocare un Cacciatore come Cercatore e che almeno un altro buon Cacciatore aveva il diritto di averlo.

La McGonagall sembrava dubitare che una ragazzina così piccola potesse essere una risorsa per la squadra ma, pur fidandosi del giudizio di Wood, rimase ferma e non accettò di farla entrare in squadra. Ma lui era così arrabbiato e deluso che la donna si sentì in dovere di fargli una promessa -Oliver, se il prossimo anno arriverà uno del primo anno adatto al ruolo di Cercatore, farò in modo che entri in squadra- lui sembrò essersi leggermente ripreso, ma le lanciò uno sguardo severo -e la signorina Bell può allenarsi, ma non giocare, nemmeno come riserva- lei rimase a bocca aperta e continuò a spostare lo sguardo tra la donna e il ragazzo.

Era tornato di un colore quasi normale sotto le lentiggini quando la McGonagall li congedò con un -hai capito, Wood?- e lui rispose con un cenno del capo -grazie, lo so che fa il possibile- lei sorrise e gli aprì la porta -come lei, signor Wood- poi rivolse lo sguardo alla ragazzina -signorina Bell, mi aspetto grandi cose da lei il prossimo anno. L'istinto di Wood raramente sbaglia- lui arrossì e la salutò con la mano, ricomponendosi e tornando al suo atteggiamento abituale -siete in ritardo per la cena, muovetevi-.

-Ho ottenuto più di quanto sperassi- sospirò Oliver -ci vediamo all'allenamento, allora?- lei annuì decisa, riprendendosi dallo sconvolgimento. Quel ragazzo era capace di far diventare la McGonagall una donna normale, Wood le faceva tenerezza, sembrava essere affezionata a lui e cercava di moderare la sua ossessione in tutti i modi.

Anche lei aveva sentito raccontare di quanto Oliver Wood fosse esaltato da più di una persona, soprattutto a causa della famosa scena del primo settembre. Non sapeva se fosse il caso di spiegare a lui che si era presentata ai provini per dimostrare agli altri che non aveva paura di Oliver Wood, e non perché volesse dimostrare qualcosa a lui. In fondo il ragazzo aveva ragione, rischiava davvero di ammazzarsi continuamente, ma giocare a Quidditch le piaceva davvero.

L'ingresso l'uno dietro l'altra nellaSala Grande fu un grosso errore. Il tavolo di Grifondoro fu percorso da un brusio e diverse paia di occhi li osservarono incuriositi, i gemelli rischiarono di farsela addosso nel vedere il puro terrore dipingersi sulla faccia di Oliver e poi su quella di Percy, al quale lo sguardo era rivolto.

-Che hai combinato. Merlino, Oliver- non aveva nemmeno fatto passare entrambe le gambe al di là della panca -solo perché la McGonagall ti adora. Doveva venire fuori quella storia, era ovvio- Oliver fissava con la testa appoggiata sul pugno Clovis che si riempiva il piatto, e che sembrava trovare inquietante che l'amico lo guardasse così intensamente.

-Quella- indicò con un movimento scomposto della testa, senza sollevarla dalla mano -è un piccolo fenomeno, una Cacciatrice con i fiocchi- si mise a far girare la forchetta di Clovis su stessa -e non può entrare in squadra- mugolò per qualche altro minuto per spiegare l'accaduto, ogni singolo secondo la voglia che Clovis aveva di ucciderlo saliva.

Percy si aggrappò al tavolo con le dita -pensavo ti volessero rinchiudere nella guferia per tutto l'anno. Razza di deficiente. Tu e le tue facce da funerale. Mi farai morire, Wood- strillò Percy continuando a rifilare colpetti non troppo leggeri sulla spalla di Oliver, che continuava a prenderselacon la forchetta.

-Perce è una tragedia, non ho un Cercatore...di nuovo- Clovis si spazientì, non riusciva a mangiare da diversi minuti perché la sua forchetta era stata presa in ostaggio -Wood ascolta, farete schifo, lo so io, lo sai tu, lo saWeasley- Percy gli lanciò un'occhiata disperata, ma fu ignorato -se permetti però- strappò la forchetta di mano ad Oliver -deprimiti senza far morire di fame me- disse lanciando un'occhiata feroce.

L'anno fu davvero disastroso, come pronosticato e forse anche peggio. Irvine durante una partita si mise a ridere dalla disperazione e andò avanti fino a che l'altro Cercatore non ebbe preso il Boccino. Contro Corvonero, Orla perevitare di essere colpita da un bolide l'aveva schivato molto vicino ad Oliver che, concentrato sulla Pluffa, era stato colpito sul naso così forte da volare giù dalla scopa. -Wood ha trovato il modo difarsi ammazzare- era stato il commento tra il sarcastico e il disperato di Lee Jordan che faceva il commentatore, mentre insottofondo si era sentito uno grido strozzato della McGonagall seguito dalla sua corsa attraverso il campo da Quidditch per raggiungere Oliver.

-State tranquilli, ogni tanto deve venire giù da dieci metri- aveva sentenziato Hugh mentre lui si risvegliava in infermeria.

Contro Serpeverde invece non avendo più niente da perdere, Fred aveva dato ad Oliver l'unica soddisfazione dell'anno riservando al naso di Marcus Flint lo stesso trattamento che era toccato al naso del capitano. Il risultato della partita era da dimenticare, così come il rilassato volare qua e là di Irvine, a quel punto completamente rassegnato e passato dalla fasedell'accettazione alla pace dei sensi.

Oliver diede di matto un numero infinito di volte e rischiò di fare a pugni con Flint almeno una volta alla settimana. Indubbiamente la squadra assistette alla scenapeggiore dell'anno quando un professor Piton, decisamente soddisfatto e compiaciuto, negò il permesso di allenarsi alla ragazzina -Wood, se la signorina Bell dovesse rompersi l'osso del collo- l'aveva squadrata inarcando le sopracciglia -la scuola sarebbe responsabile a causa delle tue famose scelleratezze, e la McGonagall ed io concordiamo sul fatto che ciò non debba accadere-. Oliver era stato sul punto di strangolare Piton.

Alla fine dell'ultimo allenamento Orla era scoppiata a piangere sulla spalla di Oliver, mentre Irvine lo guardava trattenendo evidentemente le lacrime -piccolo Wood, cerca di non ucciderti, d'ora in poi non ci saremo più noi pronti a salvarti- aveva detto Hugh sorridendo e creando un abbraccio collettivo. Orla gli aveva preso il volto tra le mani e aveva piantato gli occhi verdissimi in quelli di Oliver -Oliver Wood, sei straordinario- -completamente scemo, ma straordinario- aveva aggiunto Hugh mettendogli le braccia intorno al collo da dietro -sei in grado di fare cose incredibili, noi lo sappiamo- aveva continuato Irvine -fagli vedere chi sei- aveva mormorato Orla schioccandogli un bacio sulla guancia. -Ok, andiamo prima che Watters si dichiari al piccolo Wood- aveva detto Hugh serio prendendosi un calcio da lei -oh un'ultima cosa, Irv...- Oliver aveva capito che cosa sarebbe successo, gliel'avevano fatto al suo secondo allenamento in assoluto. Nel giro di mezzo secondo era finito senza pantaloni, tra le risatedei suoi ormai ex compagni di squadra.


Vite che non si arrendonoWhere stories live. Discover now