Capitolo 2 "Compiti"

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Capitolo 2 "Compiti"

Sono passate due settimane da quando abbiamo cominciato la scuola e come ogni professore come si deve, ci ha dato i nostri primi compiti dell'anno da fare a casa. Usciti da scuola, io, Lore e Sarah ci dirigevamo a casa mia per fare i compiti, intanto lei non smetteva un'attimo di parlare di lei e Luca. Sono felice per lei, si, ma adesso sta rompendo. Per fortuna siamo arrivati a casa, così potrà smettere di stressarci con la storia di Luca. Per carità, sono felice per lei, però basta scassare!

"Ragazzi, che cosa abbiamo da fare?" Domandò Sarah mentre si sedeva sul divano.

"Fare la sintesi del racconto che abbiamo letto in classe per italiano e fare gli esercizi sul quaderno per matematica." Rispose Lorenzo per Sarah.

"Ok. Grazie- Aspettate un'attimo, ragazzi, c'è mia madre che mi sta chiamando." Disse Sarah alzandosi e dirigendosi in un'altra stanza. Tornò dopo pochi minuti con un sorriso sulle labbra.

"Ragazzi, io vado, vi lascio forever alone." Disse scherzando mentre stava mettendo a posto la roba di scuola. In che senso?

"Che intendi dire?" Chiesi a lei.

"Mi ha chiamato Luca, ha chiesto se sono libera ed io ho detto di si. Vado al cinema con lui. Quindi, vi lascio da soli ragazzi. Buona sopravvivenza." Detto questo se ne andò. Eravamo io e lui adesso.

"Bene, adesso siamo soli soletti, eh?!" Disse Ostuni con uno sguardo malizioso. Che cazzo aveva in mente adesso?

"Ostuni, che mi vuoi combinare?" Gli chiesi con esitazione.

"Nulla, tranquilla. Avevo solamente in mente che magari dopo aver finito di fare i compiti, potremmo andare a fare un giro, che ne dici?" Mi propose e rimasi stupita da ciò che aveva detto. Passare del tempo con il mio migliore amico? Oh si, baby!

"Certo che mi piacerebbe." Risposi sorridendo.

"Bene, diamoci una mossa così finiamo allora." Disse sorridendomi.

[...]

"Susan, datti una mossa! Io sono già pronto." Mi brontolò Lore dal piano di sotto.

"Arrivo!" Urlai in risposta. Presi una borsa e ci buttai dentro chiavi di casa, cellulare ecc., presi il mio cappotto ed uscimmo di casa per andare a fare una passeggiata.

"Eccomi." Esclamai ad Ostuni appena entrai nel suo campo visivo.

"Finalmente, pensavo ti fossi persa nell'armadio o qualcosa del genere." Mi prese in giro mente io ridevo.

"Eddai Lore. Ti pare possibile perdermi dentro un'armadio?" Stetti al suo banale gioco.

"Non lo so, ma tu, mettendoci d'impegno, magari ci riusciresti." Alzai gli occhi al cielo scuotendo la testa.

"Adesso andiamo? O non hai ancora finito di prendermi per il culo?" Gli chiesi facendolo ridere.

"Ok, ok. Andiamo Susy." Uscimmo di casa ed andammo verso il parco.

Arrivati, mi sedetti su una panchina perché mi sentivo stanca, anche se eravamo usciti da quel che pareva una decina di minuti, ma in verità era un'oretta che stavamo camminando.

"Susan, che ti succede? Stai bene?" Mi chiese Lore sedendosi accanto a me. Annuii.

"Sicura? Hai bisogno di qualcosa?" Aggiunse.

"Magari qualcosa da bere." Annuì. Si alzò e si recò verso il bar per prendere da bere. Nel frattempo vidi un ragazzo avvicinarsi a me, grande. Che cazzo vorrà questo?

"Ciao bellissima. Sei da sola?" Chiese lui. Alzai lo sguardo per vedere due grandi occhi azzurri ed un sorriso innocuo sulle labbra. Sembrava carino.

"No, sto aspettando il mio amico che è andato a prendere da bere." Gli dissi. Perché cazzo sto conversando con uno sconosciuto?

"Posso aspettare con te, allora?" Chiese. Grande. Feci spallucce.

"Bene, come ti chiami?" Mi chiese rompendo il silenzio.

"Susan, piacere." Ma perché non me ne sto zitta?

"Piacere Susan, io sono Dylan." Sfoggiò un sorriso a 32 denti.

"Susan. Ecco qua, ti ho preso una coca, va- Chi sei tu e che ci fai con la mia ragazza?" Lore era tornato e sussultai quando mi chiamò 'la mia ragazza'.

"Scusa amico, comunque sei fortunato ad avere una ragazza sexy come lei." Arrossii alle sue parole.

"Bene, ci si vede in giro, Susan." Mi salutò Dylan. Intanto vidi Lorenzo sedersi accanto a me.

"Chi cazzo era quello?" Domandò arrabbiato.

"Un ragazzo che si era seduto qui accanto a me." Dissi l'ovvio.

"Ah, ah, ah. Lo conosci?" Scossi la testa. Ricevetti uno sospiro in risposta.

"Va bene. Lasciamo questo discorso alle spalle. Ti ho preso una coca, va bene?" Sono felice che abbia voluto lasciarsi alle spalle questo piccolo incovegnente.

"Si, va benissimo." Dissi annuendo felice.

"Ecco... A dire il vero io volevo prendermi una lattina in più per me, ma purtroppo era l'ultima, quindi, sempre se non ti dispiaccia, possiamo dividerla?" Ne sarei più che felice.

"Certo, prima tu, dato che sei stato molto gentile ad andarmela a prendere." Dissi porgendogli la lattina e l'accettò sorridendomi.

"Grazie." Aprì la lattina e se la portò alle labbra per mandare giù il liquido freddo, dopo qualche secondo me la porse e l'accettai, portandomela alle labbra anch'io, potevo sentire il sapore delle sue labbra, paradisiaco. Mandai questo pensiero nel retro della mia mente e bevetti.

Innamorata del mio migliore amico [Lorenzo Ostuni (Favij)]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora