Capitolo 14

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Tommy e Mary non appena si svegliano corrono ad abbracciarmi, felicissimi che io stia bene. Li abbraccio forte anche io, mi immedesimo molto nella loro situazione e spero che presto trovino una nuova famiglia ad accoglierli.

Mentre camminiamo, tengo in braccio il neonato, perché piange non appena lo tiene qualcun altro. L'altra mano la do alla piccola Mary, la quale tiene per mano anche il suo fratellino.

Siamo circa a metà strada quando sento un fucile puntato dietro la schiena. Mi viene chiesto di alzare le mani ma faccio notare che sto tenendo un bambino in braccio e allora mi fanno girare. Non appena mi giro io, si girano con me anche i bambini che tenevo per mano.

"PAPAAAAAAAÀ" Mary e Tommy urlano in coro e corrono ad abbracciare uno dei soldati che era in coda al gruppo che ci aveva trovato.

Soldato: "Bambini miei, siete salvi!" Scoppia immediatamente a piangere e li stringe forte al petto. Allora non erano morti tutti. Il padre dei ragazzini mi si avvicina e guarda il piccolo che ho in braccio. Si rivolge ai suoi compagni e dice:

"Questo è il figlioletto di Ryan. Cielo... siamo rimasti solo noi."

Levi: "Ora che hai visto che non siamo nemici potresti anche smettere di puntarle quel fucile addosso, non credi idiota?" Così dicendo si rivolge "molto cortesemente" al soldato che ancora mi sta tenendo in ostaggio. Quello rimane un attimo sconcertato ma poi abbassa subito l'arma. Il capitano ha sempre un aria che incute timore, viene spontaneo a tutti obbedire ai suoi ordini e rispettarlo, anche quando non lo conosci affatto, come nel caso di questo soldato.

Il padre dei bambini si rivolge poi a me: "Ti devo più della mia stessa vita per aver salvato i miei due figli. Voi dovete essere la squadra che hanno mandato in soccorso... Noi eravamo stati mandati in missione quando i dormitori sono stati attaccati, alcuni di noi al momento della tragedia sono stati chiamati dalle mogli prima di morire, è stato terribile. Non appena abbiamo capito cosa stava accadendo siamo tornati immediatamente indietro, ma come potete vedere voi stessi non abbiamo fatto in tempo. Come ti chiami cara?"

T/n: "Mi chiamo T/n. Sono felice di averla trovata, mi sarebbe molto dispiaciuto per i piccoli."

Soldato: "Senti, T/n, mi prenderò cura io anche del neonato, lo adotterò come fratellino di Mary e Tommy e lo crescerò come se fosse figlio mio. Ryan era il mio migliore amico, glielo devo."

T/n: "Capisco, certo, lo prenda. Tenga anche il latte, lo abbiamo trovato nel vostro quartier generale."

Gli porgo il neonato, il quale piange non appena lo lascio andare. Mi si stringe il cuore, ma so che è la cosa migliore e di certo io non posso tenerlo. Non saprei a chi lasciarlo tutto il giorno e poi sono giovane e non ho un compagno. Con lui crescerà bene, con due splendidi fratellini.

I seguenti minuti li passiamo ad aspettare che il comandante Erwin parli con i soldati della missione, spiegandogli quello che abbiamo fatto. Nel frattempo io saluto i miei piccoli amici per l'ultima volta. Quando alla fine andiamo via e mi giro per proseguire il cammino, una lacrima mi riga una guancia, solo un giorno e mi ero già affezionata così tanto...

Levi: "Andiamo, sai benissimo che è stata la cosa migliore che poteva capitargli, hanno ritrovato la loro famiglia."

T/n: "Certo, lo so. È che mi sono riconosciuta in loro, ero così anche io da piccola. Ma nessuno è mai tornato indietro per me, mi hanno abbandonata per sempre." Così dicendo asciugo le lacrime che erano continuate a scendere lungo il mio viso.

Levi mi posa una mano sulla spalla e dice: "Mi dispiace, ma pensa che se non fosse stato così tu ora non saresti qui."

T/n: "E lei non crede che sarebbe stato meglio non diventare mai uno schifoso assassino e vivere una vita normale piuttosto?"

Levi: "Non dire sciocchezze, mocciosa! Se hai fatto quello che hai fatto è stato solo perché sapevi che le persone che hai ucciso erano in questo mondo solo per rovinarlo. Eliminandole, hai fatto un favore a tutti quanti. Inoltre, adesso il mondo ha bisogno di qualcuno che lo protegga e noi siamo tutti qui per mettere a disposizione la nostra vita pur di difenderlo. Non credi che sia una cosa che ti fa onore? Avresti potuto benissimo rifiutare."

T/n: "Sì la capisco, ma lei non immagina quanto sia difficile fare i conti con la coscienza ogni volta che mi sdraio a letto e provo a chiudere gli occhi, anche se ho sempre agito con in mente un buono scopo."

Levi: "Certo che lo immagino T/n. Dimentichi che sono stato un criminale anche io per sopravvivere."

T/n: "Mi scusi capitano, non ci avevo pensato."

Continuiamo a camminare l'uno accanto all'altra, in silenzio, fino a raggiungere l'elicottero che ci riporta al quartier generale.


Abbiamo il resto della giornata libera. Per prima cosa mi faccio una lunga doccia bollente, me la merito proprio. Mi cambio le fasciature e controllo che le ferite stiano guarendo bene. Wow che bello, altre cicatrici. Come se non ne avessi già abbastanza. Diciamo piuttosto che sono composta per la maggior parte da cicatrici. Con il passare degli anni tra coltellate e spari me ne sono procurate parecchie, ma ormai ci ho fatto l'abitudine e a dire la verità in fondo mi piacciono: fanno vedere a quante battaglie sono sopravvissuta, quante volte sono riuscita ad avere la meglio nonostante le difficoltà. Queste due nuove sono solo un'altra guerra che ho vinto, un po' come se fossero un nuovo trofeo da esporre.

Mi riposo un po' sul letto, chiacchierando con Sarah ovviamente di Erwin e Levi e della missione appena finita. La adoro, è la migliore amica che io abbia mai avuto. Ci intendiamo al volo con un semplice sguardo, siamo sempre sulla stessa lunghezza d'onda. La sera spesso mettiamo la musica e balliamo e cantiamo insieme, facendo le deficienti fino a morire dal ridere prima di andare a letto.
Arrivata l'ora di cena scendiamo a mensa e mangiamo tutti insieme.

Rimaniamo tutti insieme a chiacchierare del più e del meno dopo cena, finché Levi ed Erwin si alzano dandoci la buonanotte. Non appena si allontanano, Dragon si avvicina a me e Sarah e sussurrando ci dice: "Ragazze, domani è venerdì e il weekend che ci aspetta è il primo weekend libero che ci hanno dato da quando siamo qui dentro. Io e Angel stavamo pensando di organizzare una festa, domani dopo cena, quando gli ufficiali saranno tutti andati a dormire. Andiamo nella palestra e organizziamo una mega festa, che ne dite? Abbiamo già invitato altra gente di altre squadre e sono tutti prontissimi a darci dentro, non potete mancare proprio voi due, le più belle di tutto il quartier generale!"

T/n: "Dragoooon, non fare lo scemo dai ahahah. Comunque l'idea mi sembra a dir poco fantastica, tu che ne dici Sarah?"

Sarah: "Scherzi!? E me lo chiedi pure, ci siamo ovviamente!"

Ormai è passato un mese da quando siamo qui. In effetti, non abbiamo mai avuto un vero e proprio giorno libero, questi saranno i nostri primi giorni di vacanza. Andiamo a dormire e la giornata seguente passa velocemente, tra allenamenti vari e tutto il resto. Finalmente arriva l'ora di cena, mangiamo e poi ci ritiriamo ognuno nella sua stanza. Io e Sarah iniziamo subito a prepararci, ok che non ci saranno i nostri cari ufficiali, ma dobbiamo pur sempre far vedere quanto siamo fighe, no? L'appuntamento è alle 00:00, tutti pronti a buttar giù la palestra.


ANGOLO AUTORE:

Ci ho messo qualche capitolo, ma la seconda missione è finita e spero che vi sia piaciuta. Adesso non vedo l'ora di scrivere la parte della festa, ho già in mente da tempo un paio di cose da scrivere e credo che sarà divertente. Volevo ringraziarvi per tutti i complimenti e gli apprezzamenti che fate alla mia storia, siete così gentili con me che mi fate emozionare ogni volta 😭😭😭 non vi ringrazierò mai abbastanza ahahahah. A presto con il prossimo capitolo!

Unstoppable (Levi x Reader)Where stories live. Discover now