Capitolo 22

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Passano i giorni e tutto mi sembra congelato. Levi non mi guarda nemmeno più e io non riesco a comportarmi come al solito nemmeno con i miei compagni. Sarah ha notato che questi giorni qualcosa non va, però le ho chiesto di lasciar perdere perché non me la sento di parlarne. 

Il tempo scorre lentamente finché un giorno ci viene affidata una nuova missione. Si tratta di andare ad arrestare un serial killer che ha preso di mira come vittime delle ragazze alte e bionde. Sarah dovrà fare da esca, in quanto rispecchia perfettamente il target del pazzo. Il compito di noi altri è quello di proteggerla e catturarlo. In particolare, io, Dragon e Hanji ci assicureremo che lei ne esca incolume, mentre tutti gli altri circonderanno il luogo e al momento giusto lo arresteranno. 

Ci prepariamo e partiamo. L ha individuato l'obiettivo che al momento si trova in un parco, seduto su una panchina a leggere il giornale. Sicuramente, sta solo cercando la prossima vittima. Io sono seduta a un tavolino di un piccolo bar, ovviamente nessuno di noi indossa la propria divisa. Io indosso dei semplici jeans con sopra una felpa nera e ai piedi delle scarpe da ginnastica bianche, dobbiamo cercare di essere i più semplici possibili, anonimi tra la gente. 

Sarah finge di essere nel parco a fare jogging e quando passa davanti alla panchina dove il maniaco è seduto, riceve un segnale da Erwin tramite le cuffiette che indossa e cade, simulando una storta. L'uomo abbassa il giornale e finalmente posso vederlo in faccia: è un signore sulla 50ina, sembrerebbe proprio un signore per bene, tanto che per un secondo penso che L si sia sbagliato. Poi però mi ricordo che spesso queste persone sembrano gente comune. L'uomo guarda per un istante Sarah, per poi alzarsi e andare ad aiutarla. Lei lo ringrazia sorridendo e fa il gesto di continuare a camminare, ma l'uomo insiste per accompagnarla. BINGO! Sarah ha sicuramente attirato la sua attenzione. 

Quando i due si incamminano, mi alzo e li seguo a debita distanza, stando attenta a non farmi notare, facendo finta di parlare al telefono. Anche Dragon e Hanji li seguono da lontano, fingendo di passeggiare assieme come se fossero due amici al parco. L'uomo accompagna Sarah fuori dal parco e si dirigono verso una zona poco frequentata, come era ben prevedibile. La accompagna in un piccolo bar, che a prima vista sembrerebbe un bar qualsiasi. Vedo Levi che si avvicina a una finestra con in braccio il fucile, mentre Erwin corre verso il retro. Io guardo Dragon e Hanji e ci accordiamo: entro prima io. Ho una pistola nascosta nella tasca della felpa, per cui metto la mano in tasca per essere pronta a usarla ed entro. 

Quando oltrepasso la soglia, mi accoglie un barista sorridente, ma della mia amica non c'è traccia. Mi pare evidente che sia un complice del killer e per questo mi avvicino a lui il più possibile fino a puntargli la pistola al ventre.

T/n: "Vedi di non gridare o rimarrai in silenzio per sempre, sono stata chiara? Dov'è la ragazza appena entrata?"

Faccio cenno a Dragon e Hanji di entrare e l'uomo, in silenzio, indica una porta con scritto "bagno di servizio". Hanji con l'auricolare comunica di procedere a Ewrin, Levi, Angel e Moblit e immediatamente sento la porta sul retro spalancarsi e la finestra andare in frantumi, segno che sono entrati. Tutti si precipitano davanti alla porta e la aprono, rivelando le scale che si celavano dietro di essa e che portano a un sotterraneo. In men che non si dica corrono giù e li sento intimare all'uomo di arrendersi. Proprio quando sembra che tutto sia finito, sento la porta d'ingresso aprirsi di nuovo e non appena mi volto per vedere se fosse entrato un ignaro cliente o un terzo complice, il rumore di uno sparo riempie l'aria. 

Dalla porta era entrato un signore anziano che, terrorizzato, esce e si allontana più velocemente che può. Sento il rumore di gocce che cadono a terra e ben presto il dolore arriva a farmi capire che quelle gocce sono il mio sangue. Riesco a sfruttare le ultime forze che mi restano per sollevare la pistola e sparare a mia volta al barista, colpendolo al petto ma non al cuore, in modo da mandarlo K.O. ma dandogli una speranza di sopravvivere. Lui invece mi ha colpita alla pancia, un po' a destra. Premo con la mano sulla ferita e sento il sangue che sgorga dal foro del proiettile. Le gambe non mi reggono più e mi inginocchio a terra.

Sento qualcuno che corre su per le scale e un solo istante dopo Levi mi sorregge con le sue braccia forti. È la prima volta che mi tocca da quando mi ha lasciata. 

T/n: "Mi dovevo far sparare per avere di nuovo la tua attenzione?"

Levi: "Non essere sciocca, dobbiamo andare all'ospedale. Il proiettile è ancora dentro?"

Annuisco, storcendo l'espressione per via di una forte fitta di dolore. Levi ha lo sguardo preoccupato e si toglie il foulard bianco che porta sempre al collo, usandolo per premere con decisione sulla mia ferita. So quanto tenga a quel foulard, una volta Hanji mi disse che era ricavato dal vestito di sua madre, che morì quando lui era solo un bambino. Cerco di spostargli la mano, anche se ormai il bianco è completamente stato inghiottito dal rosso scarlatto:

T/n: "Levi, usiamo qualcos'altro."

Levi: "Non importa, tanto ormai è già macchiato. Stai zitta e cerca di non addormentarti ok? Devi rimanere cosciente."

Arrivano anche gli altri, Angel sta tenendo il killer, che è stato ammanettato. A malincuore (visto che la odio) lascio che Patty mi tolga la pallottola, mentre gli altri chiamano il quartier generale per avere un chirurgo. Levi continua a tamponarmi il fianco, finché non arriva un'ambulanza con a bordo un dottore, un vecchietto dalla faccia simpatica. Dice che non è necessario portarmi all'ospedale, mi sistemerà la ferita sul lettino dell'ambulanza. Fortunatamente, il fegato non è stato colpito per pochi centimetri, per cui non rischio la vita e basteranno dei punti interni ed esterni. Prende l'ago e inserisce il filo.

Levi: "Hey, non le fai l'anestesia prima?"

T/n: "Non la voglio, non mi serve. Non sono certo due punti la cosa più dolorosa che mi sia mai capitata. Inoltre, vorrei sapere cosa ti importa se mi fa male, non mi risulta che tu ti sia mai interessato a cosa mi faccia soffrire o meno." 

Così dicendo, gli chiudo in faccia la portiera dell'ambulanza e il dottore mi cuce la ferita, per poi disinfettarla e fasciare. Mi dice di stare a riposo una settimana ma che per il resto non ci saranno complicazioni. Quando esco, Levi mi rivolge uno sguardo triste, ma non mi dice nulla. Dalla sua faccia mi sembra di intuire che sa di essersi meritato la mia rabbia e le mie parole. Passo oltre e mi unisco agli altri, mentre l'ambulanza porta via il tizio a cui ho sparato io. Tutti mi si avvicinano e mi chiedono come sto, io rispondo che è tutto ok e chiedo a Sarah di raccontarmi cosa sia successo nella cantina. Un pulmino viene a prenderci e ci riporta al quartier generale, mentre Sarah durante il viaggio ci racconta i dettagli di quello che le diceva il serial killer e le cose che faceva. Mentre ascolto cerco di rimanere concentrata sul suo racconto, ma il pensiero torna a Levi, seduto nel posto davanti al mio. Sentire nuovamente il suo conforto mi ha riportato alla mente quel calore che avevo cercato di dimenticare. Il desiderio di averlo accanto è impossibile da soffocare. Riuscirò mai a smettere di amarlo? Per un istante ero stata grata di essere ferita, solo per avere di nuovo la possibilità di stare tra le sue braccia e di averlo ancora una volta a pochi centimetri da me. Dannazione Levi, vorrei sapere che cosa mi hai fatto.


ANGOLO AUTORE:

Ecco il nuovo capitolo! Grazie mille per tutti i voti e i commenti e per tutte le volte che mi supportate dicendo che vi piace la mia storia. Spero che vi piaccia anche il capitolo di oggi. A presto ❤️❤️❤️

PS: Levi ed Erwin durante la missione non erano vestiti da poliziotti ovviamente, però sono troppo boni in questa versione quindi ho messo questa immagine ahahahah, volevo condividere questo bene prezioso con tutte voi. 

Unstoppable (Levi x Reader)Where stories live. Discover now