23. Siamo arrivati

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Il volo sembrò essere infinito. Niall aveva continuamente la nausea, e ogni volta che riusciva a chiudere occhio, si ritrovava a vomitare qualunque cosa in un sacchetto di carta. Non voleva svegliare gli altri, ma non sapeva come fare per evitarlo. Avrebbe voluto riposarsi anche lui, ma quel dannato aereo non glielo permise.

"Resisti ancora un po' Nialler, siamo quasi arrivati" gli disse Harry che lo aveva aiutato per tutto il tempo del volo.

Niall alzò gli occhi al cielo: era esausto. Non vedeva l'ora di poter dormire di nuovo e star meglio. Ma purtroppo era ancora troppo presto per quello.

"Hm, ahia!" disse Addie: l'unica che era riuscita ad addormentarsi per un lungo tempo. Aveva appena dato un pugno al finestrino mentre si stava stiracchiando.

"Tutto bene lì dietro?" chiese Louis sentendo le sue lamentele.

"Eh? Oh, si si, tutto bene, tranquillo" sembrava che stesse ancora dormendo, non riusciva nemmeno a capire dove fosse: "Lou, Niall dov'è?"

"In bagno con Harry. Sta vomitando anche l'anima ogni quarto d'ora. La puzza si sente fino a qui, tappati il naso se non vuoi sbrattare anche tu tutta la colazione di stamattina"

"Ok, e perché Simon continua a fissarmi?" sussurrò la ragazza sentendosi gli occhi addosso.

Louis cominciò a ridere, e cercò di far diventare simpatica quella situazione, fallendo miseramente: "Le cose sono due, o spera che tu esploda da un momento all'altro grazie al suo sguardo, oppure vuole stuprarti"

Addie lo guardò con un'aria stranissima, come se avesse appena ricevuto una pugnalata nello stomaco: "Lou?"

"Ma come mi è venuto in mente? Non potevo fare una battuta peggiore di questa, soprattutto a lei. Ora mi odierà, e fa bene" pensò dopo aver riflettuto un attimo su ciò che aveva appena detto.

Cercò di scusarsi, giustificandosi dicendo che non ci aveva pensato due volte prima di dire una cosa del genere, e che non era di certo sua intenzione. Ma tutto ciò che Addie riuscì a pronunciare fu un semplice "Tranquillo", accompagnato con un dolce sorriso che non sembrava per niente vero.

Sapeva che Louis non voleva ferirla, era l'ultima persona che l'avrebbe fatto. Ma sentire quella parola le riportava in mente la giornata più brutta della sua vita. Avrebbe dovuto denunciare fin da subito quel bastardo di James, ma non c'era mai riuscita. Aveva troppa paura, e le veniva difficile parlarne con qualcuno. L'unica persona che sapeva la storia dall'inizio alla fine era proprio Niall. Non sapeva nemmeno lei come era riuscita a raccontarglielo, probabilmente lui gli aveva semplicemente dato la forza per farlo e affrontare un attimo la situazione. Niall era la persona giusta, al momento giusto. Lo era sempre stato.

"Siamo arrivati" disse Harry provando ad alzare da terra Niall, che era accasciato al water per vomitare ancora. "Dai amico, fatti forza e andiamo. Questo inferno è finito, ora andiamo a darci una rinfrescata" pausa "Però dovremo prima uscire da questo aereo. Avanti vieni". Lo sollevò da terra e andarono a prendere le valige, per poi toccare finalmente terra e respirare un po' d'aria pulita.

Gli altri erano già usciti da quel dannato aereo, e appena videro Niall si preoccuparono. Non era in condizioni ottime. Avrebbero voluto fare qualcosa per farli sentire meglio, ma Simon non lo permetteva. A lui non importava della salute dei ragazzi, erano più importanti la fama e i soldi. Tutto ruotava attorno a quelle due cose.

"Cristo Niall, puzzi di cane morto" ed effettivamente era vero, la pizza si sentiva ovunque. Ma come biasimarlo? Non era nemmeno colpa sua, e Louis non faceva altro che lamentarsi, ancora e ancora.

"Coglione ti ricordo che ha vomitato" gli fece notare Harry tirandogli una gomitata nello stomaco. Avrebbe voluto essere più gentile, ma Louis era davvero una rottura quando si comportava in quel modo.

Her strengthWo Geschichten leben. Entdecke jetzt