IV. In viaggio

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Quella nottata tramandava un po' di malinconia ad Addie per il fatto che fosse abbandonata, lì, a riflettere su quanto accaduto quella mattina. Abitualmente si ritrovava ad ascoltare qualche canzone che riusciva a darle un po' di conforto e le facevano capire quanto il buio delle ore notturne fosse un tesoro da assaporare per la quiete e l'armonia che offrivano, come i ritornelli di canzoni che stimolano calma e sentimenti positivi. Viveva le ore di buio come un periodo di evasione dalla concretezza, un mondo cui si nascondersi dopo una giornata pesante, come tutte quelli che era obbligata a vivere per gli impegni che la scuola, i genitori e la sua stessa vita di giovane adolescente le ordinavano. Per quasi una decina di ore poteva rinfrancarsi a una fonte di annebbiata misteriosità, alla sorgente dei desideri e del relax, che la ricaricavano sia fisicamente che psicologicamente e che le restituivano energie indispensabili per la vita che galoppa, fugge e non attende nessuno.

Questa volta però, rilassarsi risultava difficile. Non vedeva l'ora di partire. Si trattava di un nuovo punto di partenza, e probabilmente sarebbe stato quello decisivo. Tutti i giorni che avrebbe passato con quei ragazzi sarebbero stati indimenticabili.

Credeva di non avere speciale e che c'erano milioni di altre che avrebbero dato tutto per essere al suo posto, ma Addie era sempre stata disposta a dare molto di più: la vita.

I dubbi e le incomprensioni che aveva, erano ancora sigillati nella sua mente. Le veniva difficile realizzare che i suoi idoli erano stati in camera sua e che l'avrebbero portata a Londra con loro. Provò a lasciare da parte quei pensieri nella vecchia sé stessa e di mettere un punto ad ogni tipo di dubbio o paranoia che aveva in testa. Se aveva intenzione di ricominciare tutto da capo, avrebbe dovuto farlo nel modo giusto senza nemmeno un minimo sbaglio.

Non si rese conto che però, concentrandosi su quelle riflessioni, aveva messo in secondo piano il suo bisogno fisiologico di riposare, fu per questo che riuscì ad addormentarsi solo in tarda notte, e che la mattina successiva le venne difficile abbandonare la sua zona di comfort. Ciò che invece trovo facilissimo fare, fu lamentarsi per il frastuono che faceva la sua sveglia, infatti, dopo averla messa a tacere, decise di rimanere qualche altro minuto sotto le sue amate coperte, ma non si accorse che lentamente, quei cinque minuti, diventarono dieci, quindici... "Louis ed Harry!" esclamò all'improvviso "Come ho fatto a dimenticarmene? Ci ho pensato tutta la notte. Oh, mio Dio, devo sbrigarmi. Sono già in ritardo."

Fortunatamente si preparò dalla testa ai piedi in pochissimo tempo. Diciamo che si vestì con le prime cose che le erano capitate davanti agli occhi, ma almeno riuscì ad arrivare in orario fuori la sua stessa casa, dove ad attenderla, c'erano già i due ragazzi.

"Buongiorno, carini i capelli spettinati" disse Louis appena la vide.

"Lasciamo perdere. Stamattina non ho sentito la sveglia, o meglio: l'ho sentita, ma poi appena l'ho spenta mi sono addormentata di nuovo, ma almeno ora sono qui, no?" rispose Addie un po' imbarazzata per la pessima figura che credeva di aver fatto già il primo giorno che avrebbe passato con loro.

Harry accennò un sorriso e decise di prendere in mano la situazione: "Bene, direi che è ora di andare. Addie hai preso tutto? Sappi che se dimentichi qualcosa non potremo tornare indietro, quindi pensaci bene finché sei in tempo."

A quelle parole la ragazza cominciò a preoccuparsi di star dimenticando le cose più importanti che avrebbe dovuto portare, ma si ricordava perfettamente di avere tutto il necessario con sé. Aveva un'ansia tremenda e non riusciva a calmarsi per niente, riuscì soltanto a confermare che potevano partire e che lei era pronta, ma lo era davvero? O stava soltanto illudendo sé stessa come al solito?

Una volta entrati nella macchina che li avrebbe accompagnati all'aeroporto, Addie si rese conto che a quanto pare non era l'unica ad essere scossa, infatti le sembrò che Harriot fosse abbastanza preoccupato. Provò a far finta di nulla, ignorando la situazione. Non voleva ficcarsi negli affari altrui, infondo era solo una fan, non di certo un'amica con cui confidarsi, anche se a dirla tutta le avrebbe fatto davvero piacere esserlo.

Her strengthحيث تعيش القصص. اكتشف الآن