III. Louis & Harry

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Ancora stupita da ciò che stava accadendo, lasciò scivolare dalle sue mani il mazzo di chiavi che cadde immediatamente sul pavimento, mentre i due ragazzi continuavano a fissarla con un'aria stranita. Non capivano perché continuava a rimanere ferma in piedi al centro della stanza senza battere ciglio. Harry, colui che aveva accompagnato Louis nell'appartamento della ragazza, decise di spezzare il silenzio che si era creato nell'atmosfera: "Tu devi essere Addie Elizabeth Harvey, giusto?" chiese passandosi una mano tra i riccioli perfetti e castani che si ritrovava. Non ricevette risposta, solo altro silenzio e un'espressione ancora più sconvolta da parte della loro fan.

"Ti senti bene?" domandò Louie notando che la ragazza a quanto pare era ancora sotto shock.

"Credo... credo di sì" rispose finalmente Addie precipitandosi sul letto. Aveva bisogno di un posto comodo su cui stare per qualche minuto e fare luce sulla situazione che era in corso in camera sua. Non riusciva letteralmente a credere che Louis Tomlinson ed Harry Styles fossero lì, e non ne capiva minimamente il motivo.

"Voi non siete reali. È tutto nella mia testa, sapevo che quella dannata minestra della mensa scolastica avrebbe avuto degli effetti collaterali, e a quanto pare non solo sul mio stomaco."

Uno dei ragazzi alzò un sopracciglio in segno di confusione, ma non riuscì a trattenere le risate che aveva in corpo; e quando si fermò non poté fare a meno di chiedere a quale minestra stesse facendo riferimento.

Intanto la mente e il cuore di Addie stavano vagando in un altro mondo, in cui si poneva mille domande diverse da fare ai due, ma non riusciva ad aprire bocca. Forse aveva paura, ma non capiva il perché. Nessuno avrebbe reagito come lei ad una sorpresa del genere. Un qualunque altro fan sarebbe saltato tra le braccia del proprio idolo fino a strangolarlo di abbracci, e non si sarebbe mai degnato di ammirarlo soltanto da qualche metro di distanza essendo consapevole del fatto che quel ragazzo aveva percorso intere città soltanto per renderlo felice. Ma a quanto pare lei era un caso a parte, uno di quelli rari e speciali, fu per questo che continuava a cercare il coraggio di parlare senza riuscire ad ottenere alcun risultato; fino a quando Louie non decise di occupare posto accanto a lei.

"Ho letto la tua lettera..." disse deciso. La guardò dritto negli occhi sperando di riuscire a sbloccare quella timidezza che le era appena nata dentro "... e ti ringrazio."

Calò di nuovo il silenzio per qualche secondo. Il ragazzo aspettava un qualche tipo di risposta, ma non ricevette nulla, così prese in mano la situazione e continuò a parlare lui stesso.

"Hai scritto molte cose bellissime che mi hanno riempito il cuore di gioia. Non me l'aspettavo perché è successo tutto così velocemente, all'improvviso. So di essere abbastanza importante per i miei fan, ed è proprio per questo che mi impegno giorno dopo giorno coltivando la mia più grande passione, ma non credevo che avrei potuto davvero salvarli da cose più grandi di loro proprio come hai detto tu. Sono così tanto felice di esserti d'aiuto per trovare il giusto equilibrio grazie alla mia musica. Ho sempre sognato di aiutare le persone, e grazie alla tua lettera mi sono reso conto che forse lo sto facendo nel modo giusto" sorrise, era davvero felice di ciò che la vita gli stava donando in quel periodo: prima la band, il successo, e infine la consapevolezza di essere riuscito a realizzare uno dei suoi più grandi sogni.

Gli occhi di Addie diventarono lucidi sentendo quelle parole, ma i conti non le tornarono "Aspetta Lou, le cose non combaciano. Sono io che devo ringraziare te, e non il contrario. Ma soprattutto: com'è possibile che tu abbia letto la lettera? L'ho scritta ieri sera, ed è impossibile che tu dopo un giorno sia qui a ringraziarmi per ciò che ho scritto. Non ha senso il fatto che in questo momento ti trovi di fronte a me per dirmi tutto questo, con quel foglio di carta che avevo nascosto nel cassetto della scrivania. Non puoi essere reale Lou, e nemmeno Harry può esserlo. È successo troppo in fretta, senza nemmeno un criterio fisico. Capisci?" Le fece male dire quelle parole, ma sapeva nel profondo di sé stessa che in realtà aveva ragione. Non voleva illudersi. Fin da quando era piccola le avevano insegnato a non credere a tutto ciò. C'era sempre stato qualcuno pronto a spezzarle i sogni, e ora che finalmente ciò che aveva sempre desiderato era lì con lei, non poteva credere che fosse concreto.

Her strengthWhere stories live. Discover now