30. Saint-Denis, Francia

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21 giugno

L'aereo per la Francia era in estremo ritardo, e i ragazzi dovevano sbrigarsi se non volevano perde il loro concerto, ma erano stanchissimi. Ognuno di loro aveva i propri pensieri per la testa, e non riuscivano a staccare la spina nemmeno per  un minuto. Liam era ancora preoccupato per Zayn, nonostante stesse molto meglio; Zayn aveva ancora le sue insicurezze; Louis sentiva fin troppo la mancanza di Addie; Harry pensava costantemente a cosa potesse fare per far sentir meglio Louis, e Niall.

Niall era esausto. Non faceva altro che pensare ad Addie e quanto gli mancasse. Tutti i giorni gli capitava di vedere le foto scattate con lei quando passavano del tempo insieme. Le passeggiate al parco, i pisolini sul divano di casa, le torte cucinate assieme, le passeggiate al centro di Londra e foto in cui erano stretti l'uno all'altro. Queste ultime le scattava sempre Liam mentre loro due non se ne accorgevano nemmeno, e quando poi lo sentivano ridere un po', capivano che aveva immortalato uno dei loro tanti momenti.

Gli mancava da morire. Le avrebbe dato il suo cuore, tutto il suo tempo, la sua stessa intera vita, ma ormai era tardi e doveva farsene una ragione.

Era finita.

Era solo un bel ricordo che continuava a far male e che gli avrebbe preso a calci il cuore ancora per molto tempo.

Non poteva negare l'evidenza: stava male, e avrebbe fatto qualunque cosa necessaria per far tornare le cose come prima, ma quando cominciava a credere di poter risolvere la situazione, una vocina dentro di lui gli diceva che non ce l'avrebbe fatta, che sarebbe stato inutile, che ormai l'aveva tradita e la colpa era soltanto sua. Così piangeva. Credeva che fosse troppo tardi, probabilmente era davvero così e doveva solo accettarlo.

*

"Amico, sei pronto?" chiese Harry entrando nel camerino di Niall, e quest'ultimo annuì accennando un sorriso. Ma Harry non poté fare altro che leggergli in faccia quanto stesse male, voleva aiutarlo.

"Ti va di parlarne?"

Niall fece finta di niente: "Parlare di cosa?"

"Non fingere che sia tutto ok. Forse non vuoi parlarne con me e mi va bene, ma non tenerti le cose dentro perché prima o poi esploderai e starai solo peggio"

Niall cominciò a pettenersi i capelli con gran nervosismo: "Mi ha soltanto spezzato il cuore, ma va tutto bene, andrà meglio"

"Soltanto? Nialler, ti ha fatto a pezzi. Ti sta distruggendo mentalmente ed emotivamente questa situazione" rispose Harry incredulo.

"Cosa ti aspettavi? Dei salti di gioia? Del tipo 'oddio che bello! La ragazza che amo mi ha mollato ed ora è a chissà quanti chilometri da me, ma sono l'uomo più felice sulla faccia della terra'? Dovresti sapere come funzionano queste cose" sbuffó, cacciò fuori cose che non aveva mai detto prima "La amavo... e la amerò per sempre, anche se non dovesse tornare. Avrà sempre la parte più preziosa del mio cuore, quella che non avrei dato a nessuno se non a lei. È l'unica ragazza che merita le mie piccole cose, perché so donarle solo a lei. Sono stato un coglione, ma se per lei starmi lontano vuol dire stare bene, allora è tutto ok. Se lei si sente meglio, starò meglio anch'io. Mi basta vederla felice anche senza di me" si fermò con gli occhi che chiedevano il permesso di far cadere giù qualche lacrima, poi continuó: "Quando ami una persona, metti la sua felicità al suo posto anche se a volte vuol dire restarne fuori. Se ami davvero, nulla può essere paragonato a quel sentimento. Amare vuol dire mettere da parte noi stessi per veder brillare la persona più bella e speciale che sia mai esistita sotto i nostri occhi"

Harry lo abbracció. Era il suo migliore amico e odiava vederlo star male, sopratutto quando dovevano esibirsi. Aveva sempre creduto in Niall e nella sua forza, e sapeva per certo che anche questa volta ce l'avrebbe fatta, anche se stava molto peggio giorno dopo giorno: "So che è difficile crederci, ma non é detto che non tornerà mai più. Ciò che posso dirti è che adesso devi concentrarti su te stesso. Insomma guardati: passi le giornate a piangere ed io sono stanco di vederti in questo modo. Spera che lei torni, ma non trascurare te stesso" fu tutto ciò che riuscì a dirgli.

Dopo un paio di minuti uscirono dal camerino e si dissero sul palco assieme agli altri, ma qualcosa -anzi qualcuno- aveva catturato l'attenzione di Louis: "Tu brutto bastardo, che cazzo ci fai qui?" urlò richiamando l'attenzione di tutti su di sé. I ragazzi erano confusi, le guardie e il resto della comitiva altrettanto. Chi era quel ragazzo? E perché Louis lo stava letteralmente per aggredire?

Harry lo conosceva, e capì il comportamento del suo ragazzo: "Josh? Cosa... come, come hai fatto a venire qui?"

"Guarda un po' chi si rivede, Harry, amico! Da quanto tempo, vero? E Louis, sei in forma a quanto pare. Hai fatto palestra?" disse Josh come se nulla fosse.

Louis si avvicinò a lui sempre di più, fino a unire le loro fronti: "Ti avevo detto di non farti vedere più. Ora ti do tre fottuti secondi per alzare il tuo culo di merda da qui e uscire fuori prima che ti prenda a calci quella lurida faccia che hai"

"Dai, sta' calmo. La mia ragazza dov'è?" chiese Josh ridendo.

"Addie non è la tua ragazza, mettitelo in testa Josh. Ti stiamo chiedendo con calma di andare via, perfavore" aggiunse Harry.

"Non mi sembrate calmi. Che c'è? Ve la scopate anche voi ora? Eppure non è granché, insomma l'avete vista? L'ultima volta non è stata capace nemmeno di fare per bene il suo lavoro, assurdo"

Niall non riuscì a trattenersi: "Mi prendi forse per il culo?"

"Con te scopa bene?"

"Smettila" urlò.

"Fammi indovinare: alto, biondo, occhi azzurri, protettivo, un bel ragazzo... devi essere la sua scolata preferita qui in mezzo, vero?"

"Sono il suo ragazzo"

"Sei il suo ragazzo? E da quando, scusami? E poi come fai a stare con una che non sa far..."

"Adesso basta" sussurrò Niall tra sé e sé per poi schiantarsi contro Josh per riempirlo di pugni. I ragazzi cercarono di fermarlo ma non ci riuscirono. Sta volta però, Josh era preparato ad una situazione del genere. Raggiró Niall, e cominciò a picchiarlo sempre più forte. Furono tanti colpi forti e veloci che nessuno riuscì ad evitare. Fu solo quando Niall non riuscì più a muoversi che Josh fermò la sua violenza.

"Niall" urlò Harry "Niall, mi senti? Amico ti prego apri gli occhi" ma non rispondeva a nessun comando o domanda che gli veniva posta. Gli occhi rimanevano chiusi, lui immobile. Il sangue continuava a ricoprire il suo viso, e i lividi si stavano già mostrando.

Liam e Zayn si gettarono con le ginocchia per terra lasciando cadere qualche lacrima di preoccupazione sul corpo ormai distrutto del ragazzo.

Louis prende Josh con una stretta presa e non lo lasció andare: "Mi hai già portato via una persona importante, ora non ti permetterò di strapparmi anche il mio migliore amico. Ti ho dato la possibilità di non fare altre cazzate, ma questa volta la prigione diventerà davvero la tua nuova casetta"

*

Ricoverarono Niall d'urgenza. I dottori riuscirono a salvare il salvabile, ma era troppo tardi: il ragazzo era in coma. Era una notizia terribile, e nessuno dei ragazzi l'aveva presa bene. Il tour doveva interrompersi, i ragazzi dovevano rimanere in ospedale a turni, e uno di loro avrebbe dovuto avvisare Addie. Nonostante fosse andata via meritava di sapere la verità. E in caso avesse voluto salutarlo per un'ipotetica ultima volta, avrebbe potuto farlo, anche se ciò comportava l'annullamento del suo piano. Ma era per Niall, glielo doveva. Gli doveva tutto.

Her strengthWhere stories live. Discover now