7. The Tea Party

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Getto maldestramente lo zaino a terra, lasciandomi cadere sulla sedia.

"Brutta giornata?" chiede Cynthia, alzando gli occhi dal suo quaderno.

"Sono due giorni che finisco a dormire su un divano" borbotto, con la guancia schiacciata contro il banco e gli occhi semichiusi.

"Festeggiato per tutto il weekend?" mi compatisce lei, in una domanda che è più un'affermazione.

"È stato una specie di sequestro" confido, di cattivo umore, "Sono arrivato in camera di Shiva e Phineas che era sabato sera, e sono riuscito a uscirne solo stamattina"

Cynthia sorride.

"È per questo che stamattina non ho visto te e Shiva a Latino, immagino"

Sbuffo, "Mi aveva proposto una canna prima delle lezioni. Non so neanche se sia ancora vivo"

Nonostante Cyn condivida con me (e dunque con Shiva e Churchill) la maggior parte dei corsi, non le è riuscito di legare con nessuno dei due.

La ho convinta a sedersi accanto a me e Shiva durante Latino solo supplicandola a lungo, e ora intrattengono un rapporto cortese, ma non approfondito.

Di Churchill, mi ha confessato, è invece onestamente terrorizzata, e si limita a rifugiarsi dalla parte opposta della classe durante il corso di Storia Romana.

"Oggi devi aiutarlo, dopo le lezioni?" mi chiede, dolcemente.

"Chi?"

Mi guarda di traverso, "Shiva! Mi stai almeno ascoltando, Paul?"

"Pietà" piagnucolo, proteggendomi la testa tra le mani.

Riesco a strapparle una risata.

La risata di Cyn è graziosa.

Tutto quel che fa, in realtà, lo è.

Cynthia ha la benedizione di questi dolcissimi occhi scuri per cui qualsiasi essere umano si scioglierebbe, e di un insolito e riservato calore che trapela dalla sua voce.

Si zittisce d'improvviso, e posso facilmente dedurne che la Cohen sia entrata in classe.

Sollevo la testa dal banco, annoiato.

La professoressa ci saluta, sbrigativa, e inizia a scrivere sulla lavagna con tale vigore che possiamo udire chiaramente i colpi del gesso.

Solo ora che l'Arpia (come io e Cyn abbiamo deciso di chiamarla) ci da le spalle, la mia amica trova il coraggio di riprendere la conversazione.

"Se non devi aiutarlo con la traduzione" riprende, sottovoce, "Pensavo potessimo fare un giro, dopo"

"Un giro dove?" chiedo, distratto.

"Non lo so. Prendere un the insieme"

Le mie sopracciglia si arcuano involontariamente, e mi volto per studiare la sua espressione.

È serena, sta copiando sul quaderno ciò che la Cohen scrive, e non sembra a disagio.

Non ho mai visto Cyn al di fuori dei corsi.

Mi chiedo se qualcosa nel mio atteggiamento possa essere stato frainteso, se avrei potuto evitarlo.

È bella e intelligente, e la sua compagnia piacevole.

Lei mi piace moltissimo, di questo sono certo.

Ma non in campo romantico.

I suoi occhi incrociano i miei, in attesa di una risposta.

𝐀𝐔𝐃𝐄𝐍𝐓𝐄𝐒 𝐅𝐎𝐑𝐓𝐔𝐍𝐀 𝐈𝐔𝐕𝐀𝐓 - mclennonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora