21. The Red Skirt

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Shiva è schizzato via dalla classe appena la Tartaruga ha annunciato la fine della lezione, borbottando, senza degnarmi del benché minimo saluto.

Io, invece, sto ancora raccogliendo i miei libri, infilandoli con calma nello zaino, quando due mani mi coprono gli occhi.

"Chi sono?" trilla una voce alle mie spalle, e mi lascio sfuggire un sorriso.

"Oh, Dio. Non ne ho davvero idea" mi lamento, con tono teatrale, "Dovresti darmi almeno un indizio. Con tutte le persone che conosco, sai, è facile confondersi"

"Sono la donna della tua vita"

"Jane Asher" ribatto, sicuro.

Cyn ride, dolcemente, e mi tira un colpetto offeso prima di gettarmi le braccia al collo.

"Come ti senti? Mi sei mancato oggi" ammette, e si solleva per baciarmi una guancia, con delicatezza, per paura di farmi male. "Perché hai fatto tardi?"

Quando siamo arrivati in classe, stamattina, la lezione era già iniziata da qualche minuto, e lei già seduta.

Io e Shiva siamo scivolati in fondo alla classe, sotto lo sguardo seccato della Tartaruga, senza osare raggiungerla nelle prime file.

"Stuart Sutcliffe ha dimostrato di avere una qualche utilità pratica per la prima volta da quando lo conosco" le accenno, ridendo, "E Shiva ha intrapreso una promettente carriera da make-up artist. Io però sono sopravvissuto a entrambe le cose"

"Non so quale delle due mi sconvolga di più, in effetti" scherza lei, allungando una mano per aiutarmi a serrare la cerniera incastrata, senza bisogno che io chieda niente, "E a proposito di Shiva, dove è finito? Non ho avuto neanche il tempo di salutarlo"

Mi carico lo zaino nero su una spalla, e accolgo con un sorriso il braccio di Cyn che si incastra al mio mentre camminiamo, in un riflesso ormai naturale per entrambi.

"Questa è una storia divertente" le rivelo, con una risata sardonica, "Shiva doveva selezionare un corso di lingua attinente alle Scritture che studia. La scelta era tra Greco, Ebraico, Sanscrito e Arabo coranico"

"Fammi indovinare: qualcosa è andato storto" intuisce, e sposta distrattamente i capelli biondi con le dita, portandoseli dietro le spalle.

"Aveva intenzione di iscriversi al corso di Greco, così da seguirlo con noi due, ma si è dimenticato di farlo fino a ieri notte, a tre minuti dalla scadenza. Così ha selezionato la sua scelta in tutta fretta e ha inviato il modulo" faccio una piccola pausa, pregustando il seguito, "Solo che, ovviamente, era fatto, e deve aver sbagliato qualcosa. Poco fa gli è arrivata una mail di accettazione per il corso di Sanscrito. È corso in segreteria per supplicarli di fargli cambiare la sua scelta"

Cynthia ride, ancora.

Oggi è particolarmente carina.

Lo è sempre, ai miei occhi, ma oggi sembra esserlo agli occhi di tutti. Almeno a giudicare dalla marea di sguardi che attira nel corridoio.

Solitamente, Cyn veste di nero.

Una volta le avevo chiesto se lo facesse di proposito, per darsi un'aria misteriosa e maledetta, ma lei aveva riso e mi aveva confessato che lo faceva solo per non dover pensare a come abbinare i colori.

Oggi, invece, indossa una piccola gonna rossa che le sfiora le ginocchia e degli stivali alti, con un po' di tacco, quel tanto che basta a farle superare di qualche centimetro la linea della mia spalla.

"Sei davvero bella" rilevo, sorridendole.

Le orecchie di Cyn, prevedibilmente, si tingono di rosso.

𝐀𝐔𝐃𝐄𝐍𝐓𝐄𝐒 𝐅𝐎𝐑𝐓𝐔𝐍𝐀 𝐈𝐔𝐕𝐀𝐓 - mclennonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora