13. The Punt Tour

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Chip si rivela essere un uomo allampanato, alto e asciutto, come avesse finito per assomigliare al lungo bastone che usa come remo, e che punta sul fondale per imprimere direzione al punt.

Deve aver oltrepassato da un po' la mezz'età, ma il suo corpo è ancora solido e tonico, i muscoli delle braccia che si flettono e guizzano in modo impressionante mentre sterza per accostarsi alla riva.

A tradire circa la sua vera età è unicamente la chierica brizzolata dei suoi capelli, divorati da una calvizie che tra qualche anno non ne lascerà più traccia. Buona parte del cranio scoperto, in ogni caso, è coperto da una coppola logora.

Il sorriso e il fischio con cui ci saluta sono entrambi pieni di una gioia così spontanea che sento il cuore scaldarsi, nonostante per me non sia che uno sconosciuto.

"A bordo, ragazzi. Mi è sembrato di capire che abbiate bisogno di uno strappo"

Churchill salta con disinvoltura sulla lunga imbarcazione squadrata, sedendosi in modo tale da fronteggiare Chip.

"E a proposito, figliolo..." inizia col dire l'uomo, prima che un'occhiata severa del mio coinquilino lo zittisca, "Come non detto. Ma ho lasciato un pacco per te, stamattina"

Non ho il tempo di chiedermi cosa ci sia sotto.

"Forza, Rose. Le barche non mordono" mi deride Churchill, voltandosi verso di me come se nulla fosse stato detto, e incrocia comodamente le braccia dietro la testa.

"Neanche io mordo" rincara Chip, ma il suo tono è bonario e gentile, e so che sta solo cercando di mettermi a mio agio.

La barca oscilla pericolosamente quando poso il piede all'interno, e mi affretto a sedermi accanto a Churchill prima di finire dritto in acqua.

Se solo cadessi non perderebbe occasione di ricordarmelo ogni singolo giorno fino alla tomba.

Ed è forse questa la ragione principale, ancor prima che la paura di cadere davvero, per cui quando atterro sano e salvo sul legno della panca non posso trattenere un sospiro di sollievo.

"Sono contento di conoscere gli amici di Winston" dice Chip, e qualcosa in quelle parole mi mette sull'attenti, senza che riesca a capirne il perché, "Non me ne presenta mai"

"Melodrammatico" lo rimprovera Churchill, alzando gli occhi al cielo.

"Senti chi parla" è il candido commento dell'uomo.

Mi lascio sfuggire un sorriso.

"Quindi" riprende Chip, senza badare ai borbottii del mio amico, "Rose è davvero il tuo nome o...?"

"Oh, Dio, no" mi affretto a spiegare, mentre Churchill, al mio fianco, scoppia a ridere, "Sono Paul, Cassius per gli amici"

"Non sei quello dell'incenso, vero? Guarda che la barca è di legno" scherza Chip.

"No, quello è Shiva. Helen e Phineas invece litigano su chi debba portare l'oro e chi la mirra" risponde Churchill, prima che possa farlo io stesso, "Io dico loro: Ragazzi, neanche Gesù Cristo sa cosa sia la fottuta mirra. Portate entrambi oro e basta. Ma niente, non c'è verso di convincerli"

Chip incrocia il mio sguardo con esasperata complicità, poi torna su di lui.

"Sei già arrivato alla fase dei monologhi? Ragazzo mio, sei appena salito"

Churchill sbuffa, ma sta sorridendo, "Giro completo, Chip. Se divento troppo insopportabile puoi sbattermi il bastone in testa"

"Sarà fatto" gli assicura l'uomo, calcandosi meglio la coppola sulla fronte. "Quindi, Cassius. Non sei quello dell'incenso, e quasi sicuramente, direi, non sei quello dal naso grande" ragiona poi, sorridendo, mentre spinge il bastone contro la riva per riportarci al centro del Cam.

𝐀𝐔𝐃𝐄𝐍𝐓𝐄𝐒 𝐅𝐎𝐑𝐓𝐔𝐍𝐀 𝐈𝐔𝐕𝐀𝐓 - mclennonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora