25. The Ruthless Voice

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Shiva ha quel tipo di faccia che, in assenza di sorriso, lo fa sembrare perennemente arrabbiato.

Ne è consapevole, e infatti cerca di sorridere il più possibile, per evitare che i suoi interlocutori scambino la sua espressione per antipatia.

Per di più, è un tipo tendenzialmente silenzioso: quel genere di persona che interviene con poche battute, e preferisce sorridere a quelle altrui e studiare bene la situazione prima di esporsi.

Anche il suo silenzio, tuttavia, viene spesso scambiato per una sorta di altero giudizio.

Almeno di fronte a chi non lo conosce bene, dunque, si sforza di parlare di più.

Tutto questo per provare che di solito la faccia rannuvolata e il silenzio di Shiva non sono necessariamente indici del suo cattivo umore.

Stavolta, tuttavia, sono quasi certo stia per accoltellarmi davvero.

"Hai visto che ore sono?"

Le sue lunghe gambe scheletriche sono del tutto nude, coperte solo in minima parte dal bordo dell'enorme maglietta dei Fleetwood Mac che indossa come pigiama.

"Dovresti mettere dei pantaloni, prima di aprire la porta agli ospiti" commento, studiandolo con aria scettica.

Uno scintillio pericoloso nei suoi occhi mi convince a tacere.

"Sette del mattino" risponde Shiva per me, esasperato, "Oggi abbiamo lezione solo nel pomeriggio"

Scandisce piano ogni parola, come se fossi del tutto stupido.

Bussare alla sua porta a quest'ora, forse, non è stata esattamente la migliore delle mie idee.

"Lo so" chiarisco, semplicemente.

Lui sospira, si strofina il dorso dell'indice sull'occhio.

"Spero per te che il mondo stia finendo" dice infine, scostandosi per lasciarmi entrare.

"Oh, lo sta decisamente facendo"

La camera di Shiva e Phineas è sempre disordinata, in maniera confortante, il tipo di disordine che ti dà l'idea di un luogo molto amato e molto vissuto.

Il divano acciaccato è coperto di vestiti gettati lì alla rinfusa, i letti perennemente sfatti. L'odore di incenso mi si attacca addosso come una seconda pelle.

È un posto da cui non puoi andartene senza che ti lasci qualcosa, e questa è una cosa che mi è sempre piaciuta.

"Phineas è uscito un'ora fa, credo" mi avverte Shiva, distratto, mentre tenta di scavarmi uno spazio sul divano, "Questo tirocinio lo sta distruggendo. E per la prima volta era riuscito a non svegliare anche me, cantando Adele sotto la doccia"

Uno sguardo rancoroso nei miei confronti.

"Ma ci hai pensato tu"

"Devo accompagnare Cyn a cercare un bel vestito da mettere al suo appuntamento" spiego, senza badargli neanche per un attimo, "Il suo appuntamento con Churchill"

Shiva rimane silente, con gli occhi fissi nei miei, per qualche secondo di troppo.

"E quindi?"

"Perché non hai la fottuta mascella a terra?" chiedo, esasperato.

Shiva posa entrambe le mani sulle mie spalle, scuotendomi lievemente.

"Dimmi un po'" indaga, calmo in modo fastidioso, "Perché credevi che lei scappasse di corsa ogni volta che lo incontrava?"

"Perché lo detestava" borbotto, funereo.

Shiva sorride.

"Tu non capisci un cazzo di donne, vero?"

𝐀𝐔𝐃𝐄𝐍𝐓𝐄𝐒 𝐅𝐎𝐑𝐓𝐔𝐍𝐀 𝐈𝐔𝐕𝐀𝐓 - mclennonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora