49. The Catkins' Philosophy

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"Cass?"

"Dimmi, Phin"

Siamo soli.

Churchill ha afferrato le chiavi dell'auto di Phineas, con il proposito di andare a recuperare dal dormitorio il necessario per il weekend, e si è trascinato dietro Shiva.

Io sono rimasto sul divano, con la testa di Phineas abbandonata sulla spalla, e ho rispettato il silenzio che mi è stato imposto.

Sinora, almeno.

"Questo dolore... quando passa?"

È una domanda difficile, a cui trovare risposta.

"Non lo so, amico" ammetto, con la massima onestà possibile. "Ma so che a un certo punto diventa più semplice"

"È stato così, per te?" chiede Phineas, incerto. "Quella ragazza di cui parli a volte..."

"Linda"

"Sì"

"Diventa più semplice, Phin" ribadisco. "Guarderai indietro, un giorno, e il velo rosa che ricopre i tuoi ricordi sarà caduto"

"Il problema è che quel velo non lo vedo neanche adesso. Forse non c'è mai stato" mi contraddice lui, amaramente. "Non ero felice da così tanto tempo. Sono stato un idiota, non è così?"

"Sei stato tenace" lo correggo. "E a un certo punto hai capito di dover lasciar andare"

"Non sai quante volte ho pensato di lasciarla, in questi anni. Arrivava sempre dopo i momenti di pace, una stupida sensazione di angoscia che mi tormentava. Le voltavo le spalle per dormire, di sera, ancora nel bel mezzo di una risata, e pensavo Non può continuare"

La sua voce è ridotta a un sussurro, e so che se intervenissi ora lo spingerei a una ritirata.

Phineas non ama parlare dei propri problemi, non ama l'idea di farli pesare sugli altri.

Mi chiedo per quanto tempo abbia nascosto questi sentimenti, nella speranza che sparissero d'un tratto. Quante volte, in mezzo alle nostre serate, abbia schiuso le labbra con il proposito di confidarsi, salvo richiuderle un attimo dopo.

"Ma poi le cose miglioravano. La rivedevo e lei rideva, o faceva una piccola battuta, e tutto mi sembrava di nuovo perfetto. Mi sembrava valerne di nuovo la pena"

"Si può andare avanti per anni, aggrappandosi a momenti del genere" confermo, dolcemente. "Lo so bene"

"È la cosa peggiore, credo. Lasciarsi perché si è cresciuti in modo troppo diverso. Non c'è nessuno da incolpare" mormora Phineas, contro la mia spalla. "È solo la vita, no? Quella stronza"

"Quella stronza" gli faccio eco, a bassa voce.

Il tradimento di Linda mi aveva reso semplice l'andare avanti.

Non ho mai valutato la cosa in questi termini, prima, ma deve essere stato così: un taglio netto e facile da ripulire, la certezza che esistessero colpe da distribuire tra me e lei.

Phineas non ha questo tipo di consolazione.

È solo la vita.

Quella stronza.

"Ieri ero furioso con voi. Con Churchill in particolare, ma con tutti voi. Immagino ci fosse una ragione per cui continuavo a rimandare il momento in cui la avreste conosciuta: non volevo che confermaste i miei dubbi. Ma lo avete fatto, nel dettaglio, e questo mi ha messo di fronte a una scelta che non volevo prendere"

"Non volevamo metterti in crisi, Phin" mi giustifico, nonostante le sue parole non suonino come un'accusa. "Solo aiutarti. A volte un parere esterno può aiutare a fare chiarezza"

𝐀𝐔𝐃𝐄𝐍𝐓𝐄𝐒 𝐅𝐎𝐑𝐓𝐔𝐍𝐀 𝐈𝐔𝐕𝐀𝐓 - mclennonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora