51. The Immortal Youth

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"Posso dire una cosa?"

"No" sbotta Phineas, irritato.

Le barriere verbali, purtroppo, non sono mai state un problema per Shiva.

"Il film doveva tirarti su il morale, non rendere tristi anche noi"

Qualcuno volò sul nido del cuculo è appena finito, e noi abbiamo destinato al finale qualche religioso e sconvolto minuto di silenzio.

"Credi sia facile, trovare un film senza drammi amorosi?"

Shiva sbuffa, asciugando di nascosto l'umidità che gli circonda gli occhi.

"Ma in questo c'erano tutti gli altri drammi possibili"

"È un bel film" commento io, semplicemente, per dare manforte al povero Phineas.

"Grazie del tuo contributo, Cass" borbotta Shiva, incrociando le braccia al petto. "Lo scriveremo sulle nostre note di suicidio"

"Io ho un'altra domanda" interviene Churchill, sovrappensiero. "Jack Nicholson ha mai recitato la parte di una persona normale?"

"Lo vedi?" si lamenta Phineas, indicandomi i due con bracciate cariche di disperazione. "Insopportabili"

"Hai ragione, amico" lo consolo, divertito. "Lo sai come sono fatti. Se il film non lo scelgono loro, allora devono per forza lamentarsi"

"Ricordi quando mi hanno costretto a vedere Once Upon a Time... in Hollywood?"

"Gran film" commenta Churchill, alla volta di Shiva.

"Davvero un gran film" sospira l'altro, concorde.

"Tre ore di film solo per dare a Brad Pitt l'occasione di levarsi la maglietta" borbotta Phineas, cinico. "Se avessimo guardato i primi dieci minuti di Troy avremmo fatto prima"

Shiva rivolge un'occhiata altezzosa a Churchill, seduto accanto a lui.

È una fortuna che si alleino così raramente: insieme diventano ingestibili.

"Non ci meritano" commenta Shiva, semplicemente.

"Cosa vuoi farci, non ha gusto" sospira Churchill, abbandonando la testa contro la sua spalla. "Una volta gli ho sentito dire che Fast and Furious non era poi così male"

"Cass!" grida Phineas, oltraggiato. "Di' qualcosa!"

Rido, passandogli un braccio intorno alle sue spalle e rifilando una piccola gomitata a Shiva.

"Sono i tuoi amici, Phin. Te li sei scelti tu" gli ricordo, allegro. "Io qui ci sono solo capitato"

Uno sbuffo da parte sua, risate da parte degli altri.

"Ne vediamo un altro?"

La richiesta non fa impazzire di gioia nessuno di noi, posso leggerlo chiaramente nel silenzio che ne segue, ma nessuno si oppone.

Conosciamo tutti questo meccanismo: l'angosciosa necessità di riempire la propria testa, di distrarla prima che possa ricadere sui pensieri che più temi.

Quello stato di semi coscienza in cui non sei né sveglio né dormiente, in cui le ore si allungano e si susseguono senza che ne resti traccia.

Il continuo rincorrere nuovi stimoli, sempre di più, sempre più numerosi, quanto basta per smettere di pensare.

La consolante sensazione di vuoto che si prova nello stare tutto il giorno a guardare film e serie tv.

E poi il mal di testa lancinante, unico promemoria del tempo passato: un dolore preferibile e sempre preferito a quello provocato dai propri pensieri.

𝐀𝐔𝐃𝐄𝐍𝐓𝐄𝐒 𝐅𝐎𝐑𝐓𝐔𝐍𝐀 𝐈𝐔𝐕𝐀𝐓 - mclennonWhere stories live. Discover now