26. The Kafka Trap

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"Cosa ne pensi?"

"Quello che pensavo degli ultimi cinque, Cyn" rispondo, esasperato, "Ti stanno tutti bene"

Lei gonfia le guance, risentita, e si rimira allo specchio.

È il sesto vestito che prova.

Prima di questo c'è stato quello blu, poi quello blu scuro, quello blu chiaro, quello vagamente blu ma con un po' di viola e infine quello blu quasi nero.

"Credi mi stia meglio degli altri?" ritenta, indecisa.

Devo respirare a fondo per trattenermi dallo sbattere la testa al muro fino a vomitare il cervello.

Sono qui da ore, seduto su una poltroncina maledettamente scomoda, a guardare la tenda del camerino aprirsi e chiudersi in un loop infinito.

Persino le commesse hanno iniziato a lanciarmi sguardi impietositi, di tanto in tanto, probabilmente pensando che io sia il fidanzato più paziente della terra.

"Non ne ho idea, Cyn. È sempre blu" mormoro, sfinito, la voce innaturalmente acuta.

"Questo è celeste!" sbotta lei, offesa, lisciandosi addosso la gonna del vestito, "È un'altra cosa"

"Non lo è" ribatto, al colmo dello sconforto, "È solo un blu che non ci ha creduto abbastanza"

"Non sei d'aiuto" mi accusa, puntandomi l'indice in fronte e picchierellandoci sopra, "Sei un ragazzo, no? Dovresti sapere cosa ti piace vedere sulle donne"

"Oh, se è questo il problema, puoi andare all'appuntamento semplicemente nuda"

Lei arrossisce, imbarazzata, e mi rifila uno sguardo di minaccioso avvertimento.

"Sei un idiota"

"E tu sei pazza" ribatto, e sono più serio di quanto appaio, "Credi davvero che io faccia caso a cosa indossano le donne che mi porto a letto?" 

Cyn mette il broncio, ma si china per sedersi sulle mie ginocchia e gettarmi le braccia al collo.

La abbraccio a mia volta, seppur borbottando, e lascio che si rifugi contro il mio petto, al sicuro.

"Mi dispiace, so che è una tortura" ammette lei dopo qualche secondo, spingendo il labbro in fuori nel tentativo di intenerirmi, "Ma sei l'unico vero amico che ho"

"Pensa che fortuna" ribatto, lapidario.

"Ti prego, tipregotipregotiprego" mormora sul mio collo, facendomi il solletico, "Voglio scegliere la cosa giusta"

La allontano, ridendo, e le stampo un bacio sulla tempia.

Dovrei imparare ad avere più polso, probabilmente, senza lasciarmi convincere dalla prima moina che mi si rivolge.

"D'accordo, ma basta blu" impongo, perentorio.

Come ho detto, dovrei imparare ad avere più polso.

Cyn torna in piedi in un istante, quasi saltando sul posto.

"Ci sto" acconsente, battendo le mani con incomprensibile entusiasmo, "Tanto il mio colore è il rosso"

Mi ritrovo a pensare, d'improvviso, a Shiva e alla sua annichilente saggezza.

Ha ragione: la mente femminile rimarrà un eterno segreto, per me.

"Se il tuo fottuto colore è il rosso, perché diavolo finora abbiamo esplorato ogni singola gradazione di blu?" chiedo, e la mia domanda suona quasi come una supplica.

𝐀𝐔𝐃𝐄𝐍𝐓𝐄𝐒 𝐅𝐎𝐑𝐓𝐔𝐍𝐀 𝐈𝐔𝐕𝐀𝐓 - mclennonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora