38. The Scared Child

399 47 115
                                    

Se stessimo davvero giocando, ci sarebbe un nome preciso per definire quel che è appena successo: scacco matto.

Boccheggio mentre gli occhi della Tartaruga restano gelidi, immobili come un lago ghiacciato.

"Cosa c'entra mio padre?"

Harry Davies non risponde, non immediatamente.

Tamburella il tappo della sua penna rossa sulla pila di fogli che regge sulle ginocchia, e inizia a scartabellare con l'indice fino a bloccarsi su uno in particolare.

"Il mio dilemma inizia da qui, Paul" mi rivela, sfilando il foglio dal resto del mazzo. Me lo porge, senza distogliere gli occhi dai miei, come a voler studiare le mie reazioni. "Lo riconosci?"

Mi basta leggerne la prima riga.

"È il mio saggio, signore"

"Lo è" conferma lui, e niente nella sua voce indica un qualche tipo di emozione, "Cosa ne pensi?"

Sento le dita tremarmi dalla rabbia, mentre cerco di non appallottolare il foglio per gettarglielo contro.

Detesto questo interrogatorio, e detesto che la Tartaruga continui a saltellare da un discorso all'altro come niente fosse, quasi volesse mettere alla prova i miei nervi.

"Di cosa?" chiedo, lapidario, "Ho difficoltà a mettere a fuoco l'argomento di questa conversazione"

Ancora, gli occhi chiari dell'uomo si accendono, ambigui e indagatori.

"Immagino ricorderai che il saggio su Cicerone vale il quaranta percento della tua prova finale, non è così?"

"E che un corpo umano è comporto per il settanta percento d'acqua, certo" rispondo, d'istinto.

Mi rendo conto di aver esagerato nell'esatto momento in cui l'ultima parola lascia la mia bocca.

Nutro per la Tartaruga una stima pressoché assoluta, e normalmente non mi sognerei neanche di rivolgermi a lui in questi termini. Ma detesto che si giochi con me.

E lui sta giocando, in qualche modo.

Non ne conosco il motivo, ma quel che è certo è che avrebbe potuto presentarmi semplicemente il problema, senza mezzi termini.

Non lo ha fatto, invece. E continua a studiarmi come una tigre che stringe il cerchio attorno alla propria preda.

"Sarò più chiaro, Paul. Lunedì pubblicherò i risultati, ma prima ho una scelta da prendere" prosegue la Tartaruga, sorvolando sulla mia maleducazione, "Ho trovato il tuo elaborato deliziosamente mediocre, se vuoi il mio parere"

Sembra notare il guizzo d'ira che accende i miei occhi all'utilizzo di questo ossimoro, e ne sorride.

"Se dovessi valutarlo, lo definirei in questo modo: mediocre. Perfettamente nella media" ripete, quasi si divertisse. "Eppure, frequenti tre dei miei corsi, e da quel poco che ho visto ho avuto modo di capire che tu non lo sei per nulla, mediocre"

Le carezze della Tartaruga, come quelle di Churchill, hanno più di qualcosa in comune con uno schiaffo.

"Con tutto il rispetto, professore" intervengo, e stavolta forzo la mia voce a mantenersi del tutto atona, "Da un po' di tempo a questa parte, la mia vita ha conosciuto qualche complicazione. Mi perdonerà se il saggio non è tra i miei elaborati più brillanti"

Sorride, comprensivo.

"Capisco perfettamente. Sono stato io a concederti più tempo per finirlo" sottolinea, "E proprio perché capisco, ho ritenuto necessario parlarti. Temo di aver preso, sinora, decisioni che avrebbero dovuto essere solo tue"

𝐀𝐔𝐃𝐄𝐍𝐓𝐄𝐒 𝐅𝐎𝐑𝐓𝐔𝐍𝐀 𝐈𝐔𝐕𝐀𝐓 - mclennonOnde as histórias ganham vida. Descobre agora