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Ero molto provata psicologicamente, iniziavo ad essere stanca di quella situazione e a causa di ciò non mi preoccupai particolarmente del problema di Carlotta. Era anche all'ordine del giorno per lei avere problemi con le persone, quindi credevo fosse la solita routine. Passò la scheda davanti alla porta e la aprì facendomi entrare per prima, guardò la destra e la sinistra del corridoio e poi entrò chiudendo la porta.

«Benvenuta di nuovo, mettiti comoda.»

Mi disse mentre si svuotava le tasche.

Entrai lentamente e rimasi ferma in piedi per un po'.

«C'è un po' d'acqua?»

Le chiesi fissando il vuoto. Avevo un brutto presentimento, temevo che stesse per succedere qualcosa di brutto. Allo stesso tempo, ero così demoralizzata, impaurita e triste per la mancanza di Clara, che non riuscivo a pensare in modo lucido.

«Certo, sei sicura di stare bene ?»

Mi chiese inarcando un sopracciglio, notando il mio disagio evidente e passandomi un bicchiere d'acqua.

Feci un cenno con la testa e presi il bicchiere da cui iniziai a bere lentamente. Un sorso, due ... poi la paranoia mi fermò. Pensai potesse esserci qualche droga, ne aveva sempre un po' con sè, quindi poggiai il bicchiere su un tavolino e mi sedetti su una poltroncina di fronte al letto.

«Grace... che hai?»

Chiese mentre si toglieva anelli e collane.

«Nulla.»

Le risposi cercando di essere più convincente possibile, ma non reggeva.

«È per quello che ti ho detto?»

Non risposi e continuai a fissare il vuoto con un'espressione paralizzata.
Dopo un po', si sedette di fronte a me e mi guardò negli occhi.

«Ascolta, ti va di rilassarti un po' ? Mh ? L'ho capito che sei in paranoia anche se non so bene per cosa... ho ciò che può farti calmare.»

Disse prendendo la mia mano e mettendoci una bustina con dell'erba. Ne avevo davvero bisogno ma non era una buona idea fidarmi.

«Ascolta Grace, non so cosa Clara ti abbia detto su di me, però non voglio manipolarti nè farti del male... se non vuoi farlo allora mettiti a letto, prova a dormire.»

Inclinai la testa e le rivolsi uno sguardo apatico.

«Quegli occhi mi trasmettono tristezza. Dimmi la verità, cosa sei venuta a fare qui ?»

A quella domanda ebbi come un impulso, mi risvegliai in un attimo. Sembrava aver capito che non fossi lì per il motivo che conosceva lei e questo rappresentava un pericolo.

«Perchè mi chiedi una cosa simile ? Lo sai il motivo per cui sono qui.»

Risposi seria.

«Si ma, è andato tutto bene eppure non sei felice...»

Mi spiegò, poi aprì la bustina, mise l'erba nel grinder e iniziò a girare.

«Se ti sta venendo voglia, puoi sempre cambiare idea, fidati, ti farà stare meglio.»

Aggiunse, mentre finì di prepararla.

«Io non mi fido di te.»

Esclamai alzandomi e spostandomi da lì.

«Fai bene, potrei drogarti in qualsiasi momento. Per questo prima hai smesso di bere l'acqua all'improvviso...»

Non risposi e iniziai ad essere nervosa per la rabbia repressa.

La donna della mia vita. Where stories live. Discover now